Costi e redditività del ciliegio a diverse densità di impianto

11 giu 2024
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Alessandro Palmieri - Università di Bologna (IT)
Comitato tecnico-scientifico di Cherry Times

Premessa

L’evoluzione della cerasicoltura verso forme di gestione e tecniche di coltivazione più moderne e innovative ha determinato un importante stimolo per la ricerca, inclusa quella economica, verso l’analisi comparativa di tali forme a confronto con quelle più tradizionali. In particolare, diversi sono stati i contributi che hanno posto a confronto ceraseti allevati in parete con differenti densità di impianto e forme di copertura, al fine di identificare le soluzioni economicamente più performanti  [1]. 

Più limitati, invece, sono gli studi inerenti alle forme di allevamento in volume poiché, per loro natura, non si prestano a livelli di intensificazione comparabili a quelli delle forme in parete ed evidenziano, inoltre, limiti nell’applicazione di forme di copertura innovative per tipologia di protezione (multitasking anti-insetto) e a livello di praticità di gestione.

Ciononostante, la diffusione tuttora rilevante di forme in volume, anche negli areali dell’Italia settentrionale, rende interessante una sintetica valutazione degli aspetti economico-finanziari connessi all’intensificazione e alla presenza di coperture anche in questa tipologia di impianto.

Per tale ragione, si presentano i risultati di una recente ricerca svolta allo scopo di mettere in luce gli effetti economici dell’intensificazione e della copertura su forme di allevamento in volume, valutandone i risultati per forme a crescente densità di impianto prive di copertura, ovvero protette da un sistema combinato anti-grandine e pioggia.

Metodologia

Lo studio ha posto a confronto 3 impianti della diffusa cultivar Grace Star a densità crescente (bassa, media e alta) e privi di copertura, ubicati tra le provincie di Modena e di Forlì-Cesena e le cui caratteristiche salienti sono riportate in tabella 1. Come rilevabile, la più bassa densità considerata è di circa 200 unità per ettaro, in impianto allevato a vaso tradizionale e con impianto irriguo per soli interventi di soccorso.

Tabella 1 - Sintesi dei parametri tecnici degli impianti rilevati (area Emilia-Romagna)
TIPOLOGIA DI IMPIANTOForma di allevamentoPortainnestoDensità (piante/ha)Durata (anni)Rendimento raccolta (Kg/ora)
BassaVaso tradizionaleColt2103014,4
MediaVasetto multiasseCab6P6602516,4
Media (rete APG)Vasetto multiasseCab6P6602517,5
AltaVasetto multiasseGisela61.2502022,3
Fonte: elaborazione propria


Per la media densità è stato preso in considerazione un impianto di 660 piante per ettaro, allevato a vasetto multiasse, mentre relativamente all’alta densità, l’impianto studiato prevede una densità di 1.250 piante/ha. Lo studio è, inoltre, completato dall’analisi di un quarto ceraseto con le medesime caratteristiche di quello a media densità (660 piante/ha), ma dotato di rete anti-grandine e pioggia, per le opportune comparazioni in merito.

La durata degli impianti è stata considerata pari a 30 anni per quello a bassa densità, 25 per quelli a media densità e 20 per quello ad alta densità.

La metodologia adottata è quella dell’analisi costi-ricavi, che consiste nella definizione dei flussi annui di cash inflow e cash outflow degli investimenti, l’attualizzazione degli stessi (con un tasso di sconto del 5%) ed il successivo calcolo dei principali indicatori economico-finanziari.

I dati tecnici ed economici sono stati definiti sulla base dei risultati medi degli ultimi 5 anni (2019-2023) e, conseguentemente, vanno rapportati alle condizioni ambientali del periodo di riferimento.

Come osservabile, all’aumentare della densità di piante, al pari degli impianti in parete, si rileva una progressiva crescita del rendimento del cantiere di raccolta, che passa da circa 14 Kg/ora per la bassa densità a 22 Kg/ora per l’alta densità. Per quanto concerne i due impianti a media densità, si è rilevata una differenza di circa 1 Kg/ora dovuta alla miglior qualità dei frutti raccolti nell’impianto coperto, meno soggetto a danni da grandine o pioggia, con conseguente velocizzazione delle operazioni di selezione in campo.

RISULTATI

In tabella 2 sono sintetizzati i principali parametri economici degli impianti rilevati, cioè costo di impianto e allevamento, resa produttiva media e relativo costo medio annuo in fase di piena produzione e prezzo medio di liquidazione del periodo analizzato.

L’area economica di maggior differenziazione tra le tipologie di impianto esaminate è indubbiamente rappresentata dai costi di impianto e allevamento che, va ricordato, includono non soltanto i costi da sostenere nell’anno di impianto, ma anche quelli della fase di allevamento che, dal punto di vista economico, si considera conclusa il primo anno in cui i ricavi annui superano i relativi costi.

