Al centro del 10° International Cherry Symposium tenutosi a Washington, l’intervento dell’agronoma cilena Marlene Ayala ha messo in luce il ruolo pionieristico del Cile nella ricerca su coperture plastiche e nutrizione fogliare del ciliegio. Un segnale forte del peso scientifico del Paese nella scena frutticola globale.
Il Cile non segue più
Marlene Ayala, docente della Pontificia Universidad Católica de Chile, è intervenuta come relatrice d’onore durante il simposio internazionale dedicato alla ciliegia, tenutosi negli Stati Uniti. Il suo contributo ha spaziato tra innovazioni agronomiche e visione strategica: dal ruolo delle coperture plastiche per affrontare le sfide climatiche, agli studi avanzati sull’assorbimento del calcio in foglie e frutti.
“La nostra industria ha avuto un’accelerazione decisiva a partire dal 2000 e oggi siamo tra i leader mondiali”, ha dichiarato Ayala in un’intervista a Portalfruticola.com. “Abbiamo smesso di importare tecnologia per cominciare a generarla: affrontiamo sfide uniche che ci spingono a innovare con soluzioni su misura per il nostro territorio”.
Coperture plastiche: know-how cileno
Nel suo intervento, Ayala ha illustrato gli sviluppi ottenuti dal Cile nell’uso delle coperture plastiche per i ceraseti. Una tecnologia che, oltre a proteggere le piante dagli eventi climatici estremi, permette di anticipare la raccolta e ottimizzare la finestra commerciale.
“Il nostro sistema produttivo sotto plastica è frutto di anni di adattamenti: abbiamo creato un pacchetto tecnologico modellato sul nostro ambiente, sulle nostre varietà e sulle esigenze di mercato”, ha spiegato.
Secondo l’esperta, il Cile è oggi all’avanguardia nell’adozione e gestione di queste strutture rispetto a Paesi come Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Argentina, Spagna e Italia. Tuttavia, c’è ancora margine di crescita. “Siamo già avanti, ma in cinque anni potremmo avere un sistema perfettamente ottimizzato per la produzione sotto copertura”.
Attualmente, i team di ricerca stanno indagando su materiali innovativi, forme di automazione, qualità dei frutti, fisiologia della pianta, nutrizione minerale e post-raccolta, con l’obiettivo di affinare ulteriormente le tecniche.
Calcio e nutrizione
Un secondo focus dell’intervento ha riguardato la nutrizione del ciliegio, in particolare l’applicazione di calcio attraverso trattamenti fogliari. Utilizzando isotopi stabili, Ayala e il suo team sono riusciti a determinare con precisione se e come il calcio venga assorbito dalla pianta.
“I nostri studi indicano che le foglie assorbono calcio in modo più efficiente rispetto ai frutti, ma entrambi gli organi iniziano l’assorbimento già nelle fasi iniziali della stagione. Questo conferma l’importanza delle applicazioni precoci e mirate”, ha evidenziato.
Queste evidenze, frutto di anni di sperimentazione sul campo in diverse aree produttive del Cile e con varietà differenti, rappresentano un contributo unico nel panorama scientifico internazionale, spesso carente di dati su queste pratiche.
Visibilità e finanziamenti
Partecipare a un simposio internazionale è per Ayala anche un’opportunità per rafforzare la visibilità della ricerca cilena. “Il riconoscimento internazionale c’è, lo abbiamo in Cina, Europa e Nord America. Ma è importante anche essere riconosciuti a casa propria”, ha sottolineato.
Un punto dolente resta il finanziamento della ricerca. “Purtroppo in Cile è ancora difficile ottenere fondi per progetti di ricerca applicata. All’estero, come negli Stati Uniti, i fondi pubblici e quelli messi a disposizione dagli stessi produttori sostengono lo sviluppo continuo del settore”.
Un modello virtuoso che, secondo la ricercatrice, potrebbe essere replicato per rafforzare ulteriormente la leadership del Cile nel comparto delle ciliegie.
Fonte testo e immagine: portalfruticola.com
Cherry Times - Tutti i diritti riservati