Cherri Global in crisi: il gigante delle ciliegie in Nuova Zelanda chiude

01 apr 2025
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Uno dei principali produttori di ciliegie della Nuova Zelanda, Cherri Global, ha ufficialmente avviato la procedura di liquidazione dopo mesi di difficoltà finanziarie e tentativi falliti di raccogliere nuovi capitali.

La decisione è stata formalizzata l'8 marzo attraverso una risoluzione speciale degli azionisti. I creditori avranno tempo fino all'8 aprile per presentare le loro richieste al liquidatore designato, la società di revisione PwC New Zealand.

Una crescita rapida seguita da difficoltà finanziarie

Fondata nel 2017 da Phil Alison, ex azionista di Rockit Global (precedentemente Havelock North Fruit Company), Cherri Global ha rapidamente ampliato le proprie attività, arrivando nel 2021 a gestire 10 frutteti tra Hawke’s Bay e Central Otago, per un totale di 165 ettari coltivati.

Nello stesso anno, l’azienda aveva raccolto 15 milioni di dollari neozelandesi (circa 8,58 milioni di dollari statunitensi, 7,94 milioni di euro) con l'obiettivo di raddoppiare la produzione. I marchi di esportazione Cherri e Delicious erano destinati principalmente ai mercati di Cina e Vietnam.

Tuttavia, negli ultimi mesi Cherri Global, insieme alle sue controllate Cherri Holdings e Cherri Machinery, ha dovuto affrontare crescenti difficoltà finanziarie. Secondo il primo rapporto di PwC, l'azienda ha accumulato un debito di circa 42 milioni di dollari neozelandesi (24,01 milioni di dollari statunitensi, 22,24 milioni di euro), con oltre 30 creditori non garantiti.

Un settore competitivo e costoso

Il comparto neozelandese delle ciliegie è altamente competitivo, con circa il 90% della produzione destinata all’export, prevalentemente verso i mercati asiatici.

Sebbene la coltivazione delle ciliegie offra margini di guadagno potenzialmente elevati, l’investimento iniziale è significativo. In Nuova Zelanda, i costi di impianto variano tra i 150.000 e i 200.000 dollari neozelandesi (86.000-114.000 dollari statunitensi, 79.400-105.900 euro) per ettaro, senza considerare le spese per infrastrutture essenziali come impianti di confezionamento e magazzini refrigerati.

Il caso di Cherri Global evidenzia le sfide e i rischi di un settore che, pur offrendo grandi opportunità, richiede ingenti investimenti e una gestione finanziaria solida per restare competitivo sui mercati internazionali.

Fonte: producereport.com 


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