Il marciume bruno causato da Monilinia laxa è una delle principali patologie che colpiscono il ciliegio in Europa. Questo fungo attacca fiori, rami e frutti, sia integri che lesionati, compromettendo sia la quantità che la qualità della produzione.
Il controllo di questa patologia è tradizionalmente basato sull’utilizzo di fungicidi, la cui applicazione però solleva oggi crescenti preoccupazioni, soprattutto di tipo ambientale. Per rispondere alla necessità di metodi di gestione più sostenibili, un recente studio dal Regno Unito ha analizzato l’efficacia di due agenti di biocontrollo (BCA), Bacillus subtilis (ceppo B91) e Aureobasidium pullulans (ceppo Y126), nel ridurre la sopravvivenza di Monilinia laxa su frutti mummificati e nel proteggere fiori e frutti durante la stagione vegetativa.
Lo studio ha esaminato diverse fasi fenologiche della pianta per comprendere le dinamiche tra microrganismi antagonisti e patogeno. Le applicazioni autunnali dei BCA sui frutti mummificati hanno inizialmente determinato un aumento significativo delle popolazioni di microrganismi nei primi 30 giorni, ma tale effetto si è poi attenuato, suggerendo che una singola applicazione non sia sufficiente a garantire un controllo efficace per tutto l’inverno.
Controllo invernale e primaverile
Tuttavia, si è osservato che un'interazione prolungata tra BCA e patogeno sulle mummie, anche a basse temperature, porta ad una maggiore riduzione della sporulazione di M. laxa in primavera. Tra i due BCA, Y126 si è dimostrato leggermente più stabile, anche se sia Y126 che B91 hanno mostrato limiti nella persistenza.
Durante la fase primaverile, è stata valutata la capacità dei BCA di sopravvivere sui fiori e di contrastare l'infezione da M. laxa. B91 ha subito un rapido declino dopo l'applicazione, mentre Y126 ha mantenuto una presenza stabile per circa due settimane. Quando applicati in prossimità dell’inoculazione del patogeno, entrambi i BCA si sono dimostrati capaci di ridurre la presenza del fungo sui fiori, ma la loro efficacia è andata riducendosi con il passare del tempo.
Le analisi condotte sui frutti maturi hanno evidenziato che nessuno dei trattamenti in fioritura (nemmeno quelli con fungicidi) ha determinato una riduzione significativa della popolazione di M. laxa al momento della raccolta. Ciò indica che l'efficacia dei BCA è strettamente legata alla tempistica di applicazione ed alla durata della loro persistenza sui tessuti vegetali.
Figura 1. Il logaritmo 10 ha trasformato la dimensione della popolazione vitale di B91 (A) , Y126 (B) e M. laxa (C) nel tempo; microbi di biocontrollo (B91 e Y126), fungicidi e acqua distillata (controllo) sono stati spruzzati manualmente sui fiori nella primavera del 2019, e fiori/frutti sono stati campionati in sei occasioni per stimare le dimensioni della popolazione vitale di B91, Y126 e M. laxatramite il metodo qPCR basato su PMA. L'ultimo giorno di campionamento (92 giorni dopo l'applicazione), i frutti erano maturi e pronti per la raccolta. Le barre di errore rappresentano un errore standard della media osservata individuale.
Fonte: Bellamy et al., 2024.
Strategie di biocontrollo
Le applicazioni effettuate nella fase prossima alla raccolta, quando il frutto è più suscettibile, sono essenziali per ottenere una riduzione significativa delle infezioni. Studi precedenti avevano infatti dimostrato che l’applicazione di B91 e Y126 poco prima della raccolta può ridurre fino al 60% il marciume bruno post-raccolta.
Pertanto, la strategia di biocontrollo dovrebbe prevedere interventi multipli e mirati, in particolare in tre momenti chiave: in inverno per ridurre l’inoculo svernante, in primavera per contrastare le infezioni a livello dei fiori e nel periodo immediatamente precedente la raccolta per proteggere il frutto maturo.
Conclusioni e prospettive
In conclusione, lo studio conferma il potenziale degli agenti di biocontrollo (BCA) come strumenti alternativi ai fungicidi per la gestione del marciume bruno del ciliegio. Tuttavia, l'efficacia di tali microrganismi dipende fortemente dalla loro capacità di colonizzare in modo stabile i tessuti vegetali e dal timing di applicazione.
Inoltre, la necessità di più interventi durante il ciclo colturale e la variabilità legata alle condizioni ambientali indicano che questa soluzione non è ancora semplice e definitiva; pertanto, saranno necessari ulteriori studi. I risultati ottenuti rappresentano però un passo concreto verso il biocontrollo di Monilinia laxa e la conseguente riduzione dell’impiego di fungicidi di sintesi.
Fonte: Bellamy, S., Shaw, M., & Xu, X. (2024). Using microbes to suppress overwintering inoculum of Monilinia laxa on mummified fruits and to protect cherry blossoms and fruit from infection. Frontiers in Horticulture, 3, 1504505. https://doi.org/10.3389/fhort.2024.1504505
Fonte immagine: UMN Extension
Andrea Giovannini
Università di Bologna
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