Il raccolto di ciliegie in Polonia segna il peggior bilancio degli ultimi anni: il gelo fuori stagione e le condizioni climatiche avverse hanno compromesso varietà precoci e ridotto drasticamente la disponibilità sul mercato.
Produzione ai minimi storici
Per la campagna 2025/26, la produzione totale di ciliegie in Polonia è stimata in appena 115.000 tonnellate, segnando un calo del 30% rispetto al 2024 e addirittura superiore al 50% rispetto alla media degli ultimi sei anni.
A pesare è stato soprattutto il gelo ripetuto tra aprile e maggio, che ha colpito duramente le varietà a maturazione precoce.
La produzione di amarene, che rappresentano circa il 70% del totale, è prevista in flessione a 80.000 tonnellate, mentre le ciliegie dolci scenderanno a 35.000 tonnellate.
Già nel 2024 la produzione aveva subito una contrazione del 32% rispetto al 2023, confermando un trend meteorologico sempre più sfavorevole.
Gelo, pioggia scarsa e impollinazione ridotta
Le condizioni climatiche hanno inflitto un colpo pesante all'intero comparto: tra metà marzo e maggio si sono registrati numerosi episodi di gelo tardivo, con danni estesi ai fiori e alle gemme.
In alcune zone si sono toccate perdite fino al 90%.
Il freddo persistente e la scarsa pioggia di maggio hanno inoltre compromesso la fase di allegagione, con una drastica riduzione dell’attività degli impollinatori.
Superfici stabili, ma dati contrastanti
Nonostante le avversità climatiche, la superficie coltivata a ciliegio si mantiene stabile intorno ai 34.500 ettari, grazie anche a nuovi investimenti, soprattutto nell’amarena, che va gradualmente a sostituire meli e ribes.
Tuttavia, permangono forti discrepanze tra le stime del governo polacco e quelle delle agenzie europee: per il 2024, ad esempio, si va da 24.900 a 18.058 ettari.
Consumo in calo, scorte azzerate
Circa il 75% della produzione viene destinata alla trasformazione in succo o concentrati NFC, mentre un ulteriore 20% è destinato alla surgelazione, soprattutto per l’export.
A maggio 2025, i trasformatori polacchi hanno segnalato la totale assenza di scorte congelate, un segnale allarmante in vista della nuova stagione.
Il consumo di ciliegie dolci è destinato a ridursi, complice la scarsità dell’offerta e il conseguente aumento dei prezzi.
A incidere sul sistema anche la carenza di manodopera e l’alto costo dell’energia, che spingono verso una meccanizzazione crescente, a discapito però delle rese e della longevità degli alberi.
Import in crescita, export in difficoltà
Nel 2024/25 le esportazioni di frutta fresca hanno subito un netto ridimensionamento: -21% per le amarene (2.693 tonnellate), con la Germania come principale destinazione (74%), e -25% per le ciliegie dolci (599 tonnellate), dirette soprattutto verso Lituania, Germania e Regno Unito.
A fronte del calo produttivo, le importazioni sono aumentate in modo significativo: +1.389% per le amarene (3.253 tonnellate) da paesi come Ungheria, Moldova e Serbia; +31% per le ciliegie dolci (8.184 tonnellate), favorite dalla domanda anticipata.
I principali fornitori esteri sono stati Turchia, Germania, Grecia e Bulgaria.
Prospettive: alta tensione sui mercati europei
Con una disponibilità interna così ridotta, trasformatori ed esportatori polacchi si contenderanno le poche ciliegie disponibili.
Le difficoltà produttive anche in altri grandi player europei — come Ungheria, Serbia e Turchia — renderanno l’offerta complessiva ancora più tesa.
Prezzi all’export elevati potrebbero incentivare i produttori polacchi a vendere all’estero, ma i costi logistici e di preparazione rappresentano un freno significativo.
Intanto, l’instabilità climatica, i costi elevati del lavoro e la concorrenza delle importazioni mettono a rischio la sostenibilità delle piccole aziende agricole.
Fonte testo e immagine: commodity-board.com
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