Cocciniglia di San José: una minaccia per la produzione vivaistica anche in ambienti protetti

16 mag 2025
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Nel contesto della produzione vivaistica frutticola europea, l’impiego di materiale di propagazione sano rappresenta un elemento imprescindibile per garantire la qualità delle piante e, di conseguenza, la futura produzione dell’impianto.

Tuttavia, la presenza della cocciniglia di San José (Quadraspidiotus perniciosus Comstock), un insetto fitofago dannoso, rappresenta una minaccia concreta, persino in ambienti protetti come serre, campi ombreggiati e strutture con reti antinsetto.

Impatto della cocciniglia

Uno studio triennale condotto presso l’Istituto di Frutticoltura di Plovdiv, in Bulgaria, ha valutato l’impatto della cocciniglia di San José su tre specie da frutto: melo, susino e ciliegio dolce, coltivate in vaso all’interno di ambienti protetti e non protetti.

I risultati mostrano che la cocciniglia di San José ha causato una marcata riduzione della crescita vegetativa in tutte e tre le specie, in particolare nel melo, dove l’indice di dannosità ha raggiunto il 75% nelle strutture con rete antinsetto, il 71,7% nei campi ombreggiati ed il 56,7% nei campi a cielo aperto.

Sebbene le reti antinsetto siano concepite per prevenire l’ingresso di insetti parassiti, se il materiale di propagazione è già contaminato, tali strutture possono paradossalmente favorire condizioni microclimatiche favorevoli allo sviluppo del fitofago, aumentando la sua aggressività e compromettendo gravemente la qualità delle piante.

Origine dell’infestazione

È stato infatti osservato che l’origine dell’infestazione incide sull’entità del danno: nei casi in cui le piante erano state ottenute da talee con l’insetto già presente, il danno vegetativo è stato nettamente superiore rispetto a quello derivante dalla migrazione naturale del parassita.

In ciliegio, ad esempio, il danno causato da materiale infetto ha raggiunto il 19,5% con le reti antinsetto, rispetto al 6% per infestazioni da migrazione.

Tendenze analoghe sono state osservate in susino, con il 13% di danno in campo non ombreggiato, l’11,1% in campo ombreggiato e il 9,4% sotto rete antinsetto, tutti casi di propagazione da materiale contaminato, mentre le percentuali di danno da migrazione erano inferiori.

Analisi del danno

L’analisi del grado di infestazione, valutata su una scala a cinque livelli, ha mostrato che nei meli sotto rete antinsetto la frequenza di piante con danni moderati o gravi (valori 3 e 4) è significativamente più alta rispetto agli altri contesti.

Allo stesso tempo, il numero di piante completamente indenni è risultato molto basso in tutti gli ambienti, in particolare sotto rete.

Lo studio sottolinea come la protezione fisica, tramite l’utilizzo di reti, può non essere sufficiente a garantire la sanità del materiale vivaistico se non accompagnata da controlli rigorosi e corrette misure di prevenzione.

Conclusioni dello studio

In conclusione, lo studio evidenzia che la cocciniglia di San José può causare gravi danni anche in ambienti controllati e che l’introduzione accidentale del parassita attraverso materiale infetto porta a rischi elevati.

Tuttavia, l’applicazione rigorosa di misure fitosanitarie, come il monitoraggio visivo del materiale di innesto, consente di contenere la diffusione del parassita.

In un contesto agricolo sempre più esposto a cambiamenti climatici ed a nuove minacce biologiche, la corretta gestione fitosanitaria del materiale vivaistico rappresenta un punto fondamentale per la difesa delle colture da frutto e per la sicurezza della produzione dell’intera filiera.

Fonte: Ivanov, P. (2024). Risk assessment on vegetative parameters in the production of fruit planting material from the San José scale. Journal of Central European Agriculture, 25(4), 1043-1053. https://doi.org/10.5513/JCEA01/25.4.4405 

Fonte immagine: PNW OSU

Andrea Giovannini
Università di Bologna


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