Agrivoltaico 4.0 in Italia: frutteti resilienti contro clima estremo e reddito extra

02 mag 2025
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Mitigare il cambiamento climatico? C’è l’impianto 4.0 tutelato e alimentato dall’agrivoltaico. Intervista a Giampaolo dal Pane sulle soluzioni SoleD’Oro

Si risparmia il 50% di acqua, con l’ombreggiatura si tutelano i frutti dalle temperature troppo elevate di estati sempre più torride, si può avere una solida integrazione di reddito con la vendita dell’energia e la riduzione dei costi con il suo utilizzo per l’autoconsumo soprattutto oggi dove si moltiplicano i mezzi elettrici – carri per la raccolta, sensori, robot – e tema fondamentale si può salvare la produzione da eventi climatici estremi, ma pensiamo anche alla neve, o dalle gelate grazie alla possibilità di ridurre di alcuni gradi l’escursione termica.

Sono tutti i benefici dell’agrivoltaico dinamico, impianti fotovoltaici installati a copertura dei frutteti che grazie alle ultime innovazioni - pannelli inclinati, mobili e che “inseguono” il sole – riescono a ridurre la criticità della minore luminosità delle piante.

La svolta agro-energetica raccontata

I benefici e gli effetti positivi di questa scelta agro -energetica basata sulla simbiosi – concetto più rispondente rispetto ad integrazione – vengono elencati a Cherry Times da Giampaolo Dal Pane. L’amministratore di Dal Pane Vivai e presidente di Dorì International, da oltre 10 anni è impegnato nello studio e sperimentazione di coperture, fotovoltaico, agrivoltaico di prima generazione e oggi nei test con il dinamico.

Capitale di conoscenze che condivide con Eco The Photovoltaic Group, Idromeccanica Lucchini, Azienda agricola Zoli ovvero i partner di Sole D’Oro. La rete formata da imprese che permettono di offrire un pacchetto di consulenza e servizi a tutti gli imprenditori agricoli interessati alla transizione energetica e alla tutela delle produzioni dagli effetti negativi dei cambiamenti climatici.

L’esperienza decennale di Dal Pane

Un’esperienza quella di Dal Pane rodata in campo da almeno 10 anni dove ha sperimentato criticità ma soprattutto i benefici di coperture e agro-energia. Iniziando con i kiwi a polpa gialla e con l’ultimo test, ancora in corso, con le ciliegie.

“Una sperimentazione che finora valutiamo in senso positivo anche grazie alla comparazione con i terreni non coperti che hanno registrato dei danni a causa del meteo rispetto all’area campione con l’installazione del fotovoltaico. I pannelli e le protezioni sottostanti hanno tutelato la coltura e permesso la produzione di energia”.

Sono i primi risultati di un lavoro che sarà presentato direttamente in campo durante l’evento Agrivoltaico in Tour – appuntamento giovedì 8 e venerdì 9 maggio nei campi della Società agricola Montazzo a Castel Bolognese in Provincia di Ravenna (clicca sul link per l’iscrizione).

In quell’occasione sarà possibile presso la stessa azienda , visitare impianti del kiwi a polpa gialla Dorì protetti con diversi tipi di coperture.

La sperimentazione con le ciliegie della serie Meda® 

Per comprendere l’evoluzione attuale è utile ripercorrere questo percorso di innovazione con Dal Pane: “Dorì ha iniziato con gli impianti coperti 10 anni fa. Il primo in Calabria, più precisamente a Corigliano, nel 2015 con mezzo ettaro dedicato al kiwi giallo.

Nella comparazione l’area coperta fece comprendere immediatamente la criticità della scarsa luminosità. Al contrario nel 2017 abbiamo iniziato in Francia e l’impianto sta funzionando bene. Il tema chiave è garantire la necessaria luminosità, quindi l’agrivoltaico deve essere l’evoluzione del fotovoltaico nel senso che la costruzione deve prima di tutto tenere conto della coltivazione sottostante!

E’ il passaggio centrale nell’ agrivoltaico con una evoluzione dove si studia la coltura per adattare la struttura”.

