Stone Fruit Day (WSU): il legame fra qualità e mutamento delle condizioni climatiche al centro dell’attenzione

11 mar 2025
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Ciliegie e qualità, in rapporto anche al tema di condizioni climatiche sempre più sfidanti per la cerasicoltura: anche questi temi sono stati sviluppati durante l’ultima edizione dello ‘Stone Fruit Day’ organizzato dalla Washington State University (WSU) che si è tenuto lo scorso 22 gennaio e che Cherry Times ha seguito in diretta, da remoto.

In particolare Bernardita Sallato, ricercatrice all’Irrigated Agriculture Research and Extension Center (WSU) di Prosser, si è concentrata sul tema nutrizione del ciliegio; Carolina Torres, Associate Professor in Postharvest System (WSU) ha presentato i risultati di una ricerca che ha avuto come focus la necessità di aumentare i giorni di conservazione, mantenendo la qualità, ed esplorando il legame fra conservazione e condizioni meteo durante la stagione di produzione; Jonathan Magby, Department of Horticulture (WSU), ha approfondito il tema della dormienza del ciliegio collegato ai cambiamenti climatici.

La nutrizione del ciliegio assume un’importanza ancora più centrale dato che sempre più i ceraseti, anche negli States e nello Stato di Washington, sono costretti a condizioni climatiche particolarmente stressanti. 

“I nutrienti sono essenziali e la limitazione di uno qualsiasi degli elementi necessari alla pianta causa o la morte degli alberi o porta a cattiva qualità del frutto o a non massimizzare la produzione e la qualità dei frutti”, ha chiarito subito Bernardita Sallato. La ricercatrice ha poi spiegato come calcolare le reali necessità del ciliegio, alle condizioni date in un determinato ceraseto.

Nutrizione, come determinare l’apporto corretto dei nutrienti

Per prima cosa occorre capire qual è la situazione data, tramite test, e fare analisi in modo da conoscere la concentrazione di elementi. A questo scopo si raccoglie la giusta foglia. Qui, a questo LINK potete trovare un articolo approfondito proprio di Berdardita Sallato su come fare le analisi ed interpretarle, oltre a quali sono i range standard dei vari elementi per il ciliegio.

Da sottolineare che, per quanto riguarda proprio la fertilizzazione e l’aggiunta di elementi che si scoprono essere necessari, la curva del beneficio per la salute dell’albero è a campana

Ciò significa che il ciliegio risponderà solo fino a un certo punto, raggiunto un certo livello della curva, occorre fermarsi con la fertilizzazione perché è stata raggiunta l’ideale concentrazione. Aumentando ancora la dose di un certo elemento non si ottengono ulteriori risultati, anzi, oltre un certo livello si entrerà in tossicità, danneggiando la pianta.

Risposta della pianta di ciliegio alla somministrazione di nutrienti. La linea rossa si riferisce agli apporti azotati ed il box evidenziato in verde si riferisce all’apporto ottimale. Fonte: slide mostrata da B. Sallato durante lo ‘Stone Fruit Day’ 2025 della WSU.

“Attenzione – ha avvertito la Sallato – che per alcuni elementi, ad esempio l’azoto, la campana è stretta e quindi si passa velocemente dalla carenza alla tossicità. La curva ci mostra che solo in caso di carenza di un elemento, l’aggiunta dello stesso darà un beneficio in termini di qualità del frutto, dimensione o resa”.

Come calcolare dunque in che quantità fornire al frutteto i diversi elementi, come ottimizzare la nutrizione? La formula sembra semplice, ma avere a disposizione i dati lo è meno: alla richiesta di un determinato elemento va sottratta la fornitura per poi dividere per l’efficienza, fattore di cui tenere conto. Uno degli obiettivi è certamente aumentare l’efficienza della nutrizione.

Bernardita Sallato ha passato in rassegna i principali macro e microelementi, soffermandosi in maniera particolare sull’azoto. A seconda della cultivar presa in considerazione la richiesta di nutrienti sarà diversa e questa dipenderà anche dalla zona dove si trova il frutteto. Il team della WSU ha sviluppato una tabella relativa allo Stato di Washington che fa riferimento alla produzione di 1 US ton ovvero 0,91 tonnellate metriche.

Fabbisogno annuo medio di elementi nutritivi nel ciliegio (N, P, K, Ca, Mg, S) espresso in Libbre per USTon di ciliegie. I range sono calcolati considerando la zona di coltivazione dello Stato di Washington (USA). Note: 1 USTon corrisponde a 0,91 tonnellate, 1 Libbra corrisponde a 0,45 Kg. Fonte: slide mostrata da B. Sallato durante lo ‘Stone Fruit Day’ 2025 della WSU

Una volta stabilità le necessità per una certa produzione si procede a calcolare la quantità di un determinato elemento che va fornita: “Per sapere quanto azoto va fornito per esempio, vanno considerati il terreno, l’irrigazione (tramite analisi), se incorpori o meno materiale di potatura. La fornitura di azoto deve tenere conto di tutto e già solo con l’irrigazione, senza saperlo, si aggiungono molti elementi”.

