Alessandro Palmieri - Università di Bologna (IT)
Comitato tecnico-scientifico di Cherry Times
Uno dei temi di maggior attualità nella moderna cerasicoltura è indiscutibilmente quello del confronto tra impianti a diversa densità. L’aumento della densità determina un maggior costo iniziale ed una minor durata della vita produttiva delle piante, due fattori altamente impattanti sui costi di produzione.
Di contro, consente di ottenere rese più elevate ed una più precoce entrata in produzione, innalzando quindi i ricavi potenziali, oltre ad una più efficiente gestione dell’impianto che può avere rilevanti effetti sui costi da sostenere.
Una dettagliata analisi di confronto proviene dalla contea di Wasco, Stati Uniti [1], dove sono stati confrontati i risultati economici di due impianti, uno con densità di circa 850 piante/ha (High-Density, HD) ed uno con 1.630 piante/ha (Ultra-High-Density, UHD).
Sono state considerate condizioni standard di coltivazione della zona ed un mix delle principali varietà dell’area per quanto concerne i risultati produttivi. Relativamente ai cicli produttivi, per l’impianto HD è stata considerata l’entrata in piena produzione economica dopo 5 anni ed una successiva durata di 25 anni, con una resa media di 14.000 pounds/acro.
Per l’impianto UHD è stata considerata l’entrata in piena produzione già dopo 3 anni, ma con un periodo di piena produzione limitato a 20 anni ed una resa media di 24.000 pounds/acro.
Un aspetto di rilievo che ne consegue è che il costo complessivo di impianto ed allevamento (includendo quindi tutte le annualità precedenti la piena produzione) risulta sostanzialmente il medesimo per i due impianti, attorno a 53.000 $/acro [2], nonostante l’impianto UHD preveda un costo di oltre 10.500 $/acro per gli astoni e di 7.200 $/acro di sostegni, contro soli 5.600 $/acro per le piante dell’impianto HD.
Le spese da sostenere nei 2 anni di allevamento in più colmano, di fatto, questo differenziale.
| HD | UHD |
| $/ha | $/Kg | $/ha | $/Kg |
A. Ricavi | 29.405 | 1,87 | 50.409 | 1,87 |
B. Costi variabili | 18.266 | 1,16 | 25.887 | 0,96 |
Potatura | 1.434 | 0,09 | 673 | 0,03 |
Fertilizzazione | 622 | 0,04 | 622 | 0,02 |
Difesa e diserbo | 3.174 | 0,20 | 3.258 | 0,12 |
Raccolta | 10.268 | 0,65 | 18.079 | 0,67 |
Altro | 2.768 | 0,18 | 3.256 | 0,12 |
C. Costi fissi | 8.958 | 0,57 | 13.328 | 0,50 |
Ammortamento | 4.082 | 0,26 | 6.923 | 0,26 |
Meccanizzazione | 1.381 | 0,09 | 2.910 | 0,11 |
Prezzo d'uso del cap. fondiario | 1.483 | 0,09 | 1.483 | 0,06 |
Altro | 2.013 | 0,13 | 2.013 | 0,07 |
D. Costi complessivi (B+C) | 27.224 | 1,73 | 39.215 | 1,46 |
E. Margine (A-D) | 2.181 | 0,14 | 11.194 | 0,42 |
Fonti: elaborazione da Thompson et al., 2022
In tabella 1 sono dettagliati i costi medi di produzione, per semplicità di comprensione rapportati ad 1 ettaro di terreno e ad 1 chilogrammo di produzione, per le due tipologie di impianto. Come rilevabile, ipotizzando un prezzo medio di vendita di 1,87 $/Kg, i ricavi per ettaro dei due impianti sono sensibilmente differenti, circa 30.000 $ per l’impianto HD e 50.000 $ per quello UHD, dunque il 71% in più.
I costi complessivi di produzione, invece, risultano maggiorati del 44% per l’impianto UHD, ma a fare la differenza è, di fatto, quasi solamente il costo della raccolta, pari a 18.000 $ contro poco più di 10.000 $. Di contro, l’impianto UHD consente di ridurre i costi della potatura e di mantenere sostanzialmente sullo stesso livello il costo per difesa e fertilizzazione.
Relativamente ai costi fissi, l’impianto UHD risulta, come comprensibile, più dispendioso (circa il 48% in più), per effetto della quota di ammortamento più elevata (in virtù della durata produttiva inferiore) e per i maggiori costi fissi della meccanizzazione.
Nel complesso, pertanto, l’impianto HD determina un margine di circa 2.200 $/ha, pari a 0,14 $/Kg, mentre quello UHD evidenzia un margine di oltre 11.000 $/ha, corrispondenti a 0,42 $/Kg.
In figura 1 si evidenziano le dinamiche economiche registrate per gli impianti esaminati per ciascun anno di vita, cioè ricavi, costi e margini. Risulta ben visibile la chiara differenza di marginalità a favore dell’impianto UHD, dovuta ai maggiori ricavi ed alla precocità di entrata in produzione e che si concretizza in un recupero dei costi dell’investimento (variabili e fissi, senza considerare interessi) all’8° anno contro il 15° dell’impianto HD.
A fare da contraltare, la maggiore rischiosità dell’impianto UHD, dovuta ai maggiori costi di impianto e di gestione: i valori produttivi considerati sono da ricondurre a frutticoltori dotati di elevata professionalità e in condizioni ordinarie. Una gestione non corretta dell’impianto o avversità di particolare rilievo che comportino una significativa riduzione dei valori possono naturalmente cambiare lo scenario economico in modo decisivo.
[1] Ashley Thompson, Clark Seavert, & Lynn Long (2022), The Costs and Returns to Establish and Produce Sweet Cherries in a High-Density and Ultra-High-Density Orchard in Wasco County. OSU Extension Service.
[2] Il tasso medio di cambio dell’anno 2022 è di 1,05 dollari per euro.
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