Tabella 2 - Sintesi dei parametri economici degli impianti rilevati (area Emilia-Romagna)
TIPOLOGIA DI IMPIANTOCosti di impianto e allevamento (€/ha)Resa media in piena produzione (t/ha)Costi medio annui in piena produzione (€/ha)Prezzo medio (€/Kg) *
Bassa25.5309,515.6252,95
Media45.8001321.8383,10
Media (rete APG)105.1501624.9833,40
Alta53.8001520.2703,00
* media ponderata sulla base del calibro dei frutti raccolti e dei prezzi per calibro delle campagne 2019/23
Fonti: elaborazione propria (dati medi dei principali gruppi cooperativi dell'Emilia-Romagna per i prezzi)


Ciò premesso, per un impianto a bassa densità la spesa complessiva per l’impianto e gli anni di allevamento si colloca attorno a 25.000 euro/ha, mentre il costo sale a 45.000 euro/ha per la media densità ed arriva a quasi 54.000 euro/ha per l’alta densità.

La presenza di impianto anti-grandine e pioggia fa inevitabilmente aumentare in modo considerevole il costo, per la presenza delle reti di copertura e dei relativi sostegni, che portano l’esborso totale del ceraseto a media densità analizzato attorno a 100.000 euro/ha.

La resa produttiva media annua in fase di piena produzione è altrettanto diversificata e parte da 9,5 tonnellate/ha per la bassa densità, per salire a 13 tonnellate/ha per la media e a 15 tonnellate/ha per l’alta densità.

La produttività più elevata è però rilevabile nell’impianto coperto che, anche considerando la presenza di una minima percentuale di danno negli anni esaminati, ha registrato una resa media di 16 tonnellate/ha, dunque circa il 23% in più rispetto all’analogo impianto di media densità privo di coperture.

I costi medi di coltivazione, in fase di piena produzione, variano da 15.000 a 25.000 euro/ha circa e sono largamente influenzati dalla resa produttiva considerata e dal conseguente costo della raccolta che, come noto, costituisce di gran lunga la prima voce di spesa in cerasicoltura.

L’impianto più oneroso è ancora una volta quello dotato di copertura, sia per la maggior resa produttiva, ma anche per le operazioni di gestione delle reti di protezione che, nel complesso, innalzano il costo del 14% circa rispetto all’analogo impianto a media densità scoperto.

La maggior qualità dei frutti prodotti determina però anche un prezzo medio di liquidazione più alto per l’impianto protetto che, sempre sulla base dei valori riferiti all’ultimo quinquennio per l’areale emiliano-romagnolo, si colloca attorno a 3,40 euro/Kg, contro 3,10 euro/Kg dell’impianto a media densità scoperto.

Quest’ultimo, fra i ceraseti privi di copertura è quello in grado di spuntare la remunerazione più elevata per la qualità (calibro) dei suoi frutti. L’impianto ad alta densità si è collocato attorno a 3 euro/Kg di media, mentre quello a bassa densità poco più sotto, 2,95 euro/Kg.

Le differenze, in ogni caso, sono piuttosto contenute per quanto concerne l’effetto sui calibri dovuto all’intensificazione, mentre decisamente più rilevante è il plus dovuto alla presenza della copertura (+10%), per la minor presenza di prodotto di scarto. Definiti i parametri economici, in tabella 3 si riportano i principali indicatori finanziari definiti dall’attualizzazione dei flussi di cassa.

Tabella 3 - Parametri economico-finanziari degli impianti rilevati (area Emilia-Romagna)
TIPOLOGIA DI IMPIANTOVAN (€/ha)*EAA (€/ha)*SRI (%)TRC (anni)*Prezzo soglia (€/Kg)*
Bassa96.6066.28423,2481,93
Media131.6639.34220,9782,04
Media (rete APG)174.87812.40816,97102,22
Alta142.84211.46223,2771,83
* tasso di sconto: 5%
Fonti: elaborazione propria


Il Valore Attuale Netto (VAN), dato dalla semplice sommatoria dei flussi attualizzati, è un primo eloquente indicatore della fattibilità economica di ogni investimento e, fra i 4 esempi analizzati, risulta sempre largamente positivo, a testimonianza di come il ciliegio, nell’areale considerato, sia in ogni caso una specie in grado di offrire un buon livello di marginalità economica.

In particolare, fra gli impianti scoperti, il VAN sale da 96.000 euro/ha per quello a bassa densità fino a 142.000 euro/ha di quello ad alta densità. L’impianto a media densità evidenzia un VAN attorno a 130.000 euro/ha in assenza di copertura e poco sotto 175.000 euro/ha in presenza di copertura.

