Nuovi portainnesti di ciliegio dalla Serbia per affrontare il cambiamento climatico

15 ago 2025
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Il cambiamento climatico rappresenta oggi una delle sfide più complesse per l’agricoltura, in particolare per la coltivazione delle ciliegie. Estati sempre più calde, inverni instabili e una crescente scarsità d’acqua rendono necessario un ripensamento profondo delle pratiche agricole tradizionali.

In questo contesto, diventa fondamentale individuare soluzioni che coniughino sostenibilità ambientale e efficienza produttiva, che rendano economicamente vantaggiosa la produzione. Una delle strategie più promettenti risiede nella valorizzazione delle risorse genetiche autoctone, con l’obiettivo di selezionare nuovi portainnesti che offrano resistenza, adattabilità e ridotto vigore, per piantagioni moderne ad alta densità.

Soluzioni genetiche innovative

La ricerca recentemente condotta all’Università di Novi Sad (Serbia) si è focalizzata proprio su questo obiettivo: analizzare la variabilità morfologica e la qualità produttiva di 27 genotipi potenzialmente utilizzabili come portainnesti per amarene e ciliegie. Questi genotipi sono stati selezionati all’interno del patrimonio genetico di Prunus cerasus L. ecotipo Oblačinska e di Prunus fruticosa Pall., conosciuta anche come ciliegia della steppa, entrambi originari delle regioni dell’Europa sud-orientale e particolarmente adattati a condizioni pedoclimatiche difficili.

I risultati della caratterizzazione morfologica hanno evidenziato un’ampia variabilità tra i genotipi, sia in termini di vigore vegetativo (con esemplari che vanno da portamenti estremamente nanizzanti a vigorosi), sia nella capacità di radicazione e nella formazione di germogli avventizi successivamente all’innesto.

Potenziale genetico e gestione agronomica

In particolare, il 26% dei candidati ha mostrato buone capacità di radicazione, il 59% molto buone, e il 15% eccellenti, confermando l’elevato potenziale genetico di questa selezione. Inoltre, oltre la metà dei genotipi ha mostrato una bassa propensione alla formazione di polloni, una caratteristica importante per semplificare la gestione del frutteto e ridurre gli interventi agronomici.

Questa prima fase di indagine ha permesso di individuare diversi candidati promettenti, che potrebbero costituire la base per programmi di miglioramento genetico orientati a una frutticoltura più resiliente e sostenibile.

Adattabilità e sperimentazioni future

Lo studio ha incluso selezioni provenienti da diverse aree della Serbia, regione particolarmente ricca di biodiversità per le specie del genere Prunus. Le osservazioni sul campo hanno confermato non solo le potenzialità morfologiche e produttive dei genotipi, ma anche la loro capacità di adattarsi a condizioni colturali meno intensive, come la coltivazione senza irrigazione o con un uso ridotto di fertilizzanti e fitofarmaci.

Tuttavia, per valorizzare pienamente queste risorse genetiche, saranno necessari ulteriori studi condotti in ambienti pedoclimatici differenti. Solo attraverso una sperimentazione approfondita si potrà comprendere appieno l’interazione tra portainnesto e varietà innestata, e quindi identificare le combinazioni più performanti per le nuove esigenze della frutticoltura europea.

In questo scenario, la genetica vegetale e la selezione dei portainnesti si confermano strumenti fondamentali per affrontare con successo le sfide ambientali, produttive ed economiche del futuro.

Fonte: Voćarstvo, 58, 221–222 (2024), 91–101 Journal of Pomology, 58, 221–222 (2024), 91–101, https://doi.org/10.18485/pomology.2024.58.221_222.3

Fonte immagine: SL Fruit Service

Melissa Venturi
Università di Bologna


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