Se per quanto riguarda l’acqua, con analisi, è relativamente facile sapere quanti e quali nutrienti si stanno fornendo, più complesso è conoscere quanto si fornisce al suolo, in modo particolare poi per l’azoto, molto mobile: “Voglio sottolineare che l’azoto ha molte forme e che ci sono molte perdite probabili durante la stagione. Ad esempio, la volatilizzazione, la denitrificazione e la lisciviazione. La lisciviazione è la più importante, soprattutto nei terreni molto sabbiosi, come diverse zone a Washington. Proprio a causa delle perdite, è molto difficile per l’azoto utilizzare l'analisi del suolo come una buona stima dell'azoto presente nel suolo”, ha specificato la ricercatrice.

“Per gli altri elementi che sono più stabili, tutto ciò che dobbiamo fare invece è un’analisi del suolo, per mantenere i livelli all’interno di un intervallo dato."

"Tenendo sempre conto però della struttura del terreno, importantissima per interpretare i risultati”. Rispetto ai micronutrienti, Bernardita Sallato ha voluto sottolineare l’importanza del boro: “Questo micronutriente può diventare non disponibile a pH elevato del suolo. È anche un elemento che ha una mobilità molto limitata e che dipende dal tessuto e dal periodo dell'anno o dalla fase di sviluppo. Il boro è cruciale in alcune fasi, la nuova crescita cellulare si basa sulla presenza di boro ed è per questo che dobbiamo applicare il boro nella fase prima della fioritura”. 

Qui una sintesi dell’intervento di Berdardita Sallato durante lo Stone Fruit Day 2025:

Postproduzione, le condizioni climatiche influiscono sulla conservazione

Carolina Torres, Associate Professor in Postharvest System (WSU), si è concentrata sui legami fra cambiamento climatico e mantenimento della qualità in post raccolta, anche per allungare la durata della conservazione. “Il mio focus di ricerca sulle ciliegie è dettato dalle esigenze dell’industria – ha detto la Torres – La consistenza è importante, il picciolo che resti verde e che la conservazione duri più a lungo, sono questi i temi che interessano e so che studiandoli posso avere un impatto”.

La Torres ha portato avanti la sua ricerca durante 3 stagioni, dalla 2022 alla 2024, anche se dati sono stati raccolti anche nel 2021. Le cultivar prese in considerazione sono Rainier, Bing, Skeena e Sweethart in frutteti commerciali. Le ciliegie sono state portate a 1,11 °C subito dopo la raccolta e poi conservate in a 0 °C, in confezioni ad atmosfera controllata (MAP Bag) per 30 giorni, questo è infatti l’obiettivo. 

Nelle annate 2022 e 2023 le ciliegie sono state raccolte sia con le tempistiche commerciali sia con diversi giorni d’anticipo.

L’andamento meteo fra primavera-estate delle quattro annate prese in considerazione nelle prove in due località dello Stato di Washington. Le date sull’asse delle X riportano mese/giorno. Fonte: slide mostrata da C. Torres durante lo ‘Stone Fruit Day’ 2025 della WSU

Carolina Torres ha sottolineato come le diverse annate nello Stato di Washington siano state profondamente diverse: “Nel 2021 abbiamo avuto quell’ondata di caldo estremo che si è verificata a giugno, intorno alle ultime due settimane. Nel 2022 abbiamo avuto una temperatura primaverile molto bassa durante la fioritura, con 5 °C intorno a quel periodo e subito dopo è stata una fresca estate primaverile, quindi un anno piuttosto freddo

Nel 2023 c’è stata un’estate calda rispetto ai tre anni precedenti, ma abbiamo avuto un bel periodo di fioritura, con temperature fresche. Nel 2024, durante la fioritura era molto caldo, più caldo rispetto al 2023, dopo però è stato più fresco dell'anno prima. Abbiamo avuto i mesi di maggio, giugno, molto freddi rispetto al 2023. I dati riguardano le zone di Mattawa e Othello, dove sono i blocchi commerciali”, ha spiegato.

La ricerca prevedeva di monitorare, a 15 e 30 giorni dalla raccolta, l’andamento del colore del picciolo e la sua forza, l’intensità di rosso, per le varietà rosse, il grado brix e la compattezza della polpa. Alcuni dei risultati ottenuti comparando i dati ottenuti: per quanto riguarda il picciolo e la sua capacità di non imbrunire, “Il 2021 è stata una stagione molto stressante per tutte le varietà e si hanno quindi steli molto marroni e disidratati, questa caratteristica aumenta con il tempo di stoccaggio. 

