Ciliegie da esportazione: senza gestione costante non c’è qualità

11 nov 2025
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Il consulente esperto in ciliegi avverte: la qualità si costruisce tutto l’anno, non si improvvisa. Dopo i problemi della scorsa stagione, servono scelte rigorose e gestione costante per restare competitivi.

La qualità della ciliegia è diventata una priorità assoluta per l’export cileno, soprattutto verso il mercato cinese. Lo ha ribadito con forza l’agronomo e consulente Patricio Morales, intervenuto alla Fruit Trade 2025 con un messaggio chiaro: non si possono produrre ciliegie d’eccellenza in frutteti trascurati o gestiti con superficialità.

Durante la stagione 2024/25, infatti, si è registrato un incremento preoccupante di rifiuti alla dogana cinese, spesso causati da problemi di marciume e calibri troppo piccoli. “Abbiamo esportato 125 milioni di casse, ma 33 milioni erano di frutti di piccolo calibro. Questo danneggia la percezione e il valore delle ciliegie più pregiate”, ha dichiarato Morales.

Un mercato esigente e senza alternative

La Cina resta il principale sbocco per l’enorme produzione cilena – circa 70.000 ettari coltivati a ciliegio – e per questo, sostiene l’esperto, è essenziale adattarsi alle sue richieste, che puntano sempre più sulla qualità e sulla pezzatura elevata.

Nonostante le previsioni iniziali di raggiungere i 131 milioni di casse, le gelate di agosto e settembre potrebbero far scendere il volume sotto i 110 milioni. Inoltre, il deficit di ore di freddo ha provocato fioriture disomogenee e problemi di allegagione.

“Ci sono frutteti dove la parte bassa era già in sviluppo mentre la parte alta era ancora in fiore. Questo compromette la resa”, ha spiegato Morales, sottolineando però i benefici delle coperture plastiche, utili per stabilizzare la fioritura grazie a una migliore accumulazione termica.

Calibro minimo: un impegno da rispettare

Il settore ha concordato di ridurre gli imballaggi per ciliegie di calibro inferiore a 28 mm, ma Morales lancia un monito: “Stiamo vedendo alcuni produttori tornare sui propri passi. Non possiamo permettercelo. Se abbiamo deciso che il calibro minimo è 2J, dobbiamo rispettarlo”.

Frutteti trascurati: un danno all’intera filiera

Nel corso della sua presentazione, Morales ha mostrato immagini di frutteti in stato di abbandono, evidenziando che in simili condizioni non è possibile ottenere frutti idonei all’export.

“C’è chi non fa alcuna attività agronomica per mesi e pensa che basti stendere un telo riflettente all’ultimo minuto. Questo è un approccio fallimentare. Serve disciplina, rigore e costanza”, ha ribadito.

I costi si gestiscono con efficienza, non con tagli

Rispondendo alle preoccupazioni economiche del settore, Morales ha sottolineato che posticipare gli interventi porta a spese ancora maggiori, mentre pianificare bene riduce i costi strutturali.

“La differenza tra gestire bene o male un frutteto può essere di 1.000 o 2.000 dollari (circa 930-1.860 Euro). Ma i risultati sono opposti”, ha affermato, ricordando che tutto parte dalla preparazione del terreno e dalla qualità delle piante. “Una pianta di qualità non ha prezzo”, ha aggiunto.

L’uniformità del frutteto è un altro punto critico, sia per ridurre il costo del lavoro – la voce più pesante nella produzione – sia per semplificare tutte le operazioni colturali.

Puntare sulla resa, non solo sul risparmio

Con stime di calo tra il 12% e il 15% nei programmi di esportazione che segue direttamente, Morales teme che alcuni produttori cerchino di risparmiare proprio dove non dovrebbero.

“Siamo gli unici al mondo che si preoccupano dei costi invece che della resa. È un errore. Serve un cambio di mentalità”, ha detto, invitando il comparto a investire in tecniche agronomiche che generano valore, evitando spese inutili e pratiche inefficienti.

Gestione dello stress e tecniche di potatura

Tra i fattori critici per produrre ciliegie di grandi dimensioni, Morales ha ricordato che questi frutti sono più sensibili alla diluizione del calcio, e quindi richiedono maggiore attenzione alla gestione dello stress (temperature, irrigazione, salinità, potature e luminosità).

“La potatura non può essere trascurata o eccessiva. Quella invernale è irrinunciabile se vogliamo una ciliegia di qualità”, ha ribadito.

Infine, ha evidenziato come una cattiva irrigazione vanifichi qualsiasi trattamento, e ricordato che il ciclo del ciliegio è estremamente breve – appena 85 giorni dalla fioritura alla raccolta – quindi non c’è spazio per errori.

“Il tempismo è tutto. Solo agendo con precisione e disciplina possiamo puntare a produrre ciliegie di altissimo livello”, ha concluso Morales.

Fonte: mundoagro.io

Fonte immagine: SL Fruit Service


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