Tra dazi doganali e condizioni climatiche avverse, il settore delle ciliegie del Michigan sta affrontando una delle sfide più critiche della sua storia. Gli esperti avvertono che l'intera filiera è a un punto di rottura, con migliaia di aziende agricole a rischio.
Dazi che proteggono... e penalizzano
L'industria delle ciliegie del Michigan, responsabile del 75% della produzione nazionale di amarene, si trova a un bivio. I dazi del 10% imposti dall’amministrazione Trump sulle importazioni potrebbero teoricamente offrire un vantaggio competitivo contro paesi esportatori come la Turchia.
Tuttavia, secondo gli esperti della Michigan State University (MSU), il bilancio rischia di essere negativo: i costi di produzione stanno salendo vertiginosamente a causa dell'aumento dei prezzi di fertilizzanti, pesticidi ed equipaggiamenti specializzati importati.
Il report di MSU lancia un allarme: una crescita del 10% dei costi di manodopera per la coltivazione e la trasformazione delle colture specializzate potrebbe causare la perdita di oltre 1.600 posti di lavoro nello stato.
Effetti a catena che danneggerebbero anche altre colture che condividono risorse con le ciliegie.
Numeri e concorrenza globale
Nel 2022, il Michigan ha prodotto 180 milioni di libbre (circa 81,6 milioni di kg) di amarene per un valore di 36,5 milioni di dollari (circa 34 milioni di euro), secondo i dati ufficiali.
Ma la competitività internazionale è messa a dura prova, specialmente di fronte a produttori come la Turchia che esportano succo di ciliegia a prezzi inferiori ai costi di produzione americani.
Chris Bardenhagen, esperto di gestione aziendale agricola presso l'estensione della MSU nella contea di Leelanau, sottolinea che, anche con le tariffe, la concorrenza turca rimarrà forte.
"Ci vorranno anni per capire se i vantaggi saranno davvero significativi," afferma.
Il peso del clima e dell'incertezza
A complicare il quadro, si aggiungono gli eventi climatici estremi che nel 2024 hanno ridotto drasticamente i raccolti.
Secondo Tim Boring, direttore del Dipartimento dell'Agricoltura e dello Sviluppo Rurale del Michigan, l'incremento delle esportazioni agricole nel 2023 (+11% per un valore di 2,9 miliardi di dollari, circa 2,7 miliardi di euro) non basta a rassicurare un settore così vulnerabile ai contraccolpi commerciali internazionali.
David Ortega, professore di economia agricola alla MSU, mette in guardia: "L'incertezza legata alle politiche tariffarie rende estremamente difficile per gli agricoltori pianificare investimenti e strategie."
Il punto di vista dei produttori
Mike Deruiter, coltivatore di Hart, racconta che il valore delle sue ciliegie è sceso di oltre il 40% dal 2015, complice una combinazione letale di politiche commerciali, maltempo e aumento dei costi di manodopera.
Secondo Deruiter, molti agricoltori vedono nei dazi una "sofferenza a breve termine" che potrebbe trasformarsi in un "guadagno a lungo termine."
"Cautamente ottimista: è l'espressione che uso più spesso," conclude.
Conclusione
Il futuro dell'industria delle ciliegie del Michigan appare incerto, sospeso tra l'auspicio di un riequilibrio competitivo e il timore di un declino strutturale.
Sarà fondamentale osservare l’evoluzione delle politiche commerciali e delle dinamiche climatiche per capire se il settore saprà superare questa doppia sfida — un banco di prova che interessa da vicino anche i produttori europei, alle prese con problematiche analoghe.
Fonte: planetdetroit.org
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