Giacovelli: innovazione varietale e residuo zero

27 apr 2023
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Con un fatturato di oltre 60 milioni di euro, Giacovelli srl è una delle realtà di punta della produzione e commercializzazione di prodotti ortofrutticoli in Puglia. La passione e la specializzazione per le ciliegie ne fa uno dei protagonisti italiani anche per il frutto rosso estivo.

La vostra azienda da oltre 60 anni è presente sui mercati internazionali e la ciliegia è una delle vostre specialità. Quali sono le principali richieste che vi fa la grande distribuzione? 

Le richieste della GDO italiana ed estera variano in base alle preferenze dei consumatori delle singole nazioni. Partendo dai parametri tecnici e standard delle singole cultivar, le catene di distribuzione pongono molta attenzione a colore, calibro e gusto: mentre Belgi e Svizzeri preferiscono, ad esempio, una colorazione tendente al rosso scuro, i Tedeschi tendono scegliere ciliegie rosso rubino a seconda delle regioni e delle diverse abitudini di consumo. 


Il tema del packaging per l'ortofrutta è di grande attualità. Quali sono le richieste dei vostri clienti in tema di confezioni per le ciliegie?

La ciliegia va gustata come uno snack e sulle confezioni c’è ampia scelta, sempre nel segno di sostenibilità finanziaria ed ambientale oltre che del prodotto stesso. Infatti, in tutti i casi ed in particolare quando si studiano nuovi packaging, conduciamo test di shelf life per testare gli effetti dei differenti materiali sul post-raccolta…Comunichiamo, inoltre, ai nostri consumatori come gustare e conservare le ciliegie. R-Pet e cartone sono al momento le soluzioni più indicate.

Cosa manca per costruire una filiera più efficace?

Serve un approccio più proattivo da parte delle GDO (buyer e category manager): visite in campo, imparare a conoscere le varie fasi di produzione, fino ad educare chi lavora nei negozi allo stoccaggio della merce, al branding e al posizionamento a scaffale del prodotto ciliegia. Bisogna incuriosire e fidelizzare il consumatore con strategie omnichannel, non solo guardando al calibro, ma ponendo piuttosto l’accento sul gusto della nostra frutta.

Per offrire prodotto di alta qualità serve un’attenzione continua, delicatezza in ogni fase di produzione e post-harvest, selezionando le migliori varietà, con una conduzione attenta in campo insieme ai nostri produttori-partner, durante la fase di selezione e confezionamento grazie ai nuovissimi sistemi ottici e poi comunicando in maniera allegra, semplice e chiara ai consumatori come gustare e conservare il prodotto.

Ferrovia è tuttora la varietà più diffusa in Puglia. In quale direzione sta andando l'innovazione varietale nella vostra regione produttiva?

Lo sviluppo varietale cerasicolo è dietro l’angolo. Il mercato richiede nuove varietà, frutti più croccanti e resistenti. Le varietà Sweet, IFG, CEP Innovation e persino alcune varietà tardive da noi poco considerate ma ripiantate dai colleghi greci e spagnoli (vedi Regina e Kordia) offrono ottimi strumenti per poter finalmente dare valore alla filiera cerasicola. 

La Puglia ha bisogno di anticipare ed allungare la stagione per poter offrire ai consumatori e ai mercati prodotto di qualità italiano per più tempo e deve innovare in maniera sinergica l’intera filiera, coinvolgendo i produttori anche di nuova generazione in progetti premium.

Proprio in merito a questo, lo scorso gennaio abbiamo tenuto due incontri nelle aree fulcro della produzione cerasicola, a Turi e a Conversano: la risonanza è stata così tanta che alcuni partner hanno già innestato nuove cultivar. Il panorama agricolo pugliese è ricco, ma molto frammentato, nel nostro piccolo stiamo cercando di contribuire sia all’innovazione sia ad ottenere un prodotto eccellente, lavorando a progetto su areali diversi, come si fa già per albicocche e uva da tavola.

Residuo zero e biologico: qual è il futuro?

Il residuo 0 è molto interessante: sarà il futuro e scavalcherà il settore del bio, perché permette di monitorare e garantire sin dall’inizio una conduzione corretta e salutare del prodotto, a beneficio non solo dei consumatori (quindi, minore utilizzo di pesticidi e sostanze dannose), bensì anche dei produttori. Quest’ultimi per i rigidi protocolli bio perdono prodotto né il mercato è veramente attento e riconosce il valore anche economico di questo tipo di produzioni. Noi ci stiamo impegnando in questo senso già sull’’uva da tavola e sui fichi e vorremmo cominciare a condurre a residuo zero anche alcune varietà di ciliegie insieme con i nostri partner.

Come accennato prima occorre trovare modalità per aggiungere valore alla ciliegia. Secondo voi l'IGP è un percorso valido?

Il percorso della ciliegia di Vignola su questo tema e sul branding è un esempio eclatante e da emulare… Da tanto tempo si cerca di dar vita alla Ferrovia IGP, con scarso successo. Sicuramente il progetto di filiera Ciliegia d’Italia può dare una svolta alle vendite, al consumo e soprattutto alla percezione di questo prodotto premium all’estero ed in Italia. Dobbiamo aspirare a creare un brand forte e riconosciuto come quello della ciliegia cilena con ASOEX, investendo su nuove varietà, su metodi di conduzione sostenibili e su tanta comunicazione interna (tra tutti gli anelli tecnici della filiera, attraversando tutto lo stivale) e esterna verso il consumatore.

In conclusione, quali sono le prospettive per le ciliegie di Puglia?

Le ciliegie pugliesi hanno un enorme potenziale, perché le diverse aree pedoclimatiche della regione permettono di avere lo stesso prodotto con leggere differenze temporali e di allungarne quindi la stagionalità. La richiesta estera esiste, ma serve investire in campo e in comunicazione, perché, soprattutto sul tardivo, la Grecia e la Turchia la fanno da padrona.

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