Il Saggio di Rendimento Interno (SRI), indicatore di riferimento per la valutazione della fruttuosità del capitale investito, si colloca poco sotto al 17% per l’impianto a media densità con copertura, evidentemente per l’esborso iniziale decisamente più elevato, mentre negli altri casi privi di copertura il rendimento osservato è fra il 21 e il 23%.

I valori riportati fanno riferimento ai prezzi medi di liquidazione riportati in precedenza, ma è di grande utilità valutare la sensibilità dei diversi impianti al variare del prezzo, definendo i valori soglia che permettano la positività del VAN. La definizione del prezzo minimo che consente all’investimento di recuperare i costi sostenuti è, difatti, un importante parametro di valutazione della rischiosità.

Tra i casi considerati, sono proprio gli impianti a media densità ad evidenziare i più elevati prezzi soglia, pari rispettivamente a 2,04 e 2,22 euro/Kg, per effetto del rapporto tra resa produttiva e costi di impianto e di coltivazione. Per l’impianto ad alta densità, invece, sono sufficienti prezzi minimi di 1,83 euro/Kg e per quello a bassa densità di 1,93 euro/Kg.

Relativamente al confronto tra gli impianti, il VAN e il SRI sono certamente utili per una comparazione diretta dei due case study con densità intermedia, rispettivamente con e senza copertura, poiché la durata economica degli investimenti è la medesima. Viceversa, la differente durata dell’investimento che si riscontra nel confronto fra le diverse densità di impianto considerate, rende non idonei questi indicatori per una comparazione diretta.

Più utile, in questo caso, è l’analisi dell’indicatore noto come Equivalent Annual Annuity (EAA), che esprime il VAN in forma di annualità, permettendo dunque un confronto fra investimenti di diversa durata. Nei casi esaminati, l’indicatore assume un valore direttamente proporzionale alla densità dell’impianto, passando da 6.300 euro/ha per quello a bassa densità a 9.300 euro/ha per quello a media densità, fino a quasi 11.500 euro/ha per l’alta densità.

Altrettanto utile è la considerazione del tempo di ritorno del capitale investito (TRC), che conferma quanto già presente in letteratura per impianti in parete, cioè un più rapido rientro dei capitali investiti osservabile per l’alta densità, nonostante il maggior esborso iniziale.

Essendo comunque piuttosto contenute le differenze di densità, rispetto agli impianti in parete, il TRC varia di un solo anno, passando da 7 anni per l’alta densità ad 8 per la media e bassa densità. La copertura dell’impianto, invece, innalza il TRC a 10 anni, pur evidenziando il valore più alto di EAA (12.400 euro/ha).

CONCLUSIONI

Come ben evidenziato dai sintetici dati presentati, si può certamente affermare come il ciliegio in Emilia-Romagna sia un investimento ancora remunerativo, a differenza della maggior parte delle specie frutticole che vedono minata da tempo la propria sostenibilità economica.

Relativamente al confronto tra le diverse densità per forme in volume, invece, si può sicuramente concludere come non esista una risposta univoca, in quanto i diversi impianti presentano punti di forza e di debolezza tali da rendere di fatto la scelta molto soggettiva. L’aumento della densità genera un maggior esborso iniziale, ma alle condizioni dell’ultimo quinquennio determina anche parametri economico-finanziari più alti nel complesso, oltre ad un più rapido rientro dei capitali investiti.

Le condizioni meteorologiche, sempre più imprevedibili, giocano sicuramente un ruolo importante nell’orientare le scelte verso impianti con coperture: il notevole incremento di costo che si registra per gli impianti in volume rende ovviamente necessario un prezzo minimo più alto per raggiungere la soglia di convenienza e rallenta il rientro dei capitali, restando però l’investimento più performante tra i 4 esaminati in termini di rendimento economico medio annuo (EAA).

In caso di ulteriore aumento dei fenomeni climatici estremi (frequenza degli eventi grandinigeni e concentrazione della piovosità) l’indicatore di convenienza sarà destinato a spostarsi sempre più verso le coperture, anche per via delle ben note conseguenze dei danni da cracking sull’efficienza di raccolta e, dunque, sui costi di produzione.

Alessandro Palmieri, Andrea Casalboni
Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari – Università di Bologna (IT)


[1] SI veda, a titolo di esempio: R. Ghelfi, A. Palmieri (2015). Analisi dei costi e della redditività. La qualità paga? Rivista di Frutticoltura (3), W. Monari et al. (2021). Luci e ombre sui nuovi sistemi di copertura del ceraseto. Rivista di Frutticoltura (4), R. Ghelfi, A. Palmieri (2022). L’impianto del ceraseto: investimento sostenibile? Rivista di Frutticoltura (4), R. Ghelfi, A. Palmieri (2022). Planting a new cherry orchard system: evaluation of economic efficiency. Italus Hortus (29)


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