Il consulente in produzione di ciliegie, Arturo Aguirre Domínguez, rimarca che in questa stagione l’attenzione deve essere rivolta alla strategia nutrizionale e alla cura del suolo. Il calibro, la qualità e la condizione del frutto non si improvvisano: si costruiscono dal basso, con decisioni agronomiche intelligenti.
Di fronte a un’industria sempre più esigente e con margini di errore sempre più ridotti, lo specialista in gestione agricola e produzione di ciliegie, Arturo Aguirre, lancia un appello chiaro: il successo di questa stagione dipenderà da quanto sapremo comprendere e rispettare il suolo come base del sistema produttivo.
Con un approccio tecnico e pratico, sostiene che senza una strategia nutrizionale ben progettata e senza una lettura approfondita di ogni frutteto sarà molto difficile raggiungere gli standard richiesti oggi dal mercato.
Strategia delle tre C
Aguirre propone di affrontare la stagione partendo dal concetto delle “tre C”: calibro, qualità e condizione, assi fondamentali per competere sui mercati internazionali e garantire ritorni equi ai produttori.
“Queste tre variabili sono strettamente legate alla nutrizione dell’albero e, in particolare, allo stato del suolo. Due delle tre C dipendono direttamente da quanto, come e quando nutriamo il frutteto”, afferma.
Una delle prime raccomandazioni dello specialista è iniziare conoscendo il reale potenziale produttivo del frutteto. “Contare i centri fruttiferi, leggere gli alberi, regolare il carico tramite la potatura. Tutto parte da lì.
La potatura non è solo una pratica di gestione: è il primo grande diradamento, e ciò che facciamo o non facciamo in quel momento incide direttamente sulla nutrizione successiva”, avverte.
Gestione nutrizionale e vegetativa
Il rapporto tra sviluppo vegetativo e nutrizione è un altro punto chiave. Aguirre sottolinea che una potatura più aggressiva tende a stimolare una forte crescita vegetativa, il che può sbilanciare l’albero se non viene gestito correttamente dal punto di vista nutrizionale.
“La parte vegetativa è quella che compete di più per i minerali. Se non siamo in grado di soddisfare adeguatamente questa domanda, è il frutto a rimetterci. E non perde solo in calibro, ma anche in consistenza e condizione”, spiega.
In questo senso, suggerisce che la lettura nutrizionale della stagione debba essere duplice: una strategia di precosecha (pre-raccolta) per stimolare un frutto di buona dimensione e qualità, e un’altra di postcosecha (post-raccolta), che garantisca la formazione delle strutture riproduttive in vista della campagna successiva.
“Non possiamo pensare solo alla raccolta. Se trascuriamo l’albero dopo, compromettiamo l’anno seguente”, enfatizza.
Il suolo come priorità
Sulla stessa linea, l’appello più forte del consulente è di mettere il suolo come priorità numero uno. “Il miglior investimento che possiamo fare è nel suolo. Bisogna nutrirlo, rigenerarlo, curarlo. Lì si trova il vero patrimonio del frutteto.
Quando il suolo è sano ed equilibrato, tutto il sistema risponde meglio: la pianta si nutre bene, produce meglio e i costi si riducono”, sostiene.
Allo stesso tempo, Arturo Aguirre considera che il grande errore sia concentrarsi esclusivamente sulla produzione visibile, senza pensare al futuro dell’albero. “Quando pensiamo solo alla raccolta, trascuriamo i dardi, le strutture riproduttive, lo sviluppo vegetativo necessario per il prossimo ciclo. Tutto questo si costruisce ora. Non dopo”, avverte.
Visione a lungo termine
Aguirre conclude con una visione di lungo termine, nella quale ogni stagione deve essere vista come una tappa all’interno di un processo continuo. “Non esistono ricette magiche. Solo strategie ben pensate e decisioni coerenti con ciò che il frutteto richiede.
L’albero parla, e il suolo pure. Bisogna solo imparare ad ascoltarli, perché la radice del problema – e anche della soluzione – sta nel suolo. Curarlo e nutrirlo significa investire nel futuro produttivo del frutteto”, conclude.
Fonte: Agricoltura sostenibile di Rosario
Arturo Aguirre Domínguez
Consulente frutticolo
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