C’è necessità di studio e competenze per non compromettere l’investimento. ”In Sole D’Oro abbiamo iniziato la sperimentazione con pannelli regolabili che offrono la possibilità di inclinazione così da inseguire i raggi solari. Allo stesso tempo regolarli come copertura quando ci sono condizioni meteo negative e in funzione della protezione della pianta”.

Protezione e resilienza agricola

Si tratta di una tutela su diversi livelli. “Utilizziamo e sommiamo anche la copertura con plastiche e teli antipioggia per garantire la protezione totale. Così da proteggerci dalla pioggia intensa. È un mese che piove e molte colture sono state colpite. Lì sotto ci sono ciliegie di origine californiana, la rivoluzionaria serie Meda® di cui Innovation Fruit detiene l'esclusiva in Europa.

Non sono serre chiuse ma svolgono alcune delle funzioni della serra. Una protezione da pioggia e vento”.

E qui Dal Pane svela un’altra conseguenza positiva di questa configurazione. “Nei giorni scorsi dovevamo eseguire un trattamento fogliare e non ho avuto problemi. La copertura permette di fare alcune lavorazioni con vento forte e sotto la pioggia”.

Si recuperano ore di lavoro, si fanno i trattamenti necessari anche in caso di maltempo ed è agevolata anche la fase di raccolta.

Il ruolo del freddo e della tecnologia

Il freddo? “Ci proteggiamo molto più facilmente, siamo tra i 2 e i 3 gradi. Un esempio concreto: una mattina di qualche settimana fa la temperatura registrava un -3 e all’interno della struttura segnava -0,8 gradi.

Un passo in avanti significativo con l’ agrivoltaico per poter fare frutticoltura di tipo industriale e avere la certezza del prodotto”.

Un dato centrale: “Gli svarioni di produzione minano la competitività delle imprese”. Quando la sostenibilità si lega all’economia.

E qui l’imprenditore fa un riferimento al kiwi: “Si è persa il 70% della produzione, con batteriosi e moria, con la conseguenza perdita di molte quote di mercato a favore, per esempio, della Grecia. Eravamo i primi produttori dopo la Cina che poi produce per autoconsumo, almeno per ora”.

Con l’agrivoltaico si gestiscono meglio le fitopatie 

La copertura e l’agrivoltaico: “Permette di gestire meglio le malattie: sotto gli impianti non facciamo trattamenti a base di rame, non ne abbiamo bisogno e riduciamo l'uso dell'acqua in modo drastico fino al 50%.

Inoltre si proteggono le piante dal sole diretto ed evitare così la disidratazione delle foglie e ridurre lo stress”. Basta il passaggio di una nuvola per determinare “un riscaldamento molto veloce, ma se la pianta è ombreggiata si riduce la disidratazione rispetto all’esposizione diretta al sole”.

La gestione della luminosità è centrale a livello agronomico. “Abbiamo realizzato i test con il kiwi a polpa gialla e sappiamo che oltre il 32/33% di ombra si inizia a perdere fertilità; con quello a polpa verde già oltre il 20% comincia la perdita di fertilità”.

La riduzione del danno e l’intensità degli investimenti

Ad oggi la fioritura nei campi foto-agrivoltaici si è salvata, rispetto ad altre aree, “anche nelle cattive annate si riduce il danno, ma vogliamo arrivare ad annullare le perdite.

Attenzione sono impianti che vanno assicurati perché con la forza di un tornado (quello di due anni fa in zona Alfonsine superò i 200 km. orari (circa 124 mph)) non si salva niente e l’investimento iniziale per ettaro è significativo: dagli 80/100mila euro per la copertura antipioggia, per l’agrivoltaico ben altre cifre.

Si sta parlando anche di diverse soluzioni come la gestione dell’impianto per la produzione energetica ad una società terza e l’azienda agricola riceve un benefit fisso per unità di superficie”.

Verso i frutteti smart

Un passaggio rilevante: “Noi adesso cerchiamo anche di robotizzare al massimo. Nel 2026 inizieremo a fare i primi impianti”.

Sono i frutteti smart e 4.0 dove la tecnologia è pensata per aumentare le entrate, ridurre i costi operativi e migliorare e soprattutto salvare la produzione. Obiettivi importanti che con Sole D’Oro si nutrono di competenze diverse, ma convergenti su un unico obiettivo: rendere resilienti e industriali le aziende agricole.


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