Un’ondata di gelo fuori stagione ha colpito duramente le coltivazioni di ciliegie e mele in Turchia, compromettendo i raccolti nelle zone di alta quota e mettendo sotto pressione il mercato dell’export.
La primavera 2025 si è rivelata tutt’altro che mite per i frutteti della Turchia occidentale. Tra Salihli, Isparta e Afyonkarahisar, il termometro è precipitato tra i -4°C e i -7°C proprio durante la fioritura, la fase più delicata per ciliegi e meli.
Lo racconta Emirhan Şahinöz, responsabile export di Poleks, uno dei principali esportatori turchi di ciliegie, che sottolinea come le temperature estreme abbiano colpito in particolare le zone collinari e gli appezzamenti anticipati.
Fino al 70% di perdite nei frutteti
"La combinazione di un inverno mite seguito da un improvviso ritorno del freddo ha spinto la fioritura in anticipo, esponendo i fiori al rischio gelo proprio nel momento peggiore", spiega Şahinöz.
In alcune parcelle di alta quota, le perdite di potenziale produttivo hanno toccato punte tra il 50% e il 70%. Le varietà precoci e di media stagione sono state le più colpite, mentre quelle a fioritura tardiva in pianura hanno subito danni minori, ma comunque significativi.
I danni osservati vanno dall'imbrunimento dei fiori alla perdita dell’allegagione, fino alla compromissione dei frutticini in via di sviluppo. Le previsioni indicano una produzione nazionale ben al di sotto della media, con gravi ripercussioni sull’organizzazione della raccolta e sulla disponibilità commerciale.
Export a rischio
Il gelo ha spezzato l’uniformità del raccolto, creando un mosaico di maturazioni che complicherà la pianificazione per l’export. “Anche se i volumi nazionali destinati all’estero potrebbero sembrare adeguati, la realtà è che sarà molto più difficile garantire forniture costanti e omogenee,” afferma Şahinöz.
Il rischio è quello di aumenti nei costi logistici, finestre di raccolta più ristrette e difficoltà nel rispettare gli impegni con i clienti internazionali, specie quelli più esigenti.
Poleks esporta principalmente verso Germania, Olanda, Scandinavia e Regno Unito, mercati noti per richiedere ciliegie di grande calibro, alta qualità e lunga shelf-life. “Quest’anno potremmo dover ridurre il numero di destinazioni servite, focalizzandoci sui clienti più solidi e ad alto margine.
La collaborazione tra produttori sarà fondamentale per consolidare volumi esportabili,” precisa Şahinöz.
Prezzi in aumento
Con una disponibilità ridotta, ci si aspetta un forte rialzo dei prezzi, sia per il prodotto di prima scelta destinato all’export, sia per le ciliegie di seconda fascia. “Nei mercati interni, i prezzi all’ingrosso potrebbero salire del 30-50% a seconda delle varietà e delle zone di produzione,” stima Şahinöz.
La pressione della GDO nazionale e la necessità di garantire almeno una minima continuità nell’offerta spingeranno parte della produzione verso i canali interni, nonostante le fluttuazioni qualitative e i costi crescenti.
Una stagione breve e selettiva
Per il 2025, le aspettative sono chiare: una stagione più corta, più difficile e meno uniforme. “Sarà necessaria una selezione più rigorosa in campo, con una probabile riduzione della produttività della manodopera.
Tuttavia, grazie all’aumento dei prezzi e a una pianificazione oculata, contiamo di proteggere la redditività,” conclude Şahinöz. La parola d’ordine sarà flessibilità: nell’approvvigionamento, nella logistica e nella gestione commerciale.
Fonte testo e immagini: freshplaza.com
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