I Vivai Fortunato scommettono sul futuro della cerasicoltura mediterranea e realizzano un campo prova portinnesti coperto. Il progetto era nei pensieri di Luca Fortunato, titolare dell’azienda vivaistica pugliese, da tempo e ora sta prendendo forma: “C’è una sorta di disaffezione al ciliegio nella nostra zona ma in generale nel Sud d’Italia.
Purtroppo, le problematiche sono tante, mancanza di acqua, difficoltà a trovare manodopera specializzata, stanchezza dei terreni, venti forti o piogge estreme. Ci siamo detti che era necessario ripartire della base, anche perché abbiamo notato che la stessa varietà di ciliegio su vecchi portinnesti come Prunus mahaleb o Prunus avium piuttosto che su un Gisela 6 dava risultati diversi per quanto riguarda il prodotto finale”, ha raccontato durante una lunga intervista a Cherry Times.

Vivai Fortunato, una produzione di 70-80mila piante di ciliegio annue
Luca Fortunato guida oggi l’azienda familiare vivaistica che si trova a Sammichele di Bari e che si estende su 65 ettari. La produzione si concentra su astoni e portinnesti di fruttiferi, prodotti in pieno campo e sulla produzione di piante in vasetto innestate. Oltre al ciliegio, le frutticole cui il vivaio si dedica sono tutte quelle tipiche dell’area mediterranea, quindi olivo, mandorlo, le altre drupacee come albicocco, pesco e susino e non solo.
La produzione di piante di ciliegio in media si attesta fra le 70.000 e le 80.000 all’anno. Proprio a causa della disaffezione di cui ci ha parlato, oggi i principali clienti dei Vivai Fortunato non sono in Italia, l’Italia vale infatti solo il 5% del fatturato. “Ci sono diverse problematiche da affrontare – ha detto ancora Luca Fortunato a Cherry Times - ma c’è anche da considerare che il mercato ora richiede calibri superiori a 28-30 mm, c’è bisogno di un rinnovo.
Quello che vogliamo è mettere a disposizione della cerasicoltura meridionale e mediterranea un’esperienza. La domanda c’è, ci chiedono consigli su come realizzare i nuovi ceraseti, vorrebbero impiantare e noi vogliamo dare risposte”.

Cerasicoltura pugliese da rilanciare
Guardando in particolare alla Puglia, proprio bandi regionali CSR del 2025, collegati a fondi europei mettono a disposizione finanziamenti per rilanciare la cerasicoltura nella Regione e impiantare nuovi ceraseti all’insegna dell’innovazione, non solo varietale ma anche tecnologica. I nuovi ceraseti, secondo le intenzioni dell’amministrazione regionale dovranno essere capaci di rispondere alla sfide poste dal cambiamento climatico e puntano a un rilancio anche commerciale della ciliegia pugliese.
“Vogliamo dare indicazioni certe ai produttori – ha sottolineato ancora Luca Fortunato – Siamo in una fase di grande trasformazione e contiamo nel giro di 3/5 anni di poter già dare risposte”.
Vivai Fortunato impianta un campo prova portinnesti
Il campo prova portinnesti, che ad agosto prossimo saranno innestati, si compone di 43 portinnesti. Le piante in osservazione, in totale, saranno 860. Saranno innestate 3 varietà diverse da mettere a confronto: “Vogliamo capire come si adattano – ha continuato Luca Fortunato – Le varietà ancora non le abbiamo decise ma saranno una precoce, una intermedia e una tardiva.
Stiamo pensando ad esempio a Sweet Aryana®, Sweet Gabriel® e magari, alla Ferrovia. Vogliamo capire come si forma la pianta, come si adatta, lanciare un sistema che potrebbe confacere al nostro territorio, che è diverso da quello del Nord Italia o dei paesi del Nord Europa o dell’Est Europa.
Qui siamo a Sud, abbiamo bisogno di forme di allevamento non necessariamente a parete, abbiamo bisogno di forme a vaso, sfruttando le nostre esperienze passate. Ci vogliono piante a taglia bassa per raccogliere da terra ed evitare scale. Come sesto d’impianto abbiamo fatto un 5x2 ma domani sarà la pianta a dirci di più. È un sesto indicativo.”
Sui portinnesti messi alla prova e che sono già stati piantumati, Fortunato non vuole scoprirsi troppo: “Abbiamo evitato di mettere portinnesti di origine russa per esempio o balcanica. È la questione del fabbisogno delle ore di freddo.
Abbiamo deciso di concentrarci su ciò che è stato sviluppato in aree calde e osservato ciò che stanno utilizzando in Spagna o nel Sud delle Francia – ha spiegato a Cherry Times – Chi fa breeding ha lavorato molto sulle varietà a basso fabbisogno di freddo, si sa meno sui portinnesti. Il clima è cambiato e il problema dell’accumulo insufficiente di ore di freddo si fa sentire”.

Il campo prova portinnesti per dare risposte ai cerasicoltori
I Vivai Fortunato pensano a clienti pugliesi ma guardano anche alle altre regioni italiane dalle quali hanno richieste: la Basilicata, la Sicilia, la Calabria. Poi cercano risposte anche per clienti fuori confine: “Ci arrivano molte richieste dal Nord Africa, l’Algeria per esempio, la Tunisia.
Quando sarà possibile si potrà lavorare molto con la Libia che al momento soffre di problematiche politiche. Il Libano è un altro Paese molto interessante. Siamo attenti a tutte le potenzialità del bacino del Mediterraneo”.
Dal momento però che oggi il mercato più attivo e consolidato per i Vivai Fortunato è quello dei Paesi dell’Est Europa (per esempio Azerbaigian, Georgia, Armenia, Uzbekistan), Luca Fortunato non ha rinunciato a mettere alla prova portinnesti che siano adatti a qualle aree: “Sappiamo moltissimo del Gisela 6, meno degli altri. Abbiamo quindi messo i Gisela 12, 13 e 17, oltre al 6”, ha concluso Fortunato che poi ha promesso: “Mano a mano che i dati arriveranno e che avremo fatto le nostre valutazioni, divulgheremo di più rispetto al nostro nuovo campo prova portinnesti”.
Barbara Righini
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