Il 2025 sarà un anno amaro per gli amanti delle ciliegie. A lanciare l’allarme è EastFruit, che segnala una drastica riduzione dei raccolti di ciliegie dolci e amarene nei principali Paesi produttori dell’Europa orientale e in Turchia, a causa delle intense gelate che hanno colpito la regione ad aprile.
A complicare lo scenario, si aggiunge una tendenza strutturale: la progressiva riduzione delle superfici coltivate a ciliegio nell’Unione Europea, dovuta all’aumento del rischio climatico e alla mancata sostituzione dei vecchi impianti.
Ucraina e Polonia sotto assedio del gelo
Ucraina: il gelo colpisce duro, ma il peggio riguarda le amarene. In Ucraina, tre ondate di gelo primaverile hanno messo in ginocchio la frutticoltura, provocando danni ingenti, seppur disomogenei. Secondo le prime stime, il Paese ha perso tra il 35% e il 40% della produzione di ciliegie dolci, con le zone meridionali maggiormente colpite. Le amarene, destinate prevalentemente all’industria del surgelato e alla trasformazione per l’export, hanno subito perdite stimate tra il 20% e il 25%.
Va ricordato che l’Ucraina è oggi fortemente dipendente dalle importazioni di ciliegie dolci, dopo l’occupazione russa delle aree tradizionalmente vocate a questa coltura. Di conseguenza, i prezzi interni saranno più alti del solito.
Polonia: perdite record fino all’80%. Anche la Polonia ha subito danni severi, con gelate tra fine aprile e inizio maggio che hanno compromesso fino all’80% dei raccolti in alcune aree. A livello nazionale, si prevede una perdita del 50–55% per le amarene, mentre la situazione è ancora più grave per le ciliegie dolci.
Sebbene non sia un grande esportatore di prodotto fresco, la Polonia ha guadagnato peso nel settore del surgelato, e le ripercussioni sui mercati internazionali non mancheranno.
Emergenza in Turchia e catastrofe nei Balcani
Turchia: il gelo taglia il raccolto, prezzi in aumento del 75%. Tra il 10 e il 12 aprile 2025, le temperature in alcune aree frutticole della Turchia sono scese fino a -15°C. Le province di Salihli, Isparta e Afyonkarahisar sono tra le più colpite, e si stima una perdita del 50–70% della produzione.
Con la Turchia che esercita un’influenza diretta sui prezzi delle ciliegie in Europa occidentale, si prevede un incremento medio del 75% nei prezzi all’ingrosso durante la stagione di raccolta ed esportazione.
Russia, Ungheria, Romania e Moldova: una catastrofe generalizzata. In Russia si stima un calo dei raccolti tra il 40% e il 50%, con una conseguente previsione di raddoppio dei prezzi.
La situazione è ancora più drammatica in Ungheria, dove fino al 90% dei frutteti ha subito danni. In alcune regioni dell’est, il raccolto di ciliegie dolci e frutta a nocciolo è stato decimato. Le aziende di trasformazione stanno già cercando alternative, come le amarene surgelate provenienti dall’Asia Centrale, in particolare dall’Uzbekistan.
Anche la Romania ha subito pesanti perdite, con gelate notturne fino a -8°C tra il 6 e l’11 aprile che hanno colpito duramente le province di Dâmbovița, Brașov e Vâlcea. La produzione di ciliegie dolci e amarene potrebbe crollare del 70–80%.
In Moldova, la situazione è leggermente più eterogenea: secondo Yulia Tymoshenko, responsabile del progetto “Tiferet” per la frutta surgelata, le aziende che hanno adottato misure di protezione sono riuscite a salvare parte dei raccolti. Le perdite, però, si attestano comunque tra il 30% e il 40%, con punte del 100% in alcune zone del nord, come Soroca.
Scarsità di offerta e prospettive
L’Uzbekistan non basta: offerta scarsa, logistica complicata. L’Uzbekistan potrebbe fornire un contributo marginale per compensare le mancanze, ma difficilmente riuscirà a colmare il vuoto lasciato da Turchia e altri player regionali.
I limiti logistici, l’alta domanda interna e il disallineamento stagionale rendono improbabile un impatto significativo sul mercato dell’Europa orientale.
Conclusione: meno ciliegie per tutti, prezzi fuori portata. Il 2025 si preannuncia come un anno critico per il mercato delle ciliegie dolci e delle amarene. La produzione è crollata, i prezzi sono destinati a salire vertiginosamente, e per molti consumatori queste delizie estive potrebbero diventare un lusso.
La crisi climatica si fa sentire, e la filiera è chiamata a ripensare strategie e investimenti per il futuro.
Fonte: east-fruit.com
Fonte immagine apertura: SL Fruit Service
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