India, 300 milioni di consumatori pronti per le ciliegie cilene

03 giu 2025
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Con una popolazione che supera il miliardo e una classe media in rapida ascesa, l’India rappresenta oggi una delle sfide più promettenti – ma complesse – per l’export ortofrutticolo cileno. Tra dazi azzerati, finestre commerciali favorevoli e una cultura del dono che valorizza la frutta premium, le ciliegie cilene potrebbero trovare terreno fertile.

Ma serve una strategia mirata.

Un mercato-continente con margini enormi

Con circa 1,4 miliardi di abitanti, l’India è il Paese più popoloso del pianeta e, per dimensioni e diversità, va affrontata come se fosse un continente. Lo afferma Sumit Saran, direttore della SS Associates, società indiana specializzata nel lancio di prodotti alimentari stranieri sul mercato locale.

Secondo l’esperto, il libero scambio tra Cile e India – rafforzato di recente durante la visita del presidente Gabriel Boric – offre un vantaggio competitivo: per le ciliegie, il dazio d’importazione è pari a zero, a differenza del 30% (circa 27,5%) applicato ad altri Paesi esportatori come Australia e Nuova Zelanda.

Focus sulla classe media e alta: 300 milioni di opportunità

Per Saran, la chiave è puntare direttamente alla fascia di consumatori composta dalla classe media e alta indiana, che conta circa 300 milioni di persone: una platea paragonabile all’intera popolazione degli Stati Uniti.

“Non parliamo di un mercato di nicchia – sottolinea – ma di un segmento con potere d’acquisto concreto, distribuito in modo trasversale in tutto il Paese. Ogni città, grande o piccola, ha la sua quota di consumatori benestanti.”

Le ciliegie? Una finestra unica a dicembre

A differenza delle ciliegie locali, disponibili in estate, quelle cilene arrivano sul mercato indiano tra dicembre e gennaio. Un vantaggio in termini di esclusività, proprio nel periodo delle festività natalizie e di Capodanno.

Tuttavia, le ciliegie cilene non riescono a raggiungere il mercato in tempo per il Diwali – la festività più importante per lo scambio di doni, che si celebra tra ottobre e novembre. “È un limite – ammette Saran – ma resta comunque una settimana di consumo premium molto interessante a fine anno.”

Un primo passo: i container e l'arrivo di qualità

Un altro segnale incoraggiante è l’arrivo dei primi container via nave. “Fino a oggi mancavano soluzioni logistiche adeguate. Ma l’ultima stagione ha dimostrato che è possibile spedire in container e mantenere alta la qualità all’arrivo. È un punto di svolta,” afferma l’esperto.

Il modello da seguire? L’evoluzione del consumo di prugne disidratate: “Con un piccolo investimento promozionale, le esportazioni sono raddoppiate. Se facciamo lo stesso con le ciliegie, l’India potrebbe diventare la nuova Cina.”

Educazione al consumo? Meno necessaria di quanto si pensi

A differenza di altri frutti meno conosciuti, le ciliegie non necessitano di un grosso sforzo di alfabetizzazione del consumatore: “In India le ciliegie si coltivano, seppur in un’altra stagione. Il prodotto è noto. Basta raccontarne la qualità e l’esclusività,” conclude Saran.

Costruire un ponte commerciale su misura

Il potenziale c’è, ma occorre un piano a lungo termine, con promozione mirata, logistica efficiente e una presenza costante sul territorio. L’India non sarà una scommessa a breve termine, ma potrebbe rivelarsi il prossimo grande partner per le ciliegie cilene.

Una sfida ambiziosa, ma con 300 milioni di buoni motivi per affrontarla.

Fonte testo e immagine: Redagricola.com


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