Vi siete mai chiesti perché frutti che sembrano perfettamente sani improvvisamente si spaccano prima della raccolta? Il cracking dei frutti è una delle sfide più comuni e costose per i produttori, e compare spesso proprio quando i frutti sembrano pronti per il mercato. Questo disordine fisiologico non compromette solo l’aspetto esteriore, ma riduce anche resa, redditività e sostenibilità della gestione del frutteto.
Panoramica del fenomeno del cracking
Il cracking dei frutti si verifica quando gli strati esterni del frutto, la buccia o l’epidermide, si rompono a causa della pressione interna o di uno stress ambientale. È un problema diffuso che colpisce diverse colture di alto valore, come agrumi, uva da tavola, ciliegie e melagrane.
Nelle melagrane, ad esempio, la buccia esterna rossa e lo strato interno bianco e spugnoso sono molto sensibili alle variazioni nella disponibilità idrica. Quando il frutto assorbe troppa acqua dopo un periodo secco, i tessuti interni si espandono più rapidamente di quanto la buccia possa distendersi, causando la rottura. Il cracking nelle melagrane può portare fino al 50% di perdita della resa commercializzabile, con effetti pesanti sulla qualità del frutto e sulla sua conservabilità. È particolarmente comune nelle regioni semi-aride del Mediterraneo, dove irrigazione irregolare e fluttuazioni climatiche mettono sotto stress gli alberi.

Meccanismi simili compaiono nelle ciliegie e nell’uva da tavola. Nelle ciliegie, la prolungata bagnatura superficiale dovuta alla pioggia vicino alla raccolta ammorbidisce la buccia e provoca lo spacco, spesso iniziando da punti deboli specifici; una volta formate microfratture, queste si diffondono rapidamente. Nell’uva, gli acini possono assorbire improvvisamente troppa acqua, espandendosi fino alla rottura della buccia. Il cracking in entrambe le colture è influenzato da fattori come variazioni di umidità, cambiamenti di temperatura e fluttuazioni dell’umidità del suolo. Nelle ciliegie, ad esempio, se più di un quarto dei frutti in un frutteto risulta spaccato, la raccolta non è più economicamente sostenibile.
Anche gli agrumi soffrono di cracking, soprattutto in alcune cultivar particolarmente inclini a questo disordine. Il problema si manifesta spesso con spaccature profonde sulla buccia durante il passaggio da periodi secchi a umidi o in presenza di ondate di calore. L’intensità del fenomeno dipende da numerosi fattori: la genetica della pianta, lo spessore e la flessibilità della buccia, e condizioni ambientali come tipo di suolo e microclima locale. Tra tutti gli elementi, l’irrigazione irregolare e le oscillazioni termiche sono i principali fattori scatenanti.
Tecnologie di sensing e prevenzione
Per molto tempo i produttori hanno fatto affidamento sull’ispezione visiva per valutare il rischio di cracking, ma questi metodi sono soggettivi e spesso arrivano troppo tardi per prevenire le perdite. Oggi, però, nuove ricerche stanno esplorando indicatori fisiologici e spettrali della pianta per individuare precocemente i segnali di stress idrico e tensione dei tessuti. Le tecnologie di sensing di precisione potrebbero finalmente offrire ai produttori un modo per prevedere lo spacco prima che accada?
Perché affrontare il cracking è importante
Il cracking dei frutti non è solo un problema estetico: influisce direttamente su reddito, sostenibilità e sicurezza alimentare. Ogni frutto spaccato rappresenta risorse sprecate: acqua, fertilizzanti e lavoro investito durante tutta la stagione. Inoltre, i frutti spaccati diventano punti d’ingresso per patogeni, causando marciumi e ulteriori perdite di resa.
Per i produttori, questo si traduce in raccolti imprevedibili e maggiore incertezza finanziaria. Prevenire il cracking significa quindi stabilizzare le rese, migliorare l’efficienza nell’uso delle risorse e ridurre gli sprechi alimentari.
La sostenibilità dipende anche dall’efficacia delle tecnologie nel supportare le decisioni in campo. Sistemi di monitoraggio integrato, che combinano dati satellitari, input meteorologici e sensori in campo, permettono ora ai ricercatori di raccogliere parametri agro-ambientali su più scale. Tuttavia, prevedere il cracking richiede ancora un tassello mancante: dati accurati e ad alta risoluzione sui cambiamenti a livello di singolo frutto. Raccogliere queste informazioni è complesso, poiché ogni frutto risponde diversamente al proprio microambiente.
Il progetto CrackSense
Il progetto CrackSense sta affrontando proprio questa lacuna, potenziando le tecnologie di sensing per rilevare cracking e perdita di resa a più livelli, dal singolo frutto all’intera regione. CrackSense utilizza strumenti avanzati come TOMMY, un sistema robotico dotato di telecamere termiche e ottiche che analizza ogni frutto per individuare segnali precoci di stress che potrebbero portare allo spacco.
Inoltre, droni dotati di sensori iperspettrali, multispettrali e termici raccolgono dati dall’alto, permettendo una mappatura dettagliata delle variazioni della chioma e identificando le zone esposte a stress termico o idrico.
Combinati con imaging 3D, sensori prossimali e valutazioni RGB-termiche, questi strumenti si fondono con dati ambientali come tipologia del suolo, irrigazione e microclima per costruire modelli predittivi del rischio di cracking. Con questo approccio integrato, emerge una domanda: la rilevazione precoce e la prevenzione efficace del cracking potrebbero finalmente diventare realtà per i produttori di tutto il mondo?
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Fonte: Progetto Crack Sense, Progetto Horizon
Fonte immagine: SL Fruit Service
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