In un contesto agricolo globale condizionato dai cambiamenti climatici, la gestione delle risorse idriche rappresenta una sfida fondamentale per la sostenibilità delle produzioni frutticole. Il ciliegio dolce, apprezzato per la qualità organolettica dei suoi frutti, è una specie interessante per le aree a disponibilità idrica limitata, grazie alla sua “rusticità” e moderata esigenza idrica.
Uno studio condotto tra il 2022 ed il 2023 in Romania, presso la Research Station for Fruit Growing di Iași, ha analizzato il comportamento ecofisiologico di tre cultivar di ciliegio dolce: “Van”, “Andreiaș” e “Margonia”, coltivate in assenza di impianto di irrigazione.
Lo studio ha misurato la conduttanza stomatica, il contenuto idrico relativo delle foglie e la loro capacità di trattenere l’acqua nel tempo (disidratazione dopo 24 ore), in tre fasi fenologiche chiave: piena fioritura (65 BBCH), frutti all’80% dello sviluppo (75 BBCH) e maturazione dei frutti (89 BBCH).
Risposte ecofisiologiche nelle cultivar
I rilievi sono stati effettuati sia nella parte interna che in quella esterna della chioma, per valutare le differenze fisiologiche indotte dal posizionamento.
I risultati hanno evidenziato una notevole variabilità tra le cultivar, ma anche tra le diverse posizioni nella chioma. La cultivar “Andreiaș” si è distinta per una buona capacità di conservare l'acqua nelle foglie e una ridotta disidratazione nel tempo, suggerendo una maggiore resistenza allo stress idrico.
Figura 2. Dipendenza del contenuto di clorofilla dal contenuto d'acqua relativo.(a1 – 65BBCH; a2 – 75BBCH; a3 – 89BBCH; b1 – 'Van'; b2 – 'Andreiaș'; b3 – 'Margonia'; c1 – interno della chioma; c2 – esterno della chioma; **correlazione positiva – nettamente significativa n = 18, P5% = 0,47)
In particolare, le foglie situate nella parte interna della chioma hanno mostrato una conduttanza stomatica ed un contenuto di clorofilla più elevati, indici di una più intensa attività fotosintetica e di uno stato idrico migliore rispetto alle foglie esposte all’esterno.
Durante la fase di maturazione dei frutti, caratterizzata da un'elevata richiesta evapotraspirativa, si sono registrati i valori massimi di conduttanza stomatica nelle foglie interne della chioma nella cultivar “Margonia” (fino a 17.84 mol m−2 s−1).
Correlazioni tra parametri fisiologici
La correlazione positiva tra conduttanza stomatica e contenuto di clorofilla (R² = 0.686) suggerisce che le foglie con maggiore apertura stomatica sono anche quelle con più elevata attività fotosintetica.
Viceversa, è stata osservata una correlazione negativa tra contenuto idrico fogliare e SPAD (R² = –0.874), il quale indica che le foglie più fisiologicamente attive tendono a disidratarsi più rapidamente.
Figura 2. Dipendenza del contenuto di clorofilla dal contenuto d'acqua relativo. (a1 – 65BBCH; a2 – 75BBCH; a3 – 89BBCH; b1 – 'Van'; b2 – 'Andreiaș'; b3 – 'Margonia'; c1 – interno della chioma; c2 – esterno della chioma; **correlazione positiva – nettamente significativa n = 18, P5% = 0,47)
Tuttavia, nonostante la riduzione del contenuto idrico assoluto nelle foglie durante la fase di maturazione, il tasso di disidratazione è risultato significativamente rallentato.
Questo rappresenta un efficace meccanismo di adattamento che consente alla pianta di limitare la perdita di acqua, preservando le funzioni vitali in una fase critica per i frutti.
Implicazioni agronomiche e future ricerche
Tale capacità di trattenere l’acqua è risultata particolarmente evidente nella cultivar “Andreiaș”, con conseguente miglior equilibrio idrico.
In conclusione, lo studio mostra che, anche in assenza di irrigazione, alcune cultivar di ciliegio possono mantenere un’efficiente attività fisiologica grazie a strategie adattative che coinvolgono la gestione della conduttanza stomatica, la distribuzione fogliare e la composizione biochimica delle foglie.
Figura 3. Dependence of the chlorophyll content to rate of foliar dehydration. (a1 – 65BBCH; a2 – 75BBCH; a3 – 89BBCH; b1 – ‘Van’; b2 – ‘Andreiaș’; b3 – ‘Margonia’; c1 – canopy interior; c2 – canopy exterior; ***positive correlation – high significant (n = 18, P5% = 0.47)
I dati ottenuti possono contribuire alla definizione di modelli predittivi utili alla selezione varietale ed alla gestione colturale in aree a rischio siccità, per un'agricoltura più resiliente ai cambiamenti climatici.
Ulteriori studi saranno fondamentali per comprendere più a fondo le risposte fisiologiche e molecolari di queste cultivar, anche in scenari ambientali più estremi.
Fonte: Mineață, I., Perju, I., Sîrbu, S., Golache, I. E., Ungureanu, I. V., Ostaci, S., & Jităreanu, C. D. (2024). Ecophysiological aspects of some sweet cherry cultivars from the North-East of Romania. Hort. Sci. (Prague), 51, 305-313. https://doi.org/10.17221/113/2023-HORTSCI
Fonte immagini: Sirbu et al., 2024; SL Fruit Service
Andrea Giovannini
Università di Bologna
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