Nella Sierra Sur di Jaén, in Andalusia, la primavera si tinge di rosa grazie ai ciliegi in fiore, creando un paesaggio mozzafiato che si intreccia con gli uliveti. Ma dietro questa bellezza si cela una crisi agricola: i ciliegi centenari della zona rischiano di scomparire.
La loro superficie coltivata si è dimezzata in un decennio, mettendo a repentaglio non solo una coltura, ma un simbolo identitario per l’intera regione.
Un paesaggio unico minacciato dal declino
Jaén, insieme a Granada, è una delle principali produttrici di ciliegie in Andalusia. Le condizioni climatiche della Sierra Sur, con altitudini favorevoli e 700-800 ore di freddo invernale, rendono l’area perfetta per coltivare ciliegi di alta qualità.
A Castillo de Locubín, cuore di questa produzione, dal 1984 si celebra persino una festa dedicata al frutto.
Eppure, il settore è in declino. Secondo Antonio Conde, agronomo e agricoltore erede di una storica azienda familiare, “il ciliegio è il simbolo della nostra zona, ma la sua coltivazione sta perdendo appeal e la redditività è sempre più bassa”.
Nel 2023, la superficie coltivata era scesa a 478 ettari, di cui solo 278 in associazione con l’oliveto. Nel 2012 si contavano 1.118 ettari, ridotti a 757 nel 2017 e 511 nel 2020.
Le cause del crollo: manodopera, redditività e cambiamento climatico
Tre i principali fattori della crisi:
- Manodopera scarsa e costosa, poiché la raccolta resta manuale per preservare la qualità del frutto.
- Mancanza di cooperative e organizzazioni di filiera, che rende difficile raggiungere economie di scala.
- Plaghe e siccità, come il “gusano cabezudo” che attacca le radici, aggravate dal clima sempre più instabile.
Sempre più coltivatori, spinti anche dalla possibilità di meccanizzazione e risparmio, sostituiscono i ciliegi con oliveti intensivi.
Inoltre, le precipitazioni primaverili danneggiano i frutti in formazione, mentre le varietà tardive soffrono di malattie fungine. Le perdite di produzione possono toccare il 30-40%.
Un frutto prezioso e identitario
Nonostante le difficoltà, per agricoltori come Conde il ciliegio mantiene un valore speciale. La sua produzione, limitata a circa un mese all’anno, è molto richiesta sul mercato e ha un forte significato culturale.
“Perdere i ciliegi significa perdere un simbolo costruito dai nostri antenati. Per me, che provengo da una famiglia di agricoltori, sarebbe una sconfitta dolorosa”, racconta con emozione.
Guardare avanti: comunicazione e supporto istituzionale
Per salvaguardare i ciliegi della Sierra Sur, gli esperti propongono campagne di sensibilizzazione sui benefici della coltura e un maggiore sostegno da parte delle istituzioni e delle associazioni giovanili agricole.
Il modello italiano, con consorzi e denominazioni protette, potrebbe offrire uno spunto utile per ridare slancio al settore e valorizzare un prodotto di nicchia ma di alta qualità.
Fonte: jaenhoy-es.cdn
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