La stagione 2024 delle ciliegie pugliesi sembra promettere bene: si respira un clima di fiducia e positività fra gli operatori in Puglia e ce n’era bisogno dopo un 2023 che ha lasciato l’amaro in bocca.
Mentre dalla regione arrivano notizie dei primissimi stacchi simbolici nella zona di Barletta, dal barese si conferma un anticipo di stagione: “A breve si comincerà a raccogliere – ci ha confermato Alessandro Nisi, responsabile commerciale della Di Palma Food – abbiamo avuto una buona fioritura, un’abbondanza di fiori, evitato ad oggi le gelate. Il clima insomma è stato cortese e dovremmo andare incontro a una stagione piacevole”.
Immagine 1: Ceraseto in fiore - Foto archivio. Fonte: Alessandro Nisi - Di Palma Food.
“Ci sono 15 giorni d’anticipo sulla normale stagione – è la conferma anche di Vito Valenzano, uno dei titolari di Fra.Va – Per il momento tutto procede per il meglio. Ci sono le temperature giuste, non abbiamo umidità al mattino. Ero preoccupato per l’accumulo scarso di ore di freddo ma visitando i campi ho invece trovato una buona quantità di prodotto, almeno sulle varietà precoci. Se il meteo ci assiste, quest’anno andrà bene. Le tardive sono ancora in fiore quindi non vorrei sbilanciarmi”.
La Di Palma Food e Fra.Va commercializzano ciliegie, così come la Giacovelli. Tutte e tre le aziende si trovano in provincia di Bari. “Quest’anticipo di stagione di circa 20 giorni, se il meteo reggerà, ci farà arrivare un po’ prima sui mercati con il prodotto italiano e questo è un bene”, ci ha raccontato Anna Giacovelli, Business Development Manager della Giacovelli.
La zona di Bari e più in generale la Puglia hanno un ruolo da protagoniste nel comparto cerasicolo italiano. Su circa 28.300 ettari in produzione (dato 2023 Istat), 17.535 sono in Puglia, ben oltre la metà. La produzione si concentra proprio nella zona di Bari con 17.230 ettari in produzione.
Secondo quanto riportato dalla RICA, la Rete d’Informazione Contabile Agraria, la Puglia vale il 30% della produzione cerasicola italiana. Le rese sono però le più basse d’Italia con 17,6 q/ha contro una media italiana di 35 q/ha (dati 2019/2021).
I prezzi stellari delle primizie non fanno i volumi
Se l’avvio di stagione sembra essere partito con il piede giusto, per tutti e tre gli intervistati è troppo presto per fare previsioni di prezzi. In Puglia, la prima varietà che arriva è, in linea di massima, la Bigarreau, anche se sono presenti altre varietà precoci come Nimba, Pacific Red.
I prezzi dei primi giorni però non devono abbagliare: “Per chi ha coperture, per le Bigarreau che arrivano per prime, si può arrivare in genere anche a 15, 20 euro al kg ma non è con queste ciliegie che fai i volumi. Questo è prodotto che va in particolari negozi di Milano o di Firenze.
È quando inizi ad avere volumi per assestarti con i supermercati che inizia veramente la stagione e se riesci a stare fra i 4 e i 5 euro ai produttori, a inizio di maggio, allora l’annata sta andando bene. Noi dovremmo iniziare veramente a fine mese, ora è troppo presto per fare previsioni”, ci ha detto ancora Vito Valenzano di Fra.Va, un’azienda che ha la lavorazione a Rutigliano, e alla quale conferiscono produttori di Conversano, Turi, San Michele e Bisceglie.
Fra.Va commercializza, in una stagione standard, circa 25mila quintali di ciliegie che finiscono prevalentemente sui banchi dei supermercati italiani. Solo fra il 10 e il 20% delle ciliegie della Fra.Va va all’estero, in Germania, in Austria e in minima parte in Paesi del Nord come la Svezia.
Immagine 2: Calibratrice - Foto archivio. Fonte: Alessandro Nisi - Di Palma Food.
Al contrario la Giacovelli, azienda nata negli anni ‘50 del secolo scorso con 50.000 quintali commercializzati in media l’anno, si rivolge soprattutto all’estero, prevalentemente guarda alla Svizzera, alla Germania e alla Francia (l’Italia vale il 30/35% del fatturato, prevalentemente nei supermercati del nord Italia).
“Per noi, che siamo principalmente esportatori, la campagna entra nel vivo con Giorgia, varietà che si raccoglie subito dopo la Bigarreau. Purtroppo la Bigarreau non è adatta all’esportazione, non regge”, ha commentato Anna Giacovelli. Pietro Giacovelli, titolare dell’azienda, è ottimista sul 2024: “In base al clima attuale, considerando che la campagna sarà più lunga, visto l’anticipo, avremo una stagione di prezzi equilibrati che favorirà i produttori e i consumatori”.
