Stefano Lugli – SL Fruit Service
Coordinatore comitato tecnico-scientifico
Figura 1. Cracking su ciliegio
Le spaccature da pioggia rappresentano una grave fisiopatia riscontrata in numerosi frutti, come agrumi, mele, melagrane, susine, uve da tavola e, soprattutto, ciliegie. Il cracking è causa di enormi danni economici, diretti e indiretti, ed è destinato a diventare un problema sempre più rilevante in virtù dei cambiamenti climatici in corso: eventi piovosi sempre più intensi e concentrati in prossimità delle fasi finali di sviluppo e maturazione delle drupe, come avvenuto di recente nel comprensorio di produzione della ciliegia di Vignola, ma non solo, con oltre 100 mm di pioggia caduti in soli due giorni a pochi giorni dall’inizio delle prime raccolte.
Genesi del cracking
Dal punto di vista fisiologico, il cracking viene descritto come una serie di reazioni a catena che portano alla rottura delle cellule dell’epidermide del frutto. Inizialmente, deriva da un assorbimento d’acqua localizzato a livello epidermico che provoca la rottura di singole cellule della cuticola (microcracking).
Queste lesioni cellulari provocano un rilascio di acido malico negli spazi intracellulari, un rigonfiamento e un indebolimento dell’epidermide e delle cellule ipodermiche sottostanti. Questo genera gli spacchi evidenti sul frutto (macrocracking). L’assorbimento dell’acqua da parte del frutto avviene sostanzialmente in due modi: per osmosi attraverso la cuticola e attraverso il sistema vascolare della pianta per assorbimento di acqua dalle radici.
Fig. 2. Schematizzazione della genesi delle spaccature dei frutti di ciliegio in seguito a piogge. Fonte: Correia et al., 2019.
Fattori predisponenti
Le variabili atmosferiche occupano il primo posto tra le cause responsabili di questo fenomeno: precipitazioni e elevata umidità dell’aria incrementano lo spacco dei frutti; anche le temperature elevate hanno un ruolo determinante in quanto aumentano i processi traspirativi e l’assorbimento di acqua per via radicale, acqua che poi raggiunge chioma e frutti; anche l’umidità e la disponibilità idrica del suolo giocano un ruolo determinante nella genesi e nella dannosità del cracking.
Altre concause possono indirettamente derivare dalle pratiche agronomiche volte ad ottenere una pezzatura dei frutti maggiore: ad esempio, la riduzione del carico di frutti con potature corte o con diradamento dei frutti, gli eccessi negli apporti di fertilizzanti o di regolatori di crescita o l’utilizzo di portinnesti vigorosi rispetto a quelli nanizzanti, ecc.
Anche la componente genetica gioca un ruolo non indifferente. È noto che i frutti di dimensioni maggiori e con la polpa più soda risultano più suscettibili al cracking, così come quelli con un elevato contenuto di zuccheri. Purtroppo, o per fortuna, dipende dai punti di vista, le nuove varietà di ciliegio sono state selezionate per soddisfare le esigenze del mercato e dei consumatori, che le vogliono belle, grosse e gustose.
A livello varietale, la resistenza al cracking è legata alla conformazione e all’elasticità dell’epidermide del frutto, così come alla durata delle fasi iniziali di sviluppo del frutto e quelle finali di maturazione delle drupe. È dimostrato che le varietà con una tolleranza maggiore al cracking sono quelle che hanno un periodo di divisione cellulare (fase 1) più lungo. Infatti, la cuticola protettiva del frutto interrompe la sua crescita nella alla fase precedente l’invaiatura, mentre la polpa continua ad aumentare il suo volume anche nelle ultime fasi di maturazione.
Non a caso, i trattamenti a base di sali di calcio o di silicio, che rafforzano le membrane, sono raccomandati proprio nelle prime fasi di sviluppo dei frutticini.
Allo stesso tempo, è comprovato che le varietà a maturazione precoce, con un peridio di sviluppo tra fioritura e maturazione di appena 35-40 giorni, sono notevolmente più suscettibili al cracking rispetto a varietà a maturazione più tardiva, che hanno un ritmo di accrescimento (mm/giorno) decisamente più contenuto e riescono a sopperire meglio agli aumenti di volume e di pressione interna che il frutto subisce a seguito degli assorbimenti, diretti e indiretti, di acqua da precipitazioni.
Fig. 4 - Filare di Burlat con copertura antipioggia a capannina sistema Solution. Quest’anno Burlat, insieme a Sweet Early, sono risultate le varietà precoci con minor cracking, anche sotto copertura. Foto di S. Lugli, 09 maggio 2023.
Strategie di controllo
Insieme ai trattamenti preventivi a base di sali minerali, fitoregolatori, biostimolanti, antitraspiranti e quant’altro, il mezzo più efficace nel controllo delle spaccature rimangono le coperture antipioggia. Queste strutture evitano il contatto dell’acqua piovana con la pianta e con i frutti. Non impediscono, in alcuni casi invece accentuano, l’assorbimento di acqua per via radicale, che poi giunge ai frutti.
Per queste e altre ragioni può capitare, come successo quest’anno pur in condizioni eccezionali, che anche le ciliegie sotto copertura siano andate incontro a gravi fenomeni di cracking. Le ragioni potrebbero essere diverse e comunque tutte correlate ai fattori predisponenti le spaccature.
Ad esempio, le temperature sotto copertura più alte possono aver accentuano la traspirazione dell’albero e dunque l’assorbimento di acqua verso i frutti; una foglia asciutta traspira certamente di più rispetto ad un foglia bagnata di un albero in condizioni naturali senza ombrello; l’umidità relativa dell’aria maggiore in impianti coperti rispetto a impianti senza copertura può aver agevolato la formazione di micro ferite che poi si sono evolute in macro cracking; i sistemi a monofila coinvolgendo tutta l’acqua piovana verso gli apparati radicali sono certamente più rischiosi, per il cracking, rispetto a sistemi a monoblocco o a capannina.
Figura 5a e 5b. Filare di Early Bigi sotto copertura a capannina sistema Tramprain (5a) e filare di Nimba sotto copertura sistema Keep in Touch. In entrambi i ceraseti la percentuale di cracking ha superato il 40%. Foto di S. Lugli, 09 maggio 2023
Nonostante le tante strategie di gestione integrata messe in atto a vari livelli, il problema del cracking rimane lontano dall’essere completamente risolto. Sono necessari ulteriori approfondimenti per apprendere sia le cause scatenanti il cracking così come sono necessari nuovi approcci nelle strategie per cercare di mitigarne i danni.
La via genetica, attraverso lo studio dei marcatori molecolari associati alla tolleranza al cracking rimane forse l’unica via di uscita alfine di ottenere, finalmente, varietà di ciliegio resistenti alle spaccature da pioggia.
Cherry Times - Tutti i diritti riservati