L’impatto dello stress idrico sulla crescita delle ciliegie

13 giu 2023
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La coltivazione del ciliegio sta continuando ad espandersi in molte regioni europee, comprese alcune regioni mediterranee. Alcune di queste zone sono caratterizzate da ridotta disponibilità idrica, ma a causa degli effetti dei cambiamenti climatici la domanda evapotranspirativa delle piante aumenta e necessita di essere reintegrata attraverso l’apporto irriguo.  Tuttavia, mancano informazioni specifiche sull'apporto irriguo ottimale per questa coltura e i coltivatori di ciliegie non dispongono di approcci razionali per gestire l'irrigazione pre-raccolta e post-raccolta. 

Studi precedenti hanno scoperto che una riduzione dell'apporto idrico post-raccolta di circa il 50% è una strategia promettente per ridurre il consumo idrico delle piante, senza effetti negativi sulla produzione dell'anno successivo. Questi risultati suggeriscono come i protocolli di irrigazione deficitaria possano essere applicati con successo a questa specie. È noto che l'apporto idrico durante la stagione è direttamente correlato alla crescita e alla resa dei frutti, che alla raccolta presentano ottime pezzature. Al contrario, un eccessivo apporto di acqua prima della raccolta può influire negativamente sulla conservabilità dei frutti.

Bisogna però ricordare che un’eccessiva irrigazione può facilitare l'insorgere del cracking. Il lavoro che vi presentiamo oggi analizza gli effetti della riduzione dell'apporto irriguo sullo stato idrico dell'albero, sugli scambi gassosi fogliari e sui flussi vascolari dei frutti in due cultivar con diversa suscettibilità al cracking, fornendo indicazioni sulla potenziale applicazione delle strategie di irrigazione deficitaria nel ciliegio. 

I regimi di irrigazione applicati a "Black Star" e "Vera" sono stati: controllo commerciale e irrigazione ridotta del 30%. In entrambe le cultivar la crescita dei frutti prima dell'invaiatura è stata caratterizzata da elevati flussi xilematici e alti tassi di traspirazione, con un contributo del floema pari a circa il 20% degli afflussi giornalieri totali. In questa fase, la riduzione dell'apporto idrico non ha avuto effetti su nessuno dei parametri monitorati, ad eccezione del potenziale idrico del tronco, che si è ridotto significativamente negli alberi di 'Black Star' ma non in quelli di 'Vera'. 

Foto 1. Ciliegie varietà BLACK STAR

All'invaiatura, gli alberi di entrambe le cultivar hanno mostrato un aumento dei tassi di crescita giornaliera dei frutti e del contributo floematico, che ha raggiunto l'80% del flusso totale verso i frutti. Tuttavia, 'Vera' ha presentato flussi floematici e tassi di crescita giornalieri superiori del 40% rispetto a 'Black Star'. Inoltre, in questa fase, gli alberi di entrambe le cultivar hanno risposto in modo diverso alla riduzione dell'irrigazione: 'Black Star' ha mostrato una riduzione del potenziale idrico del fusto ma nessuna differenza nei flussi vascolari dei frutti e nella crescita dei frutti, mentre 'Vera' ha mantenuto simili performances fisiologiche, riducendo però i tassi di crescita ed il flusso floematico verso i frutti.

Ciliegie varietà Vera.Foto 2. Ciliegie varietà VERA

Questo studio suggerisce che nel ciliegio dolce le cultivar e le fasi fenologiche caratterizzate da alti tassi di crescita dei frutti possono creare le condizioni per una maggiore suscettibilità al deficit irriguo, a causa dell'elevato fabbisogno di risorse idriche e di carbonio per sostenere la crescita dei frutti. Al contrario, le fasi fenologiche caratterizzate sia da un ridotto tasso di crescita dei frutti (ad esempio durante lo stadio di indurimento del nocciolo), che dall’assenza di frutti (post-raccolta) possono essere adatte all'implementazione dell'irrigazione deficitaria.

Inoltre, i risultati indicano che la suscettibilità delle ciliegie "Vera" al cracking è probabilmente legata ai tassi di crescita dei frutti più elevati all'invaiatura. In questa fase, la crescita dei frutti è sostenuta principalmente dall'acqua e dal carbonio importati attraverso il floema, indicando una possibile relazione tra l'afflusso di floema e il cracking.

Melissa Venturi
Università di Bologna (IT)


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