Il ciliegio selvatico (Prunus avium) è originario di un vasto areale geografico che si estende dall’Europa al Nord Africa e a parte dell’Asia occidentale e centrale.
Il suo habitat naturale si sviluppa dalle isole britanniche fino ai monti dell’Atlante in Marocco e Tunisia, spingendosi a nord fino alla Norvegia e verso est fino al Caucaso, l’Iran settentrionale e l’Anatolia.
Curiosamente, esiste anche una popolazione isolata nei pressi dell’Himalaya occidentale.
Nel corso degli anni, questa specie è stata ampiamente coltivata al di fuori del suo areale originario, adattandosi con successo a regioni come l’Australia, la Nuova Zelanda e il Nord America.

Diffusione e usi del ciliegio
Apprezzato sia per i suoi frutti che per il suo legno, P. avium svolge un ruolo importante nei settori della selvicoltura e dell’orticoltura.
In Tunisia, la specie riveste un'importanza economica notevole, in particolare nelle regioni nord-occidentali, dove è molto apprezzata per la qualità pregiata del suo legno e per l’utilizzo come portainnesto per altre varietà di Prunus.
Considerato uno dei legni duri nobili, il ciliegio selvatico ha acquisito una crescente popolarità negli ultimi anni, soprattutto per il suo valore estetico e l’aumento della domanda nel settore della falegnameria e della produzione di mobili.
Nonostante siano già stati condotti studi sulle sue proprietà tecnologiche, rimane ancora poco chiaro come i fattori ambientali, come ad esempio l’areale di crescita, influenzino le caratteristiche fisiche e meccaniche del legno di ciliegio.
Lo studio in Tunisia
Questo studio si è posto l’obiettivo di colmare questa lacuna, analizzando due popolazioni di ciliegio selvatico situate a Tabarka e Ain Draham, nel nord-ovest della Tunisia.
I ricercatori hanno selezionato 75 alberi per ciascun sito, esaminando diversi fattori tra cui lo sviluppo del fusto, la presenza di marciumi, i parametri dendrometrici e le proprietà meccaniche del legno.
I risultati hanno evidenziato differenze significative tra le due località.
A Tabarka, il 66% degli alberi presentava fusti dritti, una caratteristica molto ricercata in selvicoltura, mentre ad Ain Draham questa percentuale scendeva al 57%.
Risultati e caratteristiche
Alberi dal tronco curvato erano più frequenti ad Ain Draham (11%) rispetto a Tabarka (7%).
Anche la presenza di marciume variava tra i siti: circa il 50% degli alberi campionati ad Ain Draham risultava colpito, soprattutto quelli più vecchi (diametro a petto d’uomo superiore a 30 cm).
A Tabarka, solo il 40% mostrava segni di marciume, suggerendo che in questo sito gli alberi godevano di uno status sanitario migliore.
Questo evidenzia l’importanza dell’età nell’insorgenza di marciumi e la necessità di una gestione forestale attiva per mantenere gli alberi in salute.
Prestazioni tecnologiche del legno
Dal punto di vista tecnologico, il legno di ciliegio selvatico di entrambi i siti ha mostrato una densità moderata (627–629 kg/m³) ed è stato classificato come legno duro medio.
Le prove meccaniche hanno evidenziato prestazioni nella media, con una durezza Monnin di circa 4.3, una resistenza alla flessione compresa tra 94.95 e 99.85 MPa, e una resistenza alla compressione assiale tra 44.5 e 51.7 MPa.
Questi valori confermano l’idoneità del ciliegio selvatico per la falegnameria fine e l’ebanisteria, offrendo un’alternativa sostenibile e meno costosa dei legni esotici.
In conclusione, Prunus avium rappresenta una risorsa promettente per il settore forestale tunisino.
Con pratiche selvicolturali adeguate, soprattutto nelle prime fasi di crescita, è possibile ottenere legno di alta qualità.
Fonte: NouriJ., Houcine S., Chaabane A. 2025. Effects of biotopes on the quality of cherry wood (Prunus avium) in Tunisia. Silva Balcanica 26(1): 65-80. https://doi.org/10.3897/silvabalcanica.26.e124633
Fonte immagine: Calligaro
Melissa Venturi
Università di Bologna
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