Tutto ebbe inizio negli anni ’40, quando in Canada prese forma un ambizioso programma di miglioramento genetico delle ciliegie per adattarle alle condizioni climatiche estreme delle praterie del Saskatchewan. L’obiettivo? Creare varietà nane, resistenti al gelo e adatte alla raccolta meccanica, senza sacrificare la qualità del frutto.
Il precursore fu il dottor Les Kerr, pioniere della ricerca al Shelterbelt Center, che per oltre quarant’anni incrociò varietà europee di Prunus cerasus con la resistente ciliegia mongola (Prunus fruticosa). Il risultato? Un ibrido dalla crescita contenuta, altezza massima di 2-2,5 metri, in grado di sopravvivere a inverni rigidissimi e offrire frutti dal buon sapore, sebbene più piccoli rispetto alle ciliegie tradizionali.
Queste piante, inoltre, potevano essere coltivate su radici proprie, senza necessità di innesto, rendendo il processo di produzione più semplice ed economico.
L’eredità del dottor Kerr
Il lavoro di Les Kerr fu ripreso negli anni ’80 da un team dell’Università del Saskatchewan, guidato da ricercatori come il dottor Nelson, Rick Sawatzky e successivamente il dottor Robert Bors. Il patrimonio genetico accumulato da Kerr fu donato all’università, dando il via a una nuova fase di selezione.
Attraverso incroci tra ciliegi mongoli selezionati e cultivar europei di alta qualità, si ottenne una nuova generazione di ciliegie nane con una composizione genetica ottimale: 75% Prunus cerasus e 25% Prunus fruticosa. Queste piante potevano essere propagate facilmente tramite talee o coltura in vitro, abbattendo i costi di produzione e aprendo nuove strade per la coltivazione commerciale.
Il portamento arbustivo, simile a quello di amarene, aronie o lamponi, le rende ideali per impianti in filare, compatibili con la raccolta meccanizzata.
Dalla ricerca ai campi
Nel 1999 fu introdotta Carmine Jewel, la prima varietà commerciale di ciliegia nana sviluppata in Saskatchewan. A questa seguirono nuove cultivar con frutti via via più grandi e succosi, fino a raggiungere dimensioni comparabili a quelle delle ciliegie europee. E, sebbene progettate per la produzione industriale, queste varietà si sono rivelate perfette anche per i piccoli giardini domestici.
Nel 2004 fu presentata la serie ROMANCE, che include varietà dai nomi evocativi come Juliet, Romeo, Cupid, Valentine e Crimson Passion. In seguito arrivarono anche Big Red, Sweet Thing e Cutie Pie.
Per celebrare il centenario della facoltà di orticoltura dell’università, tra il 2021 e il 2022 fu lanciata la serie MUSKETEER, con le varietà d’Artagnan, Athos, Porthos e Aramis.
Ciliegie nane: un tesoro
A differenza delle ciliegie convenzionali, spesso carenti di pigmento nella polpa e soggette a ossidazione durante la trasformazione, le ciliegie nane del Saskatchewan hanno una polpa intensamente scura e naturalmente resistente all’ossidazione.
Questo le rende ideali per l’industria dolciaria, dove spesso è necessario aggiungere coloranti artificiali per mantenere l’aspetto invitante delle farciture per crostate. Con queste nuove varietà, invece, la vivace tonalità porpora è del tutto naturale.
Ma non è tutto: il loro elevato contenuto zuccherino e il profilo aromatico le rendono perfette anche per produrre succhi salutari, vini di ciliegia, ciliegie essiccate e muffin gourmet. Un connubio vincente tra innovazione genetica e valorizzazione dell’agroalimentare locale.
Fonte: zahradnictvolimbach.sk
Fonte immagine: Kimuseni
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