Salvi Vivai investe su un nuovo ceraseto sperimentale

15 gen 2024
1836

Il 2024 parte sotto i migliori auspici per Salvi Vivai, l’azienda emiliana ha di che festeggiare dal momento che nel 2023 è stato impiantato il nuovo ceraseto sperimentale ed è partito ufficialmente il nuovo laboratorio di micropropagazione. Nel 2024 l’azienda vivaistica incrementerà ulteriormente la produzione delle piantine, dopo due anni dall’inizio dell’attività all’interno di un laboratorio di piccole dimensioni durante i quali si sono testate le potenzialità della microprogagazione.

Ora il laboratorio ufficiale è pronto e il nuovo team sta lavorando a pieno regime per la produzione delle piante già in ordine. Più di 50 anni di storia per l’impresa durante i quali ha sempre cercato di mettere al centro la parola innovazione. L’azienda vivaistiva è partita producendo piante di mele, pero, pesco, fino ad arrivare alle fragole e al ciliegio, nel 2006. Di recente ha introdotto anche il kiwi, sia giallo che verde.

Meno di un anno fa, per quanto riguarda specificamente il ciliegio, Salvi Vivai ha annunciato le nuove varietà in catalogo e anche per questo hanno deciso di impiantare un nuovo ceraseto sperimentale. Ora i clienti possono scegliere anche Pacific Red, Nimba, Areko, Royal Helen e Royal Lafayette, oltre alle varietà da sempre disponibili.

Abbiamo incontrato (virtualmente) Silvia Salvi che guida Salvi Vivai e che l’estate scorsa è stata premiata da BPER Banca per l’innovazione d’avanguardia portata avanti nell’attività vivaistica. Ovviamente al centro della conversazione non poteva che esserci il ciliegio.

Dal 2006 avete iniziato a produrre anche piante di ciliegio, cosa vi ha portati a scegliere di imboccare questa strada?

Il progetto ciliegio, chiamato ‘Ciliegio senza scala’, è iniziato perché ritenevamo che il settore avesse bisogno di innovazione e innovazione e ricerca sono sempre stati fondamentali per noi. Abbiamo voluto puntare su un ceraseto di bassa statura, con piante con una vegetazione contenuta quindi e non più un ceraseto tradizionale. In quegli anni, fra l’altro, stavano uscendo portinnesti che si adattavano bene, come i Gisela.

Questi portinnesti permettono di avere piante molto compatte, un ceraseto in cui tutte le operazioni vengono fatte da terra, ottimizzandole. Sono impianti di nuova concezione, che permettono un’alta densità, partendo da 3.000 fino ad arrivare anche a 5000 piante per ettaro. Quando siamo partiti con il ciliegio producevamo fra le 5 e le 10mila piante all’anno, oggi in media produciamo 400mila piante all’anno. Sono quasi vent’anni che facciamo ciliegio.

All’inizio il nostro mercato era solo italiano, oggi ci spingiamo più lontano. Stiamo vedendo un grande sviluppo della cerasicoltura nella Francia del Centro Nord poi la Germania è sempre stato un Paese importante. E da diversi anni c’è l’Est Europa che investe, la Russia ma anche altri Paesi di quell’area stanno impiantando molto, soprattutto varietà come Kordia, Regina, Ferrovia ma anche le nuove varietà che abbiamo di recente introdotto sono molto richieste.

La serie Sweet invece ha particolare successo in Italia e in Europa. Fra le aree potenzialmente molto interessanti ci sono i paesi del Sud America. Purtroppo ad oggi è difficile esportare piante in quell’area per problemi fitosanitari, per questi Paesi infatti è necessario aprire degli accordi bilaterali per la commercializzazione.

Cosa ha garantito il successo delle Sweet? E avete di recente introdotto nuove varietà a catalogo, cosa vi ha guidato nella scelta?

Le varietà della serie Sweet, messe a punto dal programma di miglioramento genetico dell’Università di Bologna, sono caratterizzate dal fatto di essere molto simili fra di loro. È importante dare al consumatore la possibilità di un frutto sempre simile. Sono varietà con caratteristiche eccellenti, frutti con ottime pezzature, gusto dolce superiore alla norma, ciliegie croccanti e con un colore scuro che piace molto ed è molto ricercato.

Queste caratteristiche le ritrovi in tutte le ciliegie della serie Sweet. Il periodo di raccolta può durare fino a un mese, 40 giorni. Anche scegliendo nuove varietà da introdurre nel catalogo abbiamo cercato di seguire le stesse caratteristiche, quindi sempre calibri importanti, colore scuro. Per noi poi era fondamentale ampliare il periodo di raccolta.

Abbiamo quindi scelto varietà sia precoci che tardive. In questo modo i primi frutti possono arrivare verso 20 maggio, in Italia, e la raccolta continua fino all'inizio di luglio. Allungare il periodo di raccolta è una necessità anche per la gestione della manodopera da parte dell’azienda agricola.

Avete appena impiantato un nuovo ceraseto sperimentale, come si caratterizza?

Il nuovo ceraseto sperimentale è stato impiantato nel 2023 ed è destinato a sostituire il vecchio ceraseto, mano a mano che le piante andranno in produzione. Sono due ettari di ceraseto nel comune di Portomaggiore, in provincia di Ferrara. Abbiamo messo a dimora le varietà della serie Sweet, continuando la collaborazione di sperimentazione insieme all’Università di Bologna con il professore Stefano Tartarini e il suo staff.