Il frutto quindi, anche se raccolto con parametri buoni, non può essere conservato a lungo. Ecco un’altra osservazione: raccogliendo prima della data commerciale non sempre si hanno risultati migliori, non c'è una buona correlazione e questo vale per la maggior parte delle varietà. Per quanto riguarda la forza, non ho visto grandi cambiamenti durante la conservazione. 

Si pensa che prima o poi le ciliegie perderanno il picciolo, ma 30 giorni di conservazione forse non sono sufficienti per osservarlo. In un anno poi in cui, già alla raccolta, la forza era bassa, il picciolo si stacca più facilmente. Prendiamo il 2023, cosa è successo quell’anno? Trenta giorni prima della raccolta, le temperature erano alte, superiori agli altri anni presi in considerazione, ciò può avere avuto un’influenza. 

Per quanto riguarda il colore rosso, sembra non cambiare durante la conservazione, a volte abbiamo avuto colore più intenso nella raccolta commerciale, rispetto alla raccolta anticipata. Analizzando poi la compattezza, i risultati della misurazione ci dicono che le ciliegie non rammolliscono con il passare dei giorni dalla raccolta ma sappiamo che non è così. Semplicemente misurare la compattezza non è una buona metrica. La compattezza si misura infatti nei primissimi millimetri”. 

La ricerca di Carolina Torres va avanti, ma arrivando alle prime conclusioni, la Torres ha detto: “Raccogliere al giusto grado di maturità è fondamentale per una conservazione prolungata. Io continuerò comunque ad osservare l’effetto dello stress ambientale e del clima sulle condizioni del picciolo”.

La WSU sta cercando di capire i legami fra la dormienza e la tolleranza al freddo in inverno e in primavera

E proprio le mutate condizioni climatiche sono state al centro della relazione di Jonathan Magby, Department of Horticulture (WSU), dal titolo: “Varying Cold Hardiness of Sweet Cherry Cultivar”. Presentando il suo tema di studio Magby ha detto: “La tolleranza al freddo, i tempi di fioritura e la dormienza della pianta interagiscono e hanno un ruolo importante nella sopravvivenza e nella crescita delle piante. 

La dormienza influenza anche la capacità di fioritura delle ciliegie dolci e di molte altre colture. Il meccanismo della dormienza è centrale per la sopravvivenza durante i periodi invernali e s’innesca con temperature fredde, in autunno, e con giornate più corte. La fase di fioritura e crescita invece è guidata da temperature più calde e giornate più lunghe”. 

Poi ha osservato: “Negli ultimi anni il gelo e i danni da gelo si sono dimostrati come minacce fondamentali per le produzioni e la situazione non sembra che nei prossimi anni migliorerà. Negli ultimi anni poi la fioritura è anticipata e questo porta a una maggiore suscettibilità alle gelate primaverili”. 

Per Magby e il team della WSU è importante approfondire il meccanismo della dormienza: “Comprendere la dormienza e la sua progressione ha a che fare con la tolleranza al freddo durante il periodo di acclimatazione e con il suo mantenimento andando verso la fase di fioritura”.

Un momento della presentazione di Jonathan Magby durante lo ‘Stone Fruit Day’ 2025, WSU

Il gruppo di ricerca durante 3 anni, dal 2019 al 2021, ha raccolto un dataset che riguarda la tolleranza al freddo durante le fasi di endodormancy ed ecodormancy di 29 varietà. Ha monitorato la dormienza, con un metodo particolare, inventato dalla WSU, e la crescita delle piante e raccolto dati sul momento di fioritura delle diverse cultivar, ha anche monitorato la presenza di acqua nei germogli. Ha poi anche selezionato 6 varietà molto tolleranti al freddo e sei suscettibili.

Fra le evidenze che Magby ha sottolineato: “I risultati mostrano che la resistenza al freddo in inverno non significa necessariamente che quella varietà è resistente anche in primavera. È stato interessante vedere che varietà con scarsa tolleranza al freddo durante l’interno e che hanno subito danni, se riescono a superare ottobre subiscono il 30-40% in meno di danni quando si tratta di gelo primaverile. 

Inoltre gli individui tolleranti al freddo hanno un tasso di acclimatazione più elevato nell'acquisire la capacità di dormienza rispetto ai suscettibili e gli stessi poi, se ad alto fabbisogtno di freddo, permangono più a lungo nella fase di endormienza. Monitorando poi il contenuto di acqua nelle gemme, abbiamo visto che un contenuto relativo di acqua più elevato negli individui tolleranti fornisce un certo supporto a una maggiore tolleranza al freddo durante l’inverno”.

Barbara Righini


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