Il ciliegio selvatico (Prunus avium L.) rappresenta una specie forestale di notevole rilevanza sia economica sia ecologica. È apprezzato non solo per il suo legno pregiato, caratterizzato da ottime proprietà meccaniche ed estetiche, ma anche per il suo ruolo chiave negli ecosistemi boschivi, dove fornisce alimento a numerose specie di uccelli e mammiferi.
Tuttavia, la propagazione convenzionale di questa specie risulta spesso complessa e poco efficiente. La disponibilità di semi vitali, infatti, è irregolare e soggetta a variazioni annuali, mentre i processi di germinazione e crescita iniziale sono generalmente lenti e richiedono condizioni ambientali difficili da controllare.
In questo contesto, la micropropagazione di genotipi élite selezionati emerge come la strategia più efficace per ottenere piantine di alta qualità destinate ad attività di rimboschimento, alla creazione di piantagioni clonali da seme e alla conservazione di preziosi patrimoni genetici.

Strategie innovative di propagazione
La possibilità di moltiplicare rapidamente individui con particolari caratteristiche rappresenta un vantaggio significativo per programmi di miglioramento genetico e per la gestione sostenibile delle risorse forestali. La Rete Europea per la clonazione innovativa delle piante legnose è un network che mette in contatto tutti i ricercatori cha lavorano su questo tema, e durante la terza conferenza “Trees for the future: Cloning and beyond” (tradotto: “Alberi per il futuro: clonazione e oltre”) è stato presentato un lavoro che aveva come obiettivo principale la valutazione dell’effetto di tre nuovi inibitori sintetici di CKX sullo sviluppo dei germogli in un genotipo élite di ciliegio selvatico.
Un ruolo essenziale nella regolazione della crescita e dello sviluppo delle piante è svolto dalle citochinine, ormoni vegetali coinvolti in numerosi processi fisiologici, tra cui la divisione cellulare, la formazione dei germogli e la determinazione dell’architettura della pianta.
I livelli endogeni di queste molecole sono modulati in larga parte dall’enzima citochinina ossidasi/deidrogenasi (CKX), responsabile della loro degradazione. L’uso di inibitori sintetici dell’enzima CKX consente di ridurre tale degradazione, determinando un incremento delle concentrazioni interne di citochinine e, potenzialmente, un miglioramento dell’attività meristematica e dello sviluppo dei germogli.
Risultati sperimentali promettenti
I risultati ottenuti hanno evidenziato differenze significative tra i vari trattamenti eseguiti. In particolare, la combinazione dei tre composti con due diverse concentrazioni della citochinina 6-(γ,γ-dimetilallylammino) purina (2iP) ha determinato un incremento apprezzabile della biomassa fogliare e dei germogli negli espianti.
Ciò suggerisce che tali molecole possano influire positivamente sulla crescita in vitro, favorendo la proliferazione e il vigore dei tessuti vegetali. Questi risultati contribuiscono ad ampliare le conoscenze sull’utilizzo degli inibitori di CKX nella micropropagazione del ciliegio selvatico e aprono nuove prospettive per l’ottimizzazione dei protocolli di propagazione in vitro.
L’integrazione di tali composti potrebbe infatti migliorare l’efficienza dei sistemi di coltura, ridurre i tempi di produzione e garantire un numero maggiore di piante sane e uniformi.
Prospettive future per la specie
Nel complesso, l’applicazione di questi approcci innovativi potrebbe rivelarsi interessante per supportare la diffusione e la valorizzazione di questa specie forestale di grande interesse.
Fonte: Bogunović, Sanja Preliminary results on the effect of CKX inhibitors on shoot development in wild cherry micropropagation // Book of Abstract - 3rd Conference of Cost ACTION CA21157 Trees for the future: Cloning and beyond. Coimbra: Cost ACTION CA21157, 2025. str. 73-73
Fonte immagine:
Melissa Venturi
Università di Bologna
Cherry Times - Tutti i diritti riservati