Sempre nell’ambito del progetto multidisciplinare FAR Mission Oriented “Innovazioni di prodotto e di processo nella filiera delle amarene: un approccio integrato per la valorizzazione di una produzione tipica del territorio modenese” (coordinato dal Prof. Fabio Licciardello), finanziato dalla Fondazione CRMO, il presente gruppo del Dipartimento di Scienze della Vita di UNIMORE, ha valutato l’attività di estratti di Prunus cerasus (Amarena, varietà del Rio), arricchiti in antocianine (ARE).
È stato proposto come le amarene possano esercitare diversi effetti potenzialmente benefici sulla salute, proteggendo dallo stress ossidativo e riducendo l'infiammazione. Il potenziale neuroprotettivo degli estratti è stato valutato utilizzando la tossicità indotta dalla neurotossina Rotenone (ROT) in un modello cellulare di morbo di Parkinson (PD).
A tale scopo, sono state utilizzate cellule cerebrali di derivazione umana: cellule microgliali, deputate alla difesa del sistema nervoso centrale, e cellule con profilo neuronale, che sono state trattate con Rotenone e successivamente, con diverse concentrazioni di estratti provenienti da amarene del Rio non trattate o dopo trattamento con alte pressioni idrostatiche (HPP) a diversi tempi di conservazione.
Sono stati effettuati test di vitalità e dello stress ossidativo, valutando la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) in entrambi i tipi cellulari: la co-somministrazione di neurotossina ed estratto ha riportato ambedue i parametri a valori significativamente diversi da quelli indotti dalla sola tossina.
I diversi estratti sono stati valutati anche su un modello animale di morbo di Parkinson, utilizzando il moscerino della frutta: Drosophila melanogaster (molto impiegato come modello di animale non vertebrato, da non confondere con la Drosophila suzukii, “nemica” dei piccoli frutti), ed il Rotenone, efficace anche in modelli animali.
Il Rotenone induce un calo nell’attività locomotoria delle drosofile che viene parzialmente recuperato dalla co-somministrazione di Rotenone ed estratto (ARE). Esperimenti preliminari sulla variazione dei livelli dei ROS nelle teste di drosofila hanno inoltre mostrato un andamento parallelo a quello ottenuto nel test comportamentale.
Gli esperimenti sugli estratti di amarene trattate con HPP e mantenuti a diversi tempi di conservazione sembrano indicare una correlazione tra il contenuto di antocianine totali, decrescente nel tempo, e la capacità di indurre azioni biologiche in entrambi i modelli (cellulare e animale).
Infatti, si verifica un recupero dell’effetto tossico nei nostri modelli di Parkinson da parte degli estratti di campioni conservati per due mesi, indice della loro capacità antiossidante legata al contenuto di antocianine. Quelli conservati fino a sei mesi non hanno ridotto significativamente la tossicità del Rotenone, in rapporto ad un contenuto di antocianine totali ridotto (diminuito a un terzo rispetto alle amarene fresche).
In conclusione, i nostri risultati possono contribuire alla valorizzazione dell’amarena, fresca e conservata, e alla definizione di un uso nutraceutico dei suoi derivati nella prevenzione di patologie neurodegenerative.
Fonte: Sara Polimeno, "Effetti neuroprotettivi di estreatti di amarena (Prunus Cerasus L.) in modelli in vitro e in vivo di neurodegenerazione", 2022.
La suddetta ricerca è risultata vincitrice di un Premio per “Tesi di Laurea Magistrale improntata alle metodologie di ricerca alternativa all'utilizzo di animali - DGR250/2022"”, indetto dalla Regione Emilia-Romagna.
Giovanni Vitale
Dipartimento Scienze della Vita - Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (IT)
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