Ciliegie, grandi assenti sulle tavole italiane in questa tarda primavera. Colpa dei prezzi alle stelle, che scoraggiano i consumi, alimentano un’inevitabile discontinuità negli approvvigionamenti e impediscono l’avvio della stagione.
Eppure la campagna cerasicola è iniziata, anche se è difficile accorgersene dando un’occhiata agli scaffali di fruttivendoli e supermercati.
Ma cosa sta succedendo?
Focus sulla Puglia
Il punto focale è la Puglia, la regione con la maggiore vocazione produttiva, alle prese con una delle crisi più gravi di sempre per il comparto. Lo spiega bene Massimiliano Del Core, presidente di Confagricoltura Bari-Bat: “Due gelate notturne durante la fase di germogliamento, otto giorni di pioggia in fase di fioritura e l’alternanza tra forti venti di scirocco e maestrale durante la crescita e la maturazione del frutto hanno decimato la produzione nelle aree storicamente più produttive della Puglia, portandola ben al di sotto della soglia minima di sostenibilità economica per gli agricoltori.”
Così i cerasicoltori delle province di Bari e Bat – con oltre 16.000 ettari coltivati, pari da soli al 30% della produzione nazionale – si trovano a fronteggiare costi di coltivazione e raccolta molto elevati.
Prezzi e paradossi
Del Core parla di rese produttive paradossali, in alcuni casi persino inferiori a 5 quintali per ettaro, tanto da rendere antieconomica la raccolta. Un meccanismo che – inevitabilmente – fa impennare i prezzi e frena i consumi nelle grandi città e all’estero, dove si sono toccati picchi di 20 euro al chilo (a Milano, ad esempio), con una media tra i 10 e i 15 euro.
Nonostante le difficoltà, il comparto non si arrende e il 29 maggio ha presentato al Senato la Festa annuale della ciliegia dei territori di Turi e Conversano, che si terrà regolarmente.
In gioco c’è il destino della cerasicoltura pugliese, a cui sono legate intere comunità.
Criticità e innovazione
“Bisogna prendere atto una volta per tutte,” prosegue Del Core, “che l’attuale situazione del comparto non consente alle oltre 7.000 aziende cerasicole attive nella nostra regione di andare avanti, se non grazie alla capacità di reazione dell’intera filiera; una capacità che passa per la spinta all’aggregazione, dato che la dimensione media delle aziende cerasicole pugliesi è inferiore ai 2 ettari, e si fonda su investimenti in innovazione varietale e nuovi impianti.”
La ricerca è sempre la chiave. “L’eccezionale qualità e riconoscibilità della nostra ciliegia Ferrovia deve essere affiancata dalle performance di nuove varietà, capaci di esprimere il loro potenziale produttivo e il gradimento del mercato in periodi diversi,” aggiunge Del Core.
“È inoltre importante che i produttori possano beneficiare delle opportunità e delle agevolazioni messe a loro disposizione, come i contratti di filiera nazionali e i bandi CSR regionali. Su questi ultimi, in particolare, si segnala una dotazione finanziaria non del tutto proporzionata all’importanza del settore, ma si auspica che possa essere incrementata in futuro.”
Fonte: https://en.ilsole24ore.com/art/cherries-like-gold-thats-why-they-cost-up-to-20-euro-per-kilo-AH99xR0?refresh_ce=1
Fonte immagine: Corriere di Puglia
Silvia Marzialetti
Il Sole24Ore
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