Ciliegie: quale futuro?

25 mar 2024
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Luigi Catalano - Agrimeca / Civi Italia (IT)
Comitato tecnico-scientifico Cherry Times

E’ questo il titolo di un incontro che si è tenuto il 15 marzo scorso presso la sede operativa dell’OP Giuliano – PugliaFruit di Rutigliano dove, alla presenza dei frutticoltori conferitori e di tecnici del settore, sono state dibattute le problematiche di un comparto che mostra allarmanti segni di poco interesse e disaffezione da parte degli imprenditori agricoli. All’incontro hanno altresì partecipato i primi cittadini di Casamassima, Conversano, Sammichele di Bari e Turi, tutti comuni cerasicoli del sud-est barese.

Il clima di sfiducia tra gli operatori è testimoniato dalle centinaia di ettari estirpati nelle ultime stagioni, dall’abbandono per vetustà di ampie superfici con impianti con varietà che hanno contrassegnato la cerasicoltura regionale di qualche decennio fa – Bigarreau Moreau, Giorgia, Ferrovia, ecc.

Inoltre, anche dallo scarso rinnovamento con la messa a dimora di nuovi impianti con varietà dalle caratteristiche richieste dal mercato, dalla crescente difficoltà a proteggere in maniera efficace le produzioni per l’avvento di nuovi organismi nocivi, per finire alla mancanza di manodopera ed alle procedure farraginose per il reclutamento.

Un quadro complesso con criticità vecchie e nuove, che però se ben analizzato, mostra la possibilità di valide soluzioni per il loro positivo superamento. E’ questo quanto emerso nel corso dell’incontro, che ha visto la testimonianza di numerosi cerasicoltori convinti, ma inermi davanti alle nuove emergenze fitosanitarie – su tutte il moscerino dei frutti rossi Drosophila suzukii, che reclamano la disponibilità di nuovi principi attivi da poter utilizzare per la difesa dei frutti.

Agostino Santomauro e Gianvito Ragone del Servizio fitosanitario della Regione Puglia hanno illustrato le novità del disciplinare di difesa integrata di prossima pubblicazione e le azioni poste in atto per il controllo della drosofila.

La Puglia infatti è tra le regioni che hanno aderito al piano nazionale per il controllo dell’insetto attraverso il lancio dell’imenottero endoparassitoide larvale Ganaspis brasiliensis. Il parassitoide è allevato presso i laboratori del campus dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Valenzano e sarà prossimamente rilasciato in campi del sud est barese.

E’ stato ribadito un corretto approccio alla difesa integrata che non si limita alla sola distribuzione dell’agrofarmaco, ma include tutti gli aspetti agronomici – gestione del suolo, della chioma, della nutrizione, ecc. per un corretto equilibrio della coltura. Le possibilità di difesa attiva rispetto al 2023 sono di seguito riportate.

*approvato uso di emergenza dal 1°/3/2024 al 28/6/2024.

Altre novità riguardano il controllo funzionale e la regolazione strumentale delle attrezzature irroratrici, da effettuarsi obbligatoriamente presso i centri prova accreditati e riconosciuti.

Infatti, le macchine in uso devono avere l’attestato di controllo funzionale e regolazione strumentale in corso di validità (3 anni). In assenza della regolazione strumentale è richiesto un nuovo attestato di controllo funzionale e regolazione strumentale entro l’anno di adesione a SQNPI (Sistema di qualità nazionale protezione integrata) indipendentemente dalla validità dell’attestato di controllo funzionale già presente in azienda

Le macchine nuove devono essere invece sottoposte a controllo funzionale e regolazione strumentale entro l’anno di adesione a SQNPI o entro un anno dall’acquisto della macchina (pur se secondo le prescrizioni del PAN dovrebbero essere sottoposte al controllo funzionale entro i primi 5 anni dall’acquisto).

Passando agli aspetti tecnici, Luigi Catalano di Agrimeca Grape & Fruit Consulting ha tracciato un quadro sulle maggiori novità varietali che potranno interessare la coltura nei prossimi anni. Ha esordito sottolineando la grande attenzione che sta godendo il ciliegio da parte della ricerca pubblica e privata nel mondo, testimoniato dai 50 programmi di miglioramento genetico operativi in tutti i continenti.

