L'azienda Boni Silvano e Ezio è un'azienda a conduzione familiare situata nel comune di Affi (VR), nei pressi del Lago di Garda. L'azienda, di 22 ettari, è gestita dai due cugini Ezio e Silvano, che tra le diverse colture hanno 5 ettari di produzione cerasicola, suddivisi tra varietà precoci, medie e tardive, con una produzione che supera le 40 tonnellate annue.
Come è nata la produzione cerasicola dell'azienda?
"Possiamo dire che l'azienda è sempre stata cerasicola. Mio padre piantava le ciliegie ai margini dei terreni, dove era più difficile piantare vigne. Non era molto, ma almeno permetteva di coprire i primi costi durante il periodo di raccolta. Poi, nel 1985 è stato progettato e portato a termine il primo impianto, di 6000 metri. Abbiamo voluto puntare di più anche sulle ciliegie".
"La vera svolta in realtà c'è stata 17 anni fa, nel 2006, quando su indicazione del Dott. Gino Bassi, che era responsabile settore frutticolo di Verona, assieme ad altri produttori di ciliegie della zona fummo invitati a fare tour nei ceraseti della zona e di altre regioni, quelli trentini in particolare. Questo ci diede un grande stimolo per proseguire nella coltivzione delle ciliegie".
Ezio Boni
Per quanto riguarda gli impianti, che tipologia avete adottato? Parliamo di una coltura interamente coperta?
"Anni dopo il primo impianto ne sono nati poi altri due: il primo era a fusetto, gli altri abbiamo deciso di farli a palmetta. Questo per permettere una maggior esposizione al sole, non solo dei frutti ma anche delle gemme per la fruttificazione dell'anno successivo. Questo perchè l'esposizione al sole è importante per le gemme che spesso rischiano di perire su alcune varietà".
"Per il primo impianto era già stata predisposta una struttura abbastanza moderna con anche le coperture antigrandine. Dopo aver partecipato ad uno dei Cherry Symposium a Vignola, sotto consiglio di Stefano Lugli, abbiamo integrato in parte dell'impianto anche le reti antipioggia. Quell'anno in particolare c'erano state parecchie pioggie in fase di maturazione".
"Inoltre, eravamo anche preoccupati perchè nella nostra zona, nei pressi del Lago di Garda, abbiamo spesso brezza o problemi con il vento. Per questo abbiamo scelto di utilizzare un impianto elasticizzato che prevede la messa in tensione delle reti. In questo modo le reti hanno la possibilità di oscillare e non comportano danni nemmeno nelle giornate più ventose".
"In più, avendo spesso la brezza, quando i teli sono tirati si muovono leggermente e permettono anche un notevole ricambio dell'aria. Probabilmente, sistemi più rigidi avrebbero comportato più problemi".
"Non nascondo però di aver avuto il timore di avere maggiori problemi di monilia, invece, al contrario, non ne abbiamo mai avuti. Le ciliegie non si bagnano. In più, avendo spesso la brezza, quando i teli sono tirati si muovono leggermente e permettono anche un notevole ricambio dell'aria".
"Aggiungo anche che abbiamo una rete di protezione antinsetto su tutto il perimetro, soprattutto per la drosofila. Se il problema fosse stata solo la cimice, avremmo potuto utilizzare anche una rete con una trama molto più sottile, ma in realtà per quello non abbiamo mai avuto tanti problemi. Almeno questo ci permette di fare meno trattamenti rispetto alle piante non coperte, e non è poco".
"Tutti gli impianti sono su portinnesti Gisela 6. L'unica varietà che ha un portinnesto diverso è Sweet Aryana, che è su Colt. Producendo tanto ed essendo autofertile, rischiavamo di avere una produzione con un calibro piccolo. Con un portinnesto più vigoroso, invece, la produzione dovrebbe essere migliore".
"Infine, una piccola parte degli impianti non è nè protetta nè coperta. Questo viene da una nostra sperimentazione per mettere alla prova delle intemperie e del clima le diverse varietà".
Che scelte sono state fatte a livello varietale?
"Nel primo impianto erano state scelte e messe a dimora il ventaglio varietale dell'epoca: parliamo quindi di Grace Star, Early Star, Black Star e anche le tardive Kordia e Regina. Queste ultime sotto copertura hanno una maggior tenuta in pianta, quindi raccogliere anche qualche giorno dopo non fa chissà quale differenza. Anche quest'anno le abbiamo raccolte tutte dopo aver raccolto le parti dell'impianto scoperte".
"Tra queste varietà citate, quella che ritengo più interessante e che, a mio avviso, va ancora tenuta in considerazione, è proprio Grace Star. È una varietà ancora molto valida pur essendio una ciliegia un pochino tenera: parliamo davvero di una buona produzione con ottime pezzature".
"Negli impianti successivo abbiamo invece fatto affidamento sulle varietà Sweet: parliamo di varietà come Sweet Aryana, Sweet Lorenz, Sweet Stephany e Sweet Saretta, assieme a qualche pianta di Samba. Per quanto ci riguarda era una varietà a noi un po' sconosciuta ma devo dire che dà molte soddisfazioni e, per fortuna, difficilmente presenta problemi di cracking".
"Anche la Kordia dà veramente pochi problemi con il cracking, ma quest'anno, colpa anche della stagione molto critica, abbiamo riscontrato una produzione bassa, ca. 9 kg per pianta, anche se la pezzatura era tutta 32+. Dobbiamo dire comunque che non toglie nulla alle varietà Sweet".
"Ad esempio, Sweet Stephany è una varietà molto valida. Ne abbiamo solo due file. L'anno scorso devo dire che non mi ha particolarmente entusiasmato. Quest'anno invece devo dire che siamo stati davvero soddisfatti. Buona pezzatura, ottima qualità e abbondante produzione".
"Anche se, onestamente, la varietà che quest'anno ci ha dato maggiori soddisfazioni è stata Sweet Saretta. Parliamo di pezzature davvero elevate, ma sopra ogni cosa abbiamo riscontrato un'elevata produzione. A discapito della stagione, non abbiamo nemmeno avuto un problema con il cracking".
"E per finire, stiamo portando avanti alcune sperimentazioni con altre varietà, nello specifico Henriette, di cui abbiamo solo 5 piante, e Areko. Non solo all'interno di impianti coperti ma anche scoperte. Parliamo di varietà promettenti, soprattutto per croccantezza e valore estetico, superiore sia a Kordia che Regina".
Henriette.
Per quanto riguarda la vendita, che strategie adottate?
"Basiamo la nostra vendita sulla vendita diretta al consumatore. Ci dà maggior soddisfazione, non solo in termini economici, ma dà anche la possibilità al consumatore di toccare con mano il prodotto, capirne la qualità e vedere di persona come lavoriamo e come produciamo il prodotto che acquistano".
"I clienti poi tornano, sono incuriositi, ed è così che dovrebbe andare secondo noi. Abbiamo la fortuna di avere l'azienda in un bel posto turistico". "L'anno scorso abbiamo avuto un periodo di vendita di 59 giorni".
"Se possiamo sottolineare una criticità, purtroppo, è che nel veronese non esiste effettivamente un mondo cooperativistico. Non è una mentalità molto sentita. Questo però pesa in chi ha voglia di lavorare bene per offrire il prodotto alle migliori condizioni possibili e ad un pezzo adeguato. Ormai il costo della raccolta si aggira come minimo sui due euro. Se ci fosse un tessuto cooperativistico nel veronese potrebbe andare meglio".
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