Ferrovia, tutti l’attendono in Puglia
In Puglia ancora la varietà regina è la Ferrovia: «È con la Ferrovia, intorno al 15-20 di maggio abitualmente, che si apre veramente il mercato globale della ciliegia di Puglia. Con la Ferrovia si va avanti per 40, a volte anche 50 giorni. La Ferrovia ha caratteristiche particolari legate al territorio, ha un colore rosso intenso, la polpa rosata, è croccante e piacevole all’assaggio. E’ fortunato chi riesce a gustarla», ci ha detto ancora Alessandro Nisi della Di Palma Food.
L’azienda, che commercializza un volume di circa 8/9000 quintali all’anno, ha un parco fornitori storico che coltiva nella zona vocata del barese. Si tratta di circa 100 ettari fra San Michele, Conversano, Turi e Castellana. “Negli ultimi anni ci stiamo affacciando anche verso nord, nella zona di Bisceglie e Andria”.Le ciliegie trattate dalla Di Palma vedono la Germania come più importante mercato all’estero. Il loro mercato principale rimane però l’Italia, con la GDO, che assorbe il 50% dei volumi commercializzati.
Per allungare la stagione si investe in post-produzione
Anche Giacovelli ha puntato molto sulla Ferrovia, in particolare l’azienda ha lavorato sulla post-produzione per riuscire ad allungare il più possibile la vita della regina pugliese: “Ci siamo dotati – ci ha raccontato ancora Anna Giacovelli, Business Development Manager della Giacovelli - di una calibratrice ottica per la lavorazione nello stabilimento di Turi".
"È un macchinario di ultimissima generazione, con la possiblità di selezione in maniera perfetta, con telecamere a raggi infrarossi, dandoci colore, calibro, e perfezione del prodotto. Il tutto avviene in acqua fredda, dallo svuotamento fino al confezionamento, per evitare stress termici e danni al prodotto fresco in modo da conseguenza garantire alta qualità e shelf-life ai nostri clienti. Ma non è solo questione di tecnologia".
"Abbiamo lavorato su tanti dettagli che fanno la differenza: dalla temperatura dell’acqua della calibratrice alla temperatura e umidità delle celle per esempio. Lo stesso lavoro stiamo iniziando a farlo anche in campo, con i nostri produttori”.
In Puglia ci sono 7.120 aziende che producono ciliegie. Oltre al sentito problema frammentazione, tutti sono concordi sulla necessità di rinnovare gli impianti e di operare un cambio varietale per stare al passo con le richieste del mercato.
“Su 4 ettari nostri – ci ha raccontato ancora Vito Valenzano di Fra.Va – stiamo provando 4 varietà precoci e a basso fabbisogno di freddo della californiana IFG: Cherry Burst®, Cherry Cupid®, Cherry Nebula® e Cherry Treat®. Le abbiamo appena impiantate, ma lo scopo è verificare se sono varietà valide, sperando poi di stimolare i produttori a investire in nuove varietà e a rinnovare gli impianti, dotandoli anche di coperture e reti per difendersi dalla pioggia e dagli insetti”.
"Nella zona a nord del barese si iniziano a vedere i primi nuovi impianti – ha sottolineato con la voce piena di speranza Alessandro Nisi, della Di Palma Food – Sono imprenditori giovani, hanno abbinato la forma d’allevamento a impianti moderni, con coperture, anche laterali. Lì anticipano la stagione e con le precoci spuntano prezzi migliori. Vorremmo portare questa innovazione anche su Conversano, l’obiettivo è proteggere".
Fra le problematiche emergenti che preoccupano c’è purtroppo da segnalare l’arrivo, lo scorso anno, di un insetto alieno temutissimo come Drosophila suzukii. Un’avversità praticamente impossibile da sconfiggere senza reti di protezione.
Anche l’azienda Giacovelli è convinta che la carta vincente sia il rinnovo varietale: “Attualmente il core business delle ciliegie è ancora la Ferrovia. In Puglia però si sta affacciando un forte cambiamento varietale. Ciò nei prossimi 5 anni ci permetterà di avere una pianificazione più ampia di fornitura di prodotto italiano”, ha osservato ancora Anna Giacovelli.
Immagine 3: Confezione di ciliegie premium. Fonte: Fra.Va.
In attesa di quello che gli operatori hanno chiamato «un cambio di mentalità», quello che chi commercializza può fare è investire in post produzione. Da un lato la calibratrice ottica, immancabile nei magazzini e la ricerca di perfette condizioni di conservazione, dall’altro il lavoro sul packaging che tutti gli interlocutori sentiti stanno portando avanti, sia per rispondere alle richieste di maggiore sostenibilità ambientale, sia per allungare la shelf life del prodotto.
E quando un packaging fa centro, sono soddisfazioni: «Abbiamo provato una scatola con soli 41 frutti – ci ha raccontato sempre Valenzano - sistemati uno a uno in alveoli, tutti dello stesso calibro. L’anno scorso è andata benissimo. L’avevamo pensata per le boutique ma ha avuto grande apprezzamento anche nei supermercati. Le persone la comprano soprattutto online e la portano come dono, in occasione di inviti a cene, un po’ come si fa con la bottiglia di vino. Certo è una nicchia, ma vedere che funziona dà grande soddisfazione».
Barbara Righini
Immagine di apertura: Alessandro Nisi - Di Palma Food
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