Stone Fruit Day alla WSU: anatomia dell’epidemia di cancro batterico

21 feb 2025
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Il 2023 è stato un anno da dimenticare per i produttori di ciliegie dello Stato di Washington (USA). Un’epidemia di cancro batterico (BCD) ha falcidiato i raccolti e ha portato all’espianto di centinaia di migliaia di alberi. Durante l’ultima edizione dello Stone Fruit Day, organizzato dalla Washington State University, Frank Zhao, professore del Dipartimento di Patologia Vegetale della WSU ha presentato i risultati di diverse sue ricerche, fra queste anche una portata avanti proprio nel 2023 su 73 ceraseti fra Washingon, Oregon e California.

Cancro batterico, un grave problema a Washington

Secondo i dati del Northwest Horticultural Council, Washington rappresenta il primo produttore di ciliegie dolci degli Stati Uniti. Il valore della produzione del solo Stato di Washington si aggira attorno agli 800 mln di dollari annui (USDA NASS, 2022). La BCD è quindi una minaccia importante per l’economia dello Stato e nel 2023 ha colpito soprattutto frutteti giovani. Proprio sui ceraseti con meno di 8 anni di età si è concentrata la ricerca del prof. Zhao. Il gruppo di ricerca della WSU ha prelevato campioni dagli alberi per determinare quale fosse il batterio alla base dell’infezione. Sono stati isolati 470 Pseudomonas: nel 75% dei casi si trattava del batterio Pseudomonas syringae pv. syringae (PSS), nel 5% Pseudomonas amygdaly pv morsprunorum (PAM) e nel restante 20% si trattava di ceppi sconosciuti di Pseudomonas. “Fra l’altro – ha sottolineato il prof. Zhao durante la relazione, si tratta della prima volta che PAM è stato trovato nei ceraseti dello Stato di Washington”.

I danni da cancro batterico

Il cancro batterico del ciliegio provoca lesioni alla corteccia, gommosi con essudati rossastri, possono avvizzire i rami, prima circondati dall’infezione, i germogli o le fioriture appena sviluppate. Anche sulle foglie è evidente l’attacco con la comparsa di macchie. “I momenti cui fare più attenzione – ha spiegato il professore – sono l’autunno e la primavera. Il batterio presente nel frutteto penetra nei tessuti della pianta al momento della caduta delle foglie, anche grazie alla pioggia e lì sverna. Si riattiva in primavera, quando le temperature salgono

La primavera è un altro momento molto delicato. Soprattutto se il ciliegio presenta ferite da gelata o se viene potato, per penetrare infatti il batterio necessita di una ferita. Può sopravvivere comunque anche sulla superficie delle foglie o sulla corteccia o anche sulle malerbe che circondano la pianta”.

Ogni qualvolta gli alberi siano danneggiati, per condizioni atmosferiche estreme o per operazione colturali, è più probabile che entri l’infezione, sopratutto se il ciliegio è esposto ad acqua (irrigazione o pioggia) e le temperature sono fresche. Proprio i danni da gelata, secondo quanto emerso dalle ricerche, potrebbero essere stati la causa dell’epidemia che si è verificata nello Stato di Washington nel 2023.

A Washington la resistenza al rame è conclamata

Il team del prof. Zhao ha poi voluto verificare quanto sia diffusa la resistenza al rame da parte di Pseudomonas syringae pv. Syringae e di Pseudomonas amygdaly pv morsprunorum nello Stato di Washington, dal momento che il rame è molto usato come trattamento contro il cancro batterico. “Ciò che abbiamo determinato è che la resistenza al rame è ampiamente diffusa. Su 73 frutteti monitorati, 71 hanno mostrato resistenza al rame”. I cerasicoltori utilizzano anche molto il polisolfuro di calcio per controllare il cancro batterico, le verifiche portate avanti dalla WSU hanno dimostrato che a 24 ore e a 48 ore dal trattamento, il polisolfuro di calcio è in grado di limitare la crescita del batterio.

