Ogni estate, le bancarelle si riempiono di ciliegie lucide e perfette. Ma dietro la loro estetica impeccabile si nasconde una realtà meno patinata, e sempre più presente: un numero crescente di frutti viene scartato per via di deformazioni dovute agli effetti del cambiamento climatico.
Ciliegie gemelle, spaccate o irregolari, dal sapore identico a quelle “da copertina”, finiscono escluse dalla filiera commerciale. Il problema non è il gusto, ma l'apparenza.
Frutti buoni ma non belli
Secondo José Miguel Peris, esperto dell’IRTA (Institut de Recerca i Tecnologia Agroalimentàries) in Catalogna, l’aumento delle anomalie nei frutti è un effetto diretto dello stress termico e della carenza idrica che colpiscono i ciliegi durante la fase di differenziazione floreale estiva.
Questo squilibrio, causato dalle alte temperature e dalla siccità, compromette la formazione delle gemme e, di conseguenza, produce frutti con difetti visibili nella stagione successiva.
Il cambiamento climatico, dunque, non agisce solo sulle quantità prodotte, ma incide sempre più anche sulla qualità estetica, portando a un drastico aumento di ciliegie considerate “non conformi” dagli standard della grande distribuzione.
Un’estetica che costa cara
Il paradosso? Queste ciliegie sono perfettamente commestibili. Tuttavia, la loro forma insolita le rende invendibili secondo i rigidi criteri estetici della GDO.
Questo approccio porta a un doppio problema: da un lato, gli agricoltori subiscono perdite economiche legate al mancato collocamento del prodotto sul mercato fresco; dall’altro, si alimenta il fenomeno dello spreco alimentare.
Quest’anno, la scarsità di ciliegie “belle” ha portato per la prima volta sugli scaffali della distribuzione spagnola anche frutti meno perfetti, rivelando al consumatore una parte nascosta della produzione agricola.
Dettaglio di ciliegie con malformazioni del tipo a frutto doppio da fiori con 2 pistilli (A), un pistillo stentato (B) nelle ciliegie Bing e con sutura profonda nelle ciliegie Lapins (C). Fonte: CentroFruticulturaSur.cl
Un modello da ripensare
Tre le domande urgenti:
Come valorizzare economicamente la frutta deforme? Il suo utilizzo per trasformazioni industriali – come succhi, confetture o snack – rappresenta un'opportunità, ma spesso i ricavi non compensano i costi produttivi.
Come cambiare la percezione dei consumatori? Senza un’evoluzione culturale che riconosca il valore della qualità organolettica sopra l’estetica, le filiere continueranno a produrre scarti evitabili.
Come adattare la produzione al nuovo clima? Lo sottolinea anche Richard Bastías, ricercatore dell’Università di Concepción in Cile: è fondamentale ripensare la gestione idrica e agronomica per ridurre lo stress ambientale e migliorare la resilienza dei frutteti.
Ciliegie “brutte”, simbolo di crisi
Le cosiddette "ciliegie gemelle" rappresentano un campanello d’allarme: i cambiamenti climatici non sono più una minaccia futura, ma un impatto concreto sulla redditività delle aziende agricole.
In un contesto dove l'estetica guida ancora le logiche di mercato, la frutta imperfetta diventa emblema di un settore che deve ripensarsi, tra sostenibilità, innovazione e nuove narrazioni del cibo.
Fonte testo e immagine: masp-lmneuquen-com
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