Un nuovo bollettino tecnico, frutto di anni di ricerca e cooperazione con i produttori, punta a rafforzare la competitività delle ciliegie di Ñuble e a migliorare la qualità lungo tutta la filiera, fino ai mercati più esigenti.
Il crescente peso della ciliegia nella frutticoltura cilena — oggi la specie più piantata del Paese con oltre 82.000 ettari — richiede un approccio sempre più tecnico e informato, soprattutto in fasi cruciali come la raccolta e la post-raccolta.
Per rispondere a questa esigenza, l’Istituto di Ricerche Agroalimentari del Cile (INIA) ha pubblicato il bollettino “Ottimizzazione della gestione della raccolta e post-raccolta della ciliegia nella Regione di Ñuble”, curato dai ricercatori Cristian Balbontín (INIA Quilamapu, Ñuble) e Bruno Defilippi (INIA La Platina, Regione Metropolitana).
Una guida pratica per produttori
Il documento, scaricabile gratuitamente in formato digitale, si basa sui risultati di un progetto di ricerca quadriennale condotto nella regione di Ñuble.
L’obiettivo è offrire strumenti concreti ai produttori e agli esportatori per garantire che la qualità della ciliegia venga preservata dal campo fino ai mercati di destinazione, in particolare quello asiatico, sempre più esigente.
Secondo Cristian Balbontín, il bollettino — che conta 120 pagine suddivise in sei capitoli — fornisce informazioni dettagliate sulla fisiologia della maturazione, sulla gestione post-raccolta e sui fattori che influenzano la conservabilità e il comportamento commerciale delle ciliegie.
“Ogni varietà ha caratteristiche diverse, e la risposta alla conservazione dipende da elementi come la maturazione, la gestione nutrizionale e fitosanitaria, e i giorni trascorsi in transito”, ha spiegato.
Crescita delle esportazioni
La pubblicazione arriva in un momento cruciale: nella stagione 2024–2025, le esportazioni cilene di ciliegie fresche sono cresciute del 51% rispetto alla stagione precedente, raggiungendo oltre 626.000 tonnellate (125,2 milioni di casse), con la Cina come principale destinazione.
Tale crescita comporta però nuove sfide. “Aumentano le aspettative dei mercati, e questo ha un impatto diretto sui prezzi di vendita”, ha commentato Balbontín.
Per affrontare questo scenario, secondo l’esperto è fondamentale puntare su due strategie: diversificare i mercati di destinazione e innalzare costantemente la qualità del prodotto esportato.
Una qualità costruita nel dettaglio
Non tutte le varietà reagiscono allo stesso modo in post-raccolta. Fenomeni come il raggrinzimento della buccia (pelle di lucertola), l’imbrunimento interno o la disidratazione del peduncolo possono compromettere la qualità percepita.
Anche la consistenza del frutto cambia in base alla varietà e allo stadio di maturazione. Tutto ciò rende evidente l’importanza della ricerca continua e mirata.
Il lavoro svolto per il Bollettino INIA N° 509 è il risultato di un approccio applicato e collaborativo, in sinergia con i produttori e con il sostegno del Governo Regionale di Ñuble e dell’Associazione degli Agricoltori locali.
“L’obiettivo è fornire strumenti basati su dati oggettivi per prendere decisioni più efficaci in campo e nella catena logistica”, ha sottolineato Balbontín.
Ñuble e l’eccellenza cilena
Infine, il ricercatore ha ricordato come fattori esterni al frutteto, come i cambiamenti climatici o le variazioni meteorologiche stagionali, incidano sulla qualità della ciliegia a livello nutrizionale e strutturale.
Disporre di strumenti e conoscenze come quelle contenute in questo bollettino rappresenta un passo strategico per rafforzare il posizionamento di Ñuble come una delle regioni leader nella produzione di ciliegie di alta qualità.
Fonte testo e immagine: redagricola.com
Cherry Times - Tutti i diritti riservati