La stagione 2025 ha segnato una battuta d'arresto per le esportazioni di ciliegie statunitensi verso la Cina, con un calo del 35% rispetto all'anno precedente.
Tuttavia, nonostante ostacoli come dazi elevati, concorrenza interna e condizioni climatiche sfavorevoli, il comparto ha dimostrato una notevole capacità di adattamento, puntando su nuovi mercati asiatici e su una strategia di diversificazione sempre più mirata.

Calano le spedizioni verso
Calano le spedizioni verso la Cina, ma non la domanda per le ciliegie premium.
Secondo un rapporto del Servizio Agricolo Estero del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), le spedizioni di ciliegie verso la Cina si sono fermate a 8.200 tonnellate, pari al 65% del volume del 2024.
La contrazione è stata innescata da più fattori: i dazi doganali che penalizzano il margine dei distributori cinesi, una forte concorrenza da parte della produzione locale – anche grazie alle coltivazioni in serra – e problemi climatici che hanno ostacolato la logistica e la qualità del prodotto.
Nonostante ciò, l’interesse del mercato cinese per le ciliegie del Nord-Ovest americano resta elevato, soprattutto per le varietà premium come Chelan, Skeena, Santina, Black Pearl e Regina, molto apprezzate da una fascia di consumatori medio-alta.
Diversificazione: la strategia
“La situazione non è certo ideale, ma non ci siamo fermati,” ha dichiarato Keith Hu, direttore dei programmi internazionali della Northwest Cherry Growers.
Il settore ha puntato con decisione sulla diversificazione geografica, spostando l’attenzione su mercati emergenti come Vietnam, Giappone, Australia, Messico e India.
Hu ha sottolineato che, pur con un ridimensionamento della posizione cinese (ora solo quarto mercato dopo Canada, Corea del Sud e Taiwan), le esportazioni rappresenteranno comunque il 30% della produzione complessiva USA, in linea con gli anni precedenti.
Produzione abbondante?
Produzione abbondante ma stagione difficile.
La campagna 2025 ha visto un raccolto generoso: circa il 15% in più rispetto al 2024.
Tuttavia, i produttori hanno parlato di una stagione complessa.
Tra i problemi segnalati, la carenza di manodopera dovuta alla paura di controlli migratori, i costi di produzione in crescita e i prezzi al dettaglio troppo elevati, che hanno frenato le vendite.
Il risultato? In alcuni casi, frutti di ottima qualità sono rimasti invenduti sugli alberi, mentre altri sono arrivati sui mercati in condizioni non ottimali a causa delle ondate di calore e delle interruzioni nei mercati all’ingrosso cinesi.
Il futuro delle ciliegie americane in Asia
Il mercato cinese, pur tra mille difficoltà, resta strategico per le ciliegie statunitensi, ma le tensioni politiche continuano a rappresentare un'incognita.
Nel frattempo, il settore guarda avanti, rafforzando la presenza in Asia e cercando nuove opportunità nei mercati in crescita come quello indiano.
La resilienza dimostrata nel 2025 potrebbe rivelarsi la chiave per affrontare un futuro sempre più instabile ma ricco di potenzialità.
Fonte: capitalpress.com
Fonte immagine: NWCHERRIES
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