Grazie a un inverno favorevole e all’entrata in produzione di nuovi impianti, l’area cilena di Ovalle prevede di superare le 2.000 tonnellate di ciliegie, con le prime spedizioni verso la Cina già dalla settimana 42.
Nel cuore della regione settentrionale del Cile, la zona di Ovalle si conferma una delle aree più promettenti per la produzione precoce di ciliegie dell’emisfero sud. Grazie a varietà a ciclo breve come Brooks, Nipama e Royal Dawn, i produttori locali riescono a intercettare una finestra commerciale unica: l’assenza di frutta fresca nei mercati asiatici, in particolare in Cina, che garantisce ottime quotazioni per le prime partite in arrivo.
Jorge Astudillo, consulente agronomico con lunga esperienza nella zona, guarda con ottimismo alla stagione 2025, evidenziando una fioritura anticipata di circa cinque giorni rispetto allo scorso anno e condizioni climatiche ideali, sia in termini di freddo che di precipitazioni.
Produzione in forte espansione
Secondo Astudillo, la produzione nella zona potrebbe facilmente raddoppiare rispetto alla stagione precedente, toccando o superando le 2.000 tonnellate. Il motivo? L’entrata in produzione di una vasta superficie piantata negli ultimi cinque anni, oggi stimata tra il 50% e il 60% del totale coltivato. Si parla di 200-300 ettari già in produzione, distribuiti tra impianti giovani e appezzamenti in piena maturità produttiva.
La qualità della frutta, sottolinea l’esperto, è superiore a quella proveniente da tunnel o serre della zona centrale del Cile, che lo scorso anno non avevano convinto il mercato cinese a causa di una consistenza inferiore. “La nostra è una ciliegia naturale, soda, croccante e ben colorata”, spiega Astudillo.
Obiettivo Cina: via ai voli già da ottobre
Il piano è chiaro: partire con i voli cargo diretti verso la Cina a partire dalla settimana 42, ovvero intorno al 20-22 ottobre, proprio quando il mercato cinese è privo di offerta. La maggior parte della produzione – oltre il 60% – proviene da aree libere dalla mosca della frutta, come la fascia costiera di Ovalle, e potrà accedere senza limitazioni al mercato cinese.
Le aree sotto quarantena, come la valle del fiume Hurtado, rappresentano circa metà della superficie coltivata, ma con volumi più contenuti poiché gli impianti sono ancora giovani. Per queste produzioni si prevedono alternative logistiche come l’invio in nave con trattamento a freddo o la destinazione verso l’Europa.
La sfida della qualità per mantenere il business
Guardando all’intera offerta cilena, Astudillo ammette che la scorsa stagione è stata penalizzata da un eccesso di volumi e da una qualità non sempre all’altezza. “Non possiamo più pensare che basti il volume. Oggi il mercato premia solo la qualità premium”, afferma. Per questo motivo, insiste sulla necessità di una selezione rigorosa in campo: la frutta che non rispetta gli standard non deve nemmeno arrivare ai centri di confezionamento.
Prospettive e sostenibilità del settore
Nonostante l’incertezza legata al clima nelle settimane cruciali tra ottobre e novembre, l’obiettivo di mantenere la soglia delle 130 milioni di casse a livello nazionale sembra raggiungibile. I costi di produzione sono rimasti stabili rispetto all’anno precedente, con un leggero aumento del costo del lavoro. Durante la raccolta, un operaio con buona produttività potrà guadagnare tra 60 e 80 dollari (circa 56-75 euro) al giorno.
Quanto al mercato argentino, Astudillo chiarisce che si tratta di una piazza troppo limitata per giustificare una logistica dedicata, e per questo le esportazioni si concentreranno su mercati più remunerativi.
In conclusione, se la qualità sarà all’altezza delle aspettative e la logistica non presenterà criticità, la stagione 2025 potrebbe segnare un punto di svolta per la ciliegia precoce cilena, con Ovalle protagonista assoluta dell’apertura del calendario export.
Fonte: masp.lmneuquen.com
Fonte immagine: Los Andes
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