Poi, nel breve, testeremo anche le nuove varietà prese in licenza recentemente. Per noi questo progetto è molto importante perché vogliamo dare al produttore pareri scientifici oggettivi che mettano in luce pro e contro.

Abbiamo impostato due diversi tipi d’allevamento, utilizzando i portinnesti nanizzanti Gisela 5 e 6, uno a candelabro, a 1 metro e mezzo sulla fila e 3,3 metri tra le file; l’altro ad asse colonnare ad alta densità, a 50 cm sulla file e sempre a 3,3 m tra le file. 

Abbiamo poi scelto di coprire l’impianto con due tipi di copertura antigrandine e antipioggia. Da un lato abbiamo optato per blocchi monofila e dall’altro per reti monoblocco. Le coperture sono fondamentali per avere protezione dall’acqua e per prevenire il cracking.

Con il 2024 è partito ufficialmente il nuovo laboratorio di micropropagazione, quali sono i vantaggi di questo laboratorio?

Il laboratorio è stato completato a fine dicembre 2023, ora lo stiamo mettendo a regime. Riteniamo, con questa nuova attività, di avere la completa rintracciabilità della filiera e la possibilità di ampliare la gamma di prodotti che possiamo offrire al mercato.

Inoltre riteniamo di dare un valore aggiunto al nostro prodotto, fornendo alle aziende agricole piante sicure e sane e con una alta qualità. Per noi è una grande soddisfazione aver incominciato questa attività di micropropagazione che oggi stiamo potenziando. Stiamo realizzando un sogno da tempo presente nei nostri pensieri.

La decisione è legata anche alla nostra adesione alla certificazione volontaria di qualità QVI. Il vantaggio per il cliente è quello di avere la certezza di piante sane e geneticamente controllate. Altri importanti vantaggi sono: la velocità di propagazione che ci permette di stringere i tempi di produzione, quindi di essere più veloci e l’esigenza di spazi contenuti nelle prime fasi di crescita con la possibilità quindi di produrre grandi quantità di materiale.

Il laboratorio, in un certo senso, chiude un cerchio. Ovviamente non produciamo solo ciliegio, ma kiwi, melo, portinnesti per il melo, nocciolo e, ultima novità, la produzione di piantine di mirtillo. Nel prossimo futuro amplieremo anche con gli altri piccoli frutti. Infatti, altro grande vantaggio del laboratorio di micropropagazione, è quello di poter ampliare la propria gamma di specie in tempi molto brevi.

Guardando al futuro della cerasicoltura, su cosa bisogna lavorare?

Per quanto riguarda il miglioramento genetico, servono varietà resistenti alle malattie e al cracking. Il problema delle forti piogge e dei ritorni di freddo primaverili è molto sentito. Vanno migliorati poi gli impianti, servono impianti meno costosi da gestire. I costi per i produttori sono cresciuti molto, dall’energia alle materie prime alla manodopera.

Il problema della manodopera è lo stesso in tutto il mondo. Negli ultimi 10 anni è sempre più difficile reperire manodopera specializzata. Servono sistemi di ceraseti facili da gestire in modo che sia più semplice formare la manodopera. Un altro aspetto poi è il miglioramento della qualità delle ciliegie.

Se non c’è qualità, è difficile rientrare dei costi. Bisogna differenziarsi e andare sul mercato con ciliegie di qualità eccellente. Proprio il sistema del ciliegio senza scala e la gamma di varietà proposte dalla Salvi Vivai possono far raggiungere questo obiettivo alle aziende agricole.


Barbara Righini

Immagini: Salvi Vivai


Cherry Times - Tutti i diritti riservati

Potrebbe interessarti anche

Le ciliegie siciliane di Chiusa Sclafani fanno poker al XXV concorso nazionale Ciliegie d’Italia

Tipicità

04 giu 2024

“Che la ciliegia di Chiusa Sclafani è la più straordinaria d’Italia l’abbiamo sempre saputo – dice Angelo Vellino, storico produttore della cittadina – questo è il risultato conseguito grazie al grande impegno, alla professionalità e ai sacrifici di tutti i produttori”.

Progetti di selezione del ciliegio e nuovi portainnesti con la serie Corette®

Portinnesti

11 giu 2024

La Michigan State University ha valutato incroci di ciliegie acide per valutarne il potenziale come portainnesti di ciliegio, ottenendo la serie Corette® di portainnesti nanizzanti e semi-nanizzanti precoci e produttivi e diversi portainnesti semi-vigorosi e meno precoci.

In evidenza

Qualità del succo di amarena: confronto tra diversi tipi di confezionamento

Qualità

23 dic 2024

Un recente studio ha analizzato la qualità del succo di amarena confezionato in vetro ed in Tetra Pak, valutando i parametri sensoriali e fisico-chimici. L’obiettivo era fornire informazioni utili ai consumatori e garantire standard qualitativi adeguati.

Aspetti fisiologici e strategie di prevenzione del cracking da pioggia nelle ciliegie

Gestione

23 dic 2024

Le caratteristiche particolari di questo frutto lo rendono uno dei frutti più suscettibili a sviluppare spaccature per effetto delle piogge. In questo articolo i ricercatori dell'Università di Università di Talca affrontano le cause del problema e alcune strategie di prevenzione.

Tag Popolari