La campagna cerasicola 2025 a livello mondiale si presenta con forti contrasti tra Paesi produttori, dove si alternano produzioni record, cali drastici, alta qualità e criticità legate al clima.
Una fotografia eterogenea che riflette l'evoluzione dinamica e interconnessa del comparto.
Regno Unito e Italia
La stagione delle ciliegie nel Regno Unito è iniziata prima del previsto grazie a condizioni climatiche favorevoli e all'entrata in produzione di nuove varietà come la serie Prim di Stoppel e la Folfer.
La raccolta, concentrata in una finestra di 4-5 settimane rispetto alle tradizionali 6, ha garantito frutti di alta qualità, con una produzione stimata in 7.850 tonnellate.
Il 60% della produzione proviene dal Sud-Est dell'Inghilterra, seguito dal West Midlands (30%) e dalla Scozia (10%).
Circa il 20% delle ciliegie è venduto direttamente in azienda agricola, mentre il 70% rifornisce la GDO.
In Emilia-Romagna, le ciliegie raggiungono dimensioni importanti (oltre i 28 mm) e i prezzi pagati ai produttori oscillano tra 6 e 12 euro/kg.
Il mercato è sostenuto dalla scarsità di prodotto proveniente dal Sud, dalla Spagna e dalla Turchia.
In Puglia, nonostante un calo del 50% dei volumi a causa del maltempo, i ricavi si sono mantenuti stabili grazie all'ottima qualità.
Prezzi massimi fino a 9 euro/kg, oggi attestati sui 4-4,50 euro/kg.
In Campania, la zona di Bracigliano ha vissuto un'annata positiva, con ciliegie dolcissime (Brix sopra 25).
Secondo YouGov, il 35% delle famiglie italiane ha acquistato ciliegie nell'anno terminante ad aprile 2025, in aumento rispetto all'anno precedente.
Spagna, Germania e Francia
Le condizioni climatiche miti e piovose hanno ritardato l'inizio della campagna in Spagna, colpendo soprattutto le zone di Lleida, Aragona e Jerte.
La disponibilità ridotta di prodotto, unita al crollo della produzione turca, ha mantenuto alta la domanda e i prezzi, nonostante il caldo estivo precoce preoccupi i produttori per la tenuta qualitativa.
È stato approvato il protocollo di esportazione verso la Cina, anche se con cautela per via dei rigidi requisiti di trattamento a freddo.
In Germania, la produzione interna ha guadagnato spazio grazie all'aumento dei prezzi delle ciliegie provenienti da Grecia, Turchia e Italia.
Le regioni di coltivazione principali (Lago di Costanza, Altes Land, Rheinhessen) hanno registrato quantità stabili e qualità eccellente, con aromi particolarmente intensi.
Le varietà tardive come la Final 12.1 estenderanno la stagione fino a metà luglio.
La produzione di ciliegie in Francia ha raggiunto l'80% del potenziale produttivo, con oltre 33.000 tonnellate, +5% rispetto al 2024 e +12% sulla media quinquennale.
Le condizioni climatiche favorevoli stanno sostenendo il consumo e la vendita, con buone prospettive fino a fine luglio.
Austria, Paesi Bassi e Grecia
Il mercato austriaco dipende da forniture di Turchia, Spagna e Italia.
In Stiria, le coltivazioni locali affrontano sfide crescenti legate a gelate tardive e piogge intense.
Per mantenere la qualità, si ricorre sempre più a coperture antigrandine e protezioni antifrost.
La raccolta olandese del 2025 si distingue per qualità e dolcezza, anche se i frutti sono leggermente più piccoli.
La scarsità di importazioni da Grecia e Turchia ha favorito la vendita rapida delle ciliegie locali, con prezzi tra 6 e 7 euro/kg.
Prevista in aumento del 34%, la produzione greca ha invece subito perdite superiori al 70% per via del maltempo.
I prezzi al dettaglio sono esplosi, con aumenti superiori al 400%.
Svizzera, Americhe e Sudafrica
La campagna svizzera promette 2.500 tonnellate di ciliegie di buona qualità, grazie alle piogge arrivate dopo settimane di sole.
La disponibilità durerà fino a fine luglio grazie alla diversificazione varietale.
Negli USA e in Canada la produzione è in crescita, con un buon avvio in California e Nord-Ovest.
Tuttavia, le tariffe doganali limitano l'export e i prezzi al dettaglio sono sotto pressione.
Il Canada mostra segnali di ripresa dopo le gelate del 2024, anche se i frutti precoci sono piccoli.
La produzione in Sudafrica ha raggiunto 3.086 tonnellate (+9%), con l'esportazione del 60% verso il Regno Unito.
Grazie alle varietà a basso fabbisogno di freddo, il Nord del Paese ora produce un terzo del raccolto.
Si prevede un raccolto robusto anche per il prossimo anno.
Cile, Argentina, Cina e Turchia
Il boom delle esportazioni cilene (+50%) ha comportato un crollo dei prezzi (da 30 a meno di 20 USD a cassa) (da circa 28 a meno di 19 EUR a cassa).
La dipendenza dalla Cina (90% dell'export) ha evidenziato vulnerabilità logistiche.
Il settore punta ora a diversificare verso USA ed Europa.
Con oltre 6.000 tonnellate esportate, l'Argentina si distingue per le ciliegie certificate del sud, dove le condizioni climatiche permettono frutti eccellenti.
I volumi restano limitati, ma la reputazione è solida.
Le ciliegie statunitensi sono arrivate a inizio giugno con prezzi inferiori del 15-20%, ma la domanda è debole.
I consumatori lamentano livelli di dolcezza inferiori in alcune partite.
Il Paese affronta una delle peggiori stagioni cerasicole degli ultimi anni.
Con il 70-80% della produzione compromessa, l'export è limitato.
I pochi lotti disponibili puntano a prezzi molto alti e gli esportatori attendono le migliori offerte.
Fonte: freshplaza.com
Fonte immagine: Wikipedia
Cherry Times - Tutti i diritti riservati