Puglia in allarme: gelate di aprile dimezzano le ciliegie di giugno

02 mag 2025
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La Puglia, regina italiana delle ciliegie, si trova a fare i conti con un evento climatico inatteso che rischia di stravolgere la stagione. A giugno, la produzione pugliese potrebbe infatti subire un taglio del 50% a causa delle gelate tardive che hanno colpito l’area, soprattutto nel barese.

Un colpo duro per i produttori locali, in particolare per la celebre varietà Ferrovia.

Una stagione iniziata bene, ma con un futuro incerto

Nonostante l’avvio promettente della campagna ciliegie, con frutti di ottima qualità e prezzi superiori alla media del 10%, il futuro prossimo si preannuncia difficile. Nicola Giuliano, alla guida della Giuliano Puglia Fruit, non nasconde la sua preoccupazione: “Le ispezioni nei campi delle produzioni tardive non lasciano ben sperare.

Il gelo di inizio aprile ha bruciato i pistilli dei fiori, compromettendo gravemente i raccolti, soprattutto della Ferrovia, la nostra punta di diamante per la seconda parte di stagione”.

Le prime previsioni parlano di una perdita di almeno il 50% della produzione prevista a giugno, ma le perdite potrebbero addirittura superare questa soglia.

Un mercato che cambia: meno quantità, prezzi più alti

La campagna, tuttavia, aveva preso il via con segnali positivi. Le varietà precoci, come le Bigarreaux, hanno mostrato calibri sostenuti e ottima qualità, spingendo i prezzi fino al 10% oltre la media stagionale.

Giuliano spiega: “Finché resteremo nella prima metà di maggio, non ci saranno problemi. Da metà maggio in poi ci aspettiamo un leggero calo dei prezzi con l’aumento dei consumi”.

Guardando a giugno, il quadro è più complesso: minori quantità ma calibri più grandi e prezzi probabilmente più elevati. Uno scenario che potrebbe favorire, sul piano commerciale, i concorrenti nazionali del Nord Italia (Emilia Romagna e Veneto) e player esteri come Turchia e Grecia, pronti a intercettare una parte della domanda europea.

Uno sguardo al futuro

Il caso pugliese mette in evidenza la vulnerabilità delle colture al cambiamento climatico e alla crescente imprevedibilità meteorologica.

Per l’Italia e l’Europa, sarà sempre più fondamentale investire in ricerca varietale e in tecniche agronomiche capaci di proteggere le produzioni da eventi estremi.

La sfida è aperta: proteggere il patrimonio agricolo senza rinunciare alla qualità che contraddistingue il made in Italy.

Fonte: corriereortofrutticolo.it

Foto apertura: SL Fruit Service


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