Vademecum per evitare il cancro batterico

Una volta che il cerasicoltore si sia accorto dell’infezione, la cosa migliore è potare: tagliare quindi sotto il punto in cui si nota l’attacco. I ricercatori però si sono chiesti: in che misura? Ovvero a quanta distanza al di sotto dell’infezione bisogna praticare il taglio? “Abbiamo fatto un esperimento semplice – ha spiegato il prof. Zhao – abbiamo inoculato il batterio e poi cercato di identificarlo al di sotto del punto in cui era visibile l’infezione”. L’esperimento ha verificato che a 7,62 cm (3 inch) solo 7 piante su 38 vedevano ancora l’attività del batterio, a 12,7 cm (5 inch), il batterio era completamente sparito.

Le armi a disposizione dei cerasicoltori, una volta che il batterio sia entrato in frutteto sono poche, il team della WSU ha quindi insistito sulla necessità di prevenire le infezioni e ha fornito un pratico vademecum cui attenersi per limitare al minimo i rischi. Fra i consigli utili, oltre a quello di potare in condizioni asciutte e posticipare il più possibile la potatura verso l’estate, non impiantare nuovi ceraseti nelle immediate vicinanti di ceraseti vecchi e non impiantare nuovi alberi vicino a vecchi alberi infetti ed espiantati, preferire l’irrigazione a goccia rispetto a quella ad aspersione, utilizzare protezioni in plastica per gli alberi giovani, controllare le malerbe dove potrebbero svernare i batteri ed evitare eccessive concimazioni a base di azoto specialmente a stagione avanzata, evitare qualsiasi tipo di stress alle piante e sopratutto evitare loro ferite.

Cancro da infezione fungina: a Washington prevale Cytospora Leucostoma

Batteri che provocano il deperimento del ciliegio dolce ma anche funghi. Ad occuparsi delle motivazioni alla base del deperimento, durante lo Stone Fruit Day c’era Tianna DuPont (Tree Fruit Extension Specialist WSU) che ha presentato una relazione intitolata: “What Fungal Diseases are Causing Cherry Cankers in Washington and Oregon?”. Sintomi simili al cancro batterico provocato da Pseudomonas syringae pv. syringae (PSS) e Pseudomonas amygdaly pv morsprunorum (PAM) sono causati da alcuni funghi: Cytospora Leucostoma, Eutypa, Calosphaeria e Botryosphaeria“Abbiamo condotto un’indagine – ha spiegato proprio Tianna DuPont – su 87 ceraseti fra lo Stato di Washington e l’Oregon. L’indagine è andata avanti due anni ed era volta a determinare quale fosse il patogeno più frequente dietro al deperimento dei ciliegi dolci”. La ricerca ha determinato che in 41 ceraseti la malattia era provocata da Cytospora Leucostomain 12 ceraseti si trattava di cancro batterico, nel 10 era Calosphaeria, in 8 Eutypa e in 2 Botryosphaeria. Per il resto si trattava di agenti patogeni misti (14 ceraseti).

“A differenza del cancro batterico con queste infezioni fungine, non è detto che ci siano gommosi – ha spiegato ancora la DuPont – ciò che li distingue nettamente poi è il fatto poi che rimuovendo la corteccia si vede una netta linea distinta fra l’area morta della pianta e quella ancora viva. In più in particolare con Cytosporarimuovendo la corteccia si possono notare al di sotto dei puntini, eruzioni nere dette pycnidia, sono le spore”.

Qualunque sia l’agente che ha causato l’infezione comunque, le misure da prendere sono abbastanza simili: “Bisogna tagliare circa 30 cm sotto la zona morta ed eliminare il materiale. Se non si taglia le spore continueranno a diffondersi. L’ideale è operare i tagli nei mesi caldi e asciutti, a luglio ed agosto, le ferite guariranno più rapidamente e ci sarà meno probabilità di nuove infezioni. L’importante è individuare il bordo dell’infezione e rimuovere al di sotto, non sempre è facile individuare il bordo del tessuto morto purtroppo”.

Barbara Righini

Foto credit: WSU, Suffolk Fruit Tree


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