La nuova stagione delle ciliegie in Puglia è pronta a partire tra il 5 e il 10 maggio, con aspettative contenute sui volumi ma altissime sulla qualità. Parola di Vito Tricarico, direttore commerciale di Tricarico’s Cherries.
Tra anticipo di fioritura e clima ballerino
L’inverno mite che ha caratterizzato la Puglia ha anticipato la fioritura delle ciliegie, ma i repentini ritorni di freddo delle ultime settimane hanno messo in difficoltà diverse coltivazioni, esponendo il settore alle ormai note sfide del cambiamento climatico.
È un copione che si ripete: agricoltori costretti a rincorrere un meteo sempre più imprevedibile e varietà che faticano ad adattarsi.
Per fotografare lo stato dell’arte, CherryTimes.it ha intervistato Vito Tricarico, a capo della storica azienda Tricarico’s Cherries di Casamassima (Bari), realtà nata nel 2004 e specializzata nelle principali cultivar locali: dalle precoci Bigarreau e Giorgia, alle intermedie Star e Sweet®, fino all’iconica Ferrovia, simbolo della cerasicoltura pugliese.
Previsioni 2025: bene le precoci, allarme per la Ferrovia
Le varietà precoci come Bigarreau, Grace Star e Giorgia fanno ben sperare sia in termini di quantità che di qualità.
Diversa la situazione per la Ferrovia: “La produzione sarà ridotta – spiega Tricarico – non tanto per i recenti freddi, quanto per la mancanza di ore di freddo invernale necessarie allo sviluppo delle gemme.”
Servirebbero circa 700 ore sotto i 7°C (44,6°F), un traguardo ormai difficile da raggiungere in un contesto di inverni sempre più caldi. A peggiorare le cose, problemi di impollinazione hanno ulteriormente tagliato il numero di frutti.
Dal punto di vista commerciale, però, non tutto è perduto. “Quando i volumi calano, spesso la qualità aumenta: frutti più grandi e saporiti – spiega Tricarico – ma per avere conferme, aspettiamo l’inizio della raccolta a maggio.”
Un mercato che premia la filiera corta
Nonostante le difficoltà, la filiera pugliese mantiene salda la sua attrattiva, grazie anche a modelli di vendita innovativi.
Tricarico’s Cherries ha scommesso sulla vendita diretta e su gruppi d’acquisto in città come Roma, Perugia e Ancona: “Un sistema che ci permette di raccontare il prodotto e garantire un’alta qualità percepita.”
Va però sottolineato che negli ultimi anni molti ciliegeti pugliesi sono stati abbandonati, soprattutto per cause produttive: grandinate, parassiti come la Drosophila suzukii, fioriture irregolari e, naturalmente, i cambiamenti climatici.
Paradossalmente, questa scarsità alimenta la domanda, premiando chi riesce a rimanere competitivo.
Guardare al futuro: innovazione varietale
La parola chiave per il rilancio del comparto? Innovazione. “Stiamo già testando nuove varietà con esigenze climatiche più flessibili – racconta Tricarico – come Nimba® e Royal Tioga® per le precoci, Sweet Lorenz® e Sweet Gabriel® per le intermedie, e Grace Star.”
Per la Ferrovia, però, non sarà facile trovare un degno sostituto: troppo forte l’identità di questa varietà per il mercato, ma il cambiamento climatico impone di iniziare a esplorare alternative.
La scommessa è chiara: chi saprà innovare, non solo a livello varietale ma anche gestionale, potrà non solo sopravvivere, ma crescere e rilanciare il comparto ciliegie in Puglia e in Italia.
Uno sguardo europeo
Il caso pugliese rispecchia dinamiche comuni anche ad altre regioni mediterranee, come Spagna e Grecia, dove le produzioni devono fare i conti con simili anomalie climatiche.
Un contesto che rende urgente una riflessione a livello europeo su politiche di sostegno e ricerca varietale, per salvaguardare un prodotto simbolo del nostro agroalimentare.
Fonte: fruitjournal.com
Fonte immagine: Cookist
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