Questo a confermare la scalata della ciliegia tra i frutti di maggior attenzione da parte dei consumatori, non più relegata a specie fruttifera minore. La grande offerta varietale rischia però di confondere i cerasicoltori, sempre alla ricerca della “varietà panacea” che guarisca tutti i mali. Senza una sperimentazione e validazione negli ambienti propri di coltivazione, è un rischio puntare su varietà valutate ed apprezzate altrove in condizioni pedoclimatiche differenti.

Due parametri su tutti da considerare: il fabbisogno in freddo e l’autofertilità. Attualmente di tutta l’innovazione varietale proposta negli ultimi lustri, i dati consolidati mostrano indicare che le varietà edite dall’Università di Bologna – Grace Star, Black Star, Sweet Aryana, Sweet Gabriel e Sweet Lorenz, con una menzione alla varietà a basso fabbisogno in freddo Royal Tioga sono quelle che meglio si son comportate negli ambienti pugliesi di coltivazione, con buone performance produttive e qualitative.

È stata sottolineata la necessità di testare l’innovazione varietale nelle condizioni locali e sull’unico portinnesto – magaleppo (Prunus mahaleb) finora disponibile e garantito per i terreni pugliesi. Attività queste che possono essere avviate e portate avanti nell’ambito delle OP. A tal riguardo la platea è stata messa al corrente dell’avvio presso l’ OP Giuliano – PugliaFruit di attività in tal senso, che riguardano anche una prova portinnesti per individuare valide alternative al magaleppo.

Lorenzo Laghezza, anch’egli di Agrimeca Grape & Fruit Consulting ,ha illustrato la proposta di una forma di allevamento innovativa rispetto al vaso tradizionale. Si tratta del vaso multiasse, conosciuto anche come sistema KGB (Kim Green Bush) che permette di realizzare ceraseti pedonali completamente gestibili da terra, con una facile concezione e semplice gestione della chioma, oltre ad un’anticipata entrata in produzione.

Sono già numerose le esperienze di impianti con questa forma di allevamento nelle diverse aree pugliesi di coltivazione con differenti varietà ed anche in coltura coperta. Tutte le varietà innestate su magaleppo hanno risposto bene con un piena entrata in produzione al 3° anno in considerazione dei mancati tagli dei germogli lasciati crescere a tutta cima, al contrario di quanto avviene nella forma di allevamento a vaso.

Gli unici interventi cesori sono riferiti ai rami anticipati lungo l’asse, intervenendo poi con la riduzione della cima dal 3-4° anno in poi. Questa forma di allevamento si presta a sfruttare, con qualche leggera modifica, le infrastrutture dei vigneti allevati a tendone, per permettere così la copertura con film plastici e reti.

Gli aspetti legati alle opportunità date dal piano strategico della PAC 2023-2027 per il settore frutticolo, ciliegie incluse, sono stati illustrati da Giovanni Stampi di STEA srl che ha illustrato tutti gli strumenti finanziari a disposizione attraverso:

  • i piani di sviluppo rurale (PSR)
  • i pagamenti diretti
  • gli aiuti settoriali (ex OCM)

e l’evoluzione delle OP, così come definito in ultimo dal Reg. UE 2021/2115.

Oltre agli interventi di tipo trasversale per la filiera produttiva, che prevedono tra l’altro l’assistenza tecnica e le coperture assicurative mono e multirischio, di notevole interesse risultano gli interventi specifici che prevedono contributi alle spese per

  • nuovi impianti
  • strutture di protezione
  • operazioni colturali
  • mezzi tecnici
  • produzione e difesa integrata
  • macchinari ed attrezzature.

In conclusione, attraverso le forme aggregative, è possibile innovare l’intera filiera cerasicola per una sua migliore sostenibilità e competitività.

