Az. Agr. Maurizio Vezzali: lo sguardo della tradizione verso il futuro

18 ago 2023
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L'Azienda Agricola Maurizio Vezzali è un'azienda della provincia di Modena che gestisce oltre 40 ettari di terreno divisi tra le città di Vignola, Spilamberto e Marano, di cui 25 interamente dedicati alla produzione cerasicola. Per Cherry Times ha parlato il proprietario dell'azienda, Maurizio Vezzali.

Come viene gestita la suddivisione varietale? Parliamo di varietà precoci, medie e tardive?

Per il discorso varietale, negli impianti più recenti ho fatto affidamento sulla serie Sweet. Parliamo quindi di Sweet Aryana (5-6 ettari), Sweet Lorenz (2 ettari), Sweet Saretta (3 ½  ettari). Ma oltre a quelle ho anche altre varietà come Frisco (2 ettari) o semplicemente varietà meno recenti, come Ferrovia o Lapins, le ritengo ancora molto valide. Per quanto riguarda il tardivo, ho dello Staccato.

Tra le varietà meno recenti ci sono anche Bigarreau e Giorgia, ma devo dire che ad oggi sono tra le varietà più ingestibili.

Ancora, tra alcune delle varietà innestate ci sono anche Nimba e Red Pacific. Per Red Pacific parliamo davvero di un buon prodotto, purtroppo però è davvero suscettibile al cracking.

Proprio per questo nell'ultimo periodo stavo pensando di innestare varietà come Henriette e Regina anche per quanto riguarda il discorso del cracking. Queste sono varietà sicuramente più resistenti allo spacco, senza contare poi anche il fattore autoimpollinazione.

Per quanto riguarda gli impianti invece?

Devo dire che degli impianti che ho, alcuni sono in affitto, ma parliamo comunque di impianti che ormai hanno una certa età.

Per il resto non ho, ad esempio, tanta superficie coperta. Copro davvero una minima parte con teli antipioggia.

Per quanto riguarda i portinnesti, invece, utilizzo Colt. Fino ad ora è quello che ha dato la minore quantità di problemi, assieme ad una rendita migliore. Purtroppo qui nelle nostre zone non è come in Trentino, dove portinnesti come Gisela danno veramente grandi risultati, abbinati però ad un clima diverso.

Sono convinto che i portinnesti nanizzanti siano il futuro, putroppo però qui da noi non conviene utilizzarli. Preferisco al contrario un po' di vigoria per la pianta. Bisogna anche considerare che qui in zona, spesso, i produttori non si occupano solo di ciliegie e, passato il periodo di raccolta, si è sempre indaffarati con altri prodotti e raccolte. Un po' di vigoria in più aiuta sicuramente le piante.

Un problema a cui molti non pensano è quello dei topi. Ultimamente è stato difficile, soprattutto con portinnesti come Colt. Un altro portinnesto sensibile ai topi è Maxma 60.

A quanto ammonta la produzione stagionale?

Negli ultimi anni abbiamo consegnato alla cooperativa una fornitura consistente, parliamo di 170 tonnellate di prodotto. Quest'anno però, come ben sappiamo, è stato un anno abbastanza difficile. Siamo partiti con la raccolta il 14 maggio, ma ci siamo dovuti fermare praticamente subito. Rispetto agli anni precedenti, siamo sul 30% della produzione totale.

Quali sono invece alcune criticità e problematiche che state riscontrando? Secondo voi, come è possibile risolverle?

La problematica principale, quella che negli ultimi si sta particolarmente accentuando, è quella della manodopera. Quest'anno abbiamo davvero pensato di non riuscire a trovarne abbastanza. Con la superficie che ho necessito di circa 50-60 persone durante il periodo di raccolta. Non è facile trovare sempre il numero giusto di persone.

Credo infatti non sia più come anni fa, in cui le aziende erano seguite maggiormente dal nucleo familiare. Ora le aziende, specie a Vignola, non sono così grandi, e l'aspetto familiare viene sempre meno con il tempo. Siamo tenuti sempre a considerare l'adozione di manodopera.

Purtroppo però ci sono diverse problematiche anche da quel punto di vista. Uno di queste, ad esempio, è il fatto che spesso la manodopera non è specializzata. Questo porterà sicuramente a nuove valutazioni in futuro, soprattutto anche dal punto di vista degli impianti e delle strumentazioni.

Di che tipo di valutazioni parliamo?

Ad esempio, un aspetto poco considerato, è proprio quello dei carri raccolta. Con personale poco specializzato diventa necessario utilizzare una strumentazione semplice, agibile anche a persone che, nella maggior parte dei casi, si approcciano alla raccolta per la prima volta.

Un altro aspetto potrebbe essere proprio quello degli impianti. I portinnesti nanizzanti, come detto prima, saranno il futuro, ma assieme ai nuovi portinnesti, forse, sarebbe bene considerare nuove applicazioni per coperture più facili da gestire e meno costose in generale. Un'integrazione in questo senso credo che sarebbe molto più efficiente.

Un altro fattore su cui si sta lavorando molto negli ultimi anni è sicuramente quello varietale. Sono sicuro che in futuro ci saranno varietà ben più resilienti e resistenti rispetto a quelle odierne, sicuramente un aspetto molto importante che risolverebbe molte delle problematiche odierne.

In che modo questi cambiamenti possono migliorare il futuro della filiera?

Un aspetto che ritengo molto importante è quello del mercato. Ora come ora, specie a Vignola, si respira molto l'idea di ciliegia come prodotto di nicchia, ristretto al nostro territorio. Purtroppo, ormai da anni, non possiamo più fare un ragionamento del genere.

Tanto per fare un esempio, anni fa, nessuno si aspettava che paesi come l'Uzbekistan o la Turchia diventassero tra i maggiori produttori o esportatori di ciliegie del mondo. La realtà dei fatti però è questa, ci troviamo all'interno di un mercato globale e dobbiamo necessariamente adattarci a questo modo di pensare. Uno sguardo verso il futuro è d'obbligo.

Questo significa, però, che non si deve parlare solo di qualità. Non devo nemmeno dirlo, la qualità è imprescindibile, ma per arrivare a numeri soddisfacenti ci deve anche essere una massa critica di produzione. Il futuro, anche quello dei produttori qui a Vignola, credo sarà più roseo se anzichè come singoli, si lavorasse come comprensorio o consorzio.

Per questo potrebbe essere centrale la presenza del comune. Se effettivamente vogliamo preservare Vignola come città delle ciliegie, aiutare i produttori e il nostro territorio, credo sia necessario che anche il comune si adoperi a sostenere la ciliegia.


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