Santina e cancro batterico: come proteggere i ciliegi in Cile da Pseudomonas syringae

12 mag 2025
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Questa malattia batterica genera danni severi e la varietà Santina ha mostrato di essere altamente vulnerabile, particolarmente nei frutteti in formazione su suoli limitanti, condizioni che oggi sono ricorrenti.

Il cancro batterico, causato da Pseudomonas syringae, è da tempo una minaccia per la produzione di ciliegi in Cile. Questa malattia compromette lo sviluppo e la produttività dei frutteti, colpendo soprattutto alcune varietà e/o frutteti più suscettibili.

Tra queste, la varietà Santina ha mostrato un'alta vulnerabilità, in particolare nei frutteti in formazione situati in settori di minore vigore o con limitazioni come suoli a bassa fertilità, alta pietrosità, problemi di drenaggio e stress biotico o abiotico.

Pseudomonas syringae e la vulnerabilità di Santina

Il team di Abud & Cía. ha osservato sul campo l'impatto significativo di questa batteriosi, che genera danni severi e rappresenta una grande sfida per i produttori, soprattutto considerando che la maggiore concentrazione di piantagioni in formazione di ciliegi attualmente corrisponde a Santina, in condizioni edafologiche molto diverse.

Benché tutte le varietà di ciliegi possano essere colpite da Pseudomonas syringae, Santina ha dimostrato una suscettibilità particolarmente alta. Ricerche recenti indicano che, dopo l'infezione da P. syringae pv. syringae, questa varietà attiva più rapidamente l'espressione dei geni legati alla difesa rispetto ad altre, come Bing.

Tuttavia, questa risposta non sembra essere sufficiente a frenare la progressione della malattia, il che suggerisce che fattori aggiuntivi, come lo stato fisiologico della pianta e le condizioni ambientali, giocano un ruolo cruciale nella manifestazione dei sintomi (Vanneste, 2017).

Attacchi recenti e sintomi

Durante le ultime due stagioni si è registrato -in un numero significativo di frutteti di Santina in formazione- un attacco molto aggressivo, associato a Pseudomonas syringae. Questo si manifesta in una “morte improvvisa” o collasso di piante che, pur sembrando in buone condizioni, durante la germogliazione subiscono la morte di gemme, germogli e legno, causando infine la morte dell'intera parte aerea.

Benché questo fenomeno non sia nuovo e sia già stato osservato in frutteti giovani nelle stagioni precedenti, risulta sorprendente la percentuale di piante colpite, che nei casi più estremi può raggiungere tra il 10 % e il 30 % di mortalità. Questo livello di danno rappresenta una perdita significativa in precocità, sanità e nel potenziale produttivo del frutteto una volta raggiunta la piena produzione.

Fattori critici nella “morte improvvisa” dei ciliegi

Tre fattori critici spiccano come principali cause di questo problema: la pressione del patogeno durante il post-raccolta, le gelate invernali e lo stress. Esamineremo le principali strategie di gestione per ridurre i sintomi e minimizzare l'incidenza della “morte improvvisa” in situazioni dove questi fattori sono preponderanti o si combinano.

Tradizionalmente, si è ritenuto che il cancro batterico sia “inattivo” o controllato durante il post-raccolta a causa delle alte temperature estive, dato che la sua soglia ottimale di sviluppo si trova sotto i 25°C.

Questo paradigma ha comportato che non si facciano applicazioni o gestioni di controllo della malattia fino all'inizio della caduta delle foglie, quando il patogeno si attiverebbe o avrebbe l'opportunità di infettare nelle ferite di inserzione pedicellare.

Dati recenti e strategie di controllo

Negli ultimi anni sono però emersi sempre più elementi e dati che mettono in discussione questa convinzione, poiché si è visto che le popolazioni di Pseudomonas dipendono non solo da fattori ambientali, ma dalla carica batterica proveniente dalla primavera, dallo stato sanitario e dal livello di stress dell'ospite.

In uno studio svolto nella stagione 2023-2024 dal Centro de Innovación Montefrutal (CIM), in collaborazione con Agroadvance, in un frutteto di ciliegi della varietà Santina innestata su amarena, nella zona di Pichingal, comune di Molina, è stato effettuato un monitoraggio delle popolazioni di Pseudomonas durante il post-raccolta.

Si è confrontato un testimone assoluto, senza applicazioni di battericida da dicembre in avanti, con un trattamento che consisteva nell'applicazione di un battericida biologico a base di Bacillus e virus batteriofagi a inizio gennaio e poi a caduta foglie, a inizio maggio.

Risultati e impatti ambientali

I risultati più interessanti hanno mostrato che, già alla prima misurazione, le Unità Formanti Colonie (UFC) erano a livelli sopra la soglia di sviluppo dei sintomi, che secondo Agroadvance è di 1.000 UFC/g campione.

Ciò può essere dovuto alle condizioni ambientali dell'inverno e della primavera 2023, che sono state molto favorevoli allo sviluppo del batterio e che hanno fatto sì che il controllo -in quel periodo- non sia riuscito a raggiungere una bassa pressione della malattia.

La spruzzatura di gennaio ha ottenuto un controllo efficace delle popolazioni, che si sono mantenute sotto la soglia di espressione della malattia, mentre nel testimone assoluto si è constatato un aumento esponenziale delle UFC, il che contraddice la logica del patogeno inattivo e poco presente in estate.

Gelate e stress come fattori determinanti

Una delle caratteristiche più preoccupanti di Pseudomonas syringae è la sua capacità di indurre la formazione di nuclei di ghiaccio attraverso proteine specifiche sulla sua superficie. È comprovato che la formazione di nuclei di ghiaccio da parte di Pseudomonas syringae può aggravare gli effetti delle gelate sulle colture.

Questi cristalli diventano poi porte d'ingresso per l'infezione. Questo fenomeno è particolarmente rilevante nei frutteti di ciliegio situati in zone con forti variazioni termiche o esposti a eventi climatici avversi.

Queste ultime due stagioni sono state segnate da eventi di gelate estreme, che sono stati associati, in molti casi, a problemi di morte improvvisa in appezzamenti o settori importanti, con l'associazione più comune nella varietà Santina.


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