Moderatore dell’incontro è stato Nicola Giuliano, anche nella veste di “provocatore”, che ha sottolineato la necessità di una visione strategica dell’intera filiera cerasicola, facilitata dal gradimento riservato alle produzioni made in Italy. Programmare ed innovare sono le parole d’ordine, per avviare azioni ed iniziative che innanzitutto diano la sicurezza di poter raccogliere un prodotto di qualità, senza il costante rischio delle calamità atmosferiche o dei danni causati di parassiti e patogeni.

Infatti è necessario assicurare i retailer ed i mercati di flussi costanti di prodotto durante la stagione, senza il rischio di mancate forniture. E’ così che si è compromesso il mercato anglosassone: prima delle ultime annate disastrose per il maltempo nel periodo di raccolta e della drosofila, partivano da Rutigliano, che ospita importanti packing house ad alta specializzazione per il ciliegio, 50 tir giornalieri per il Regno Unito, al contrario delle ultime stagioni che non hanno registrato nessuna partenza!

Altro tema toccato da Giuliano è quello delle norme che regolamentano la produzione della frutta - non solo le ciliegie in paesi terzi, dove sono ammessi mezzi della produzione non consentiti nella UE. Si finisce così per alimentare una sperequazione a danno dei produttori locali e nazionali che hanno le armi spuntate contro emergenze fitosanitarie vecchie (mosca delle ciliegie) e nuove (drosofila).

La parola d’ordine deve essere quella di innovare gli impianti per permettere di avere garanzia della produzione con soluzioni sostenibili, puntando alla loro massima efficienza, nella consapevolezza che gli investimenti iniziali sulle tecnologie e le infrastrutture possono rendere il settore più competitivo. Processo già in atto in alcune realtà del nord Italia: in Trentino, Veneto ed Emilia-Romagna.

Ciò deve avvenire nell’ambito di un quadro programmatico, attraverso una pianificazione regionale e nazionale.

Se da un lato la Regione, responsabile delle politiche di sviluppo locale con i PSR, deve prevedere iniziative di ammodernamento del settore, al livello nazionale il Ministero preposto deve attivarsi per un concreto piano di rilancio della ciliegia made in Italy, intervenendo con rapidità - per esempio - con la sigla di accordi internazionali che superino le attuali barriere fitosanitarie e consentano l’export delle produzioni nazionali verso mercati più remunerativi.

Volendo sintetizzare quanto emerso nel corso dell’incontro che ha registrato la presenza di oltre 200 partecipanti, dal lato dei produttori le aspettative sono per

  • Nuove varietà e sistemi per anticipare la maturazione
  • Sostegni pubblici per favorire la realizzazione di idonee strutture di protezione dei ceraseti
  • Principi attivi più efficaci per la difesa da organismi nocivi, di nuova introduzione e più aggressivi a seguito dei cambiamenti climatici
  • Semplificazioni per il reperimento di manodopera agricola, con sburocratizzazione delle procedure

Gli operatori commerciali, che costituiscono il tramite tra il mercato ed i consumatori auspicano

  • di poter iniziare prima la campagna di commercializzazione per spuntare prezzi migliori, grazie a produzioni in strutture coperte ed all’autorizzazione all’uso degli interruttori di dormienza
  • di poter disporre di varietà con elevati valori organolettici, croccanti, resistenti alle manipolazioni e dalla prolungata shelf life
  • una totale sicurezza fitosanitaria dei frutti, così da poter consentire l’adesione delle aziende a sistemi di qualificazione e certificazione (es. Global Gap)
  • una corretta raccolta dei frutti, senza danneggiamenti che poi sono evidenziati dai sofisticati sistemi di selezionatura e calibratura: è da questo momento che si decide il successo della vendita dei frutti nei supermercati
  • una continuità di prodotto durante tutta la stagione grazie alla coltivazione in strutture protette, come è ormai consolidato con l’uva da tavola.

Concludendo Nicola Giuliano ha affermato che risolvendo in parte le criticità indicate e riducendo i rischi sopra esposti, grazie anche alla bontà che è riconosciuta e riservata alle ciliegie made in Italy, il futuro della cerasicoltura regionale e nazionale può giocare ancora un ruolo da protagonista.

Luigi Catalano & Lorenzo Laghezza
Agrimeca Grape & Fruit Consulting srl


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