Microiniezioni per proteggere i ciliegi da Drosophila suzukii

08 ago 2024
1826

Gli esperimenti sulle microiniezioni nei tronchi dei ciliegi hanno permesso di definire le condizioni di utilizzo di questa tecnica e di valutarne le performances agronomiche con l’impiego di diversi prodotti fitofarmaceutici. Dal 2020 infatti, l’istituto di ricerca francese CTIFL (centro tecnico interprofessionale di frutta e verdura) studia questa tecnica, e grazie a degli studi preliminari i ricercatori del centro hanno trovato i parametri migliori di iniezione.

Ma facciamo un passo indietro. Che cos’è la microiniezione e come funziona? Questa tecnica innovativa permette la difesa degli alberi dall’interno, rivoluzionando il concetto di difesa da come lo consideriamo oggi. Secondo questo metodo, dopo aver praticato un foro nel tronco si procede direttamente all’iniezione del trattamento fitosanitario all’interno del sistema vascolare della pianta.

I vantaggi sono chiari: meno inquinamento dell’ambiente e degli operatori. Tuttavia, per ora questa tecnica è impiegata solamente per gli alberi ornamentali. Tramite gli studi preliminari condotti tra il 2011 e il 2018 è stata messa a punto un materiale di microiniezione adatto a tutti gli alberi e anche ai diversi problemi fitosanitari che possono presentarsi.

I prerequisiti di un trasporto efficace dei principi attivi all’interno della pianta sono quindi che le molecole siano solubili in acqua e che siano sufficientemente idrofile da non essere assorbiti da materiali lipofili, come la lignina, che si incontrano durante il percorso. Affinché i principi attivi entrino correttamente in funzione, è necessario riuscire a farli arrivare direttamente nel sistema vascolare grazie ad un corretto dimensionamento dell’ago.

I test condotti con aghi di 3 misure diverse (1.27 cm, 1.91 cm e 3.8 cm, rispettivamente) hanno mostrato che la migliore diffusione del prodotto si ha avuto con l’ago più lungo. Successivamente, i ricercatori hanno iniziato le prove direttamente in campo. Il primo studio era focalizzato sui tempi di cicatrizzazione dei punti di iniezione.

I risultati sono stati promettenti poiché non si sono evidenziati problemi come gomma, muffe o necrosi e inoltre la pianta è riuscita a sviluppare un nuovo anello vascolare anche in corrispondenza del punto di iniezione. Nel 2021 è stata poi iniziata una prova agronomica per valutare in campo l’efficacia nella protezione contro Drosophila suzukii e Rhagoletis cerasi.

Piante cv. Bellise e Folfer sono state impiegate. Per avere una protezione completa dei frutti, le iniezioni sono state effettuate sia in fioritura che all’invaiatura. Alla raccolta, 1000 frutti per varietà sono stati raccolti e aperti in cerca delle larve. Spinosad e spirotetramat hanno mostrato un tasso di efficacia del 35% mentre i trattamenti con cialotrine hanno avuto un tasso del 30%.

I risultati migliori li hanno mostrati i trattamenti con ciantranilprole, dove i tassi di efficacia hanno raggiunto valori vicino al 50%. Per quel che riguarda la sicurezza del consumatore, sono state eseguite le analisi residuali sui frutti. Nel 2021 sono state trovate tracce di spirotetramat ma a una dose 35 volte più bassa rispetto al limite massimo posto dall’Unione Europea di 3 mg/kg di frutta.

Nel 2022 nessuna delle molecole applicate alla pianta via microiniezione è stata riscontrata sui frutti. Sarà questa la difesa del futuro? Non abbiamo ancora risposte certe, ma sicuramente sembra molto promettente.

Fonte: La micro-injection sécurisée pour protéger les cerisiers contre Drosophila suzukii infos_ctifl 398 - CTIFL
Immagine: Rèussir

Melissa Venturi
Università di Bologna (IT)


Cherry Times - Tutti i diritti riservati

Potrebbe interessarti anche

Uccelli: e se fossero anche alleati in strategie di lotta integrata?

Difesa

02 feb 2024

Uccelli, minaccia per il raccolto o amici da attirare in quanto utili a strategie di lotta integrata? Allo ‘Stone Fruit Day’, tenutosi a metà gennaio a Washington, si è fatto il punto sul ruolo degli uccelli in agricoltura, guardando pro e contro delle ultime ricerche sul tema.

Irrigazione smart: come NZ Cherry Corp ha aumentato l’export di ciliegie del 10%

Gestione

10 apr 2025

NZ Cherry Corp ha aumentato del 10% la resa dell’export di ciliegie grazie a un sistema di monitoraggio dell’umidità del suolo e strategie irrigue di precisione. Un caso di successo che ispira anche i produttori europei verso l’agricoltura smart.

In evidenza

Comprendere il cracking dei frutti in ciliegio: dinamiche fisiologiche, influenza varietale e implicazioni per la selezione

Breeding

19 dic 2025

Il cracking nei frutti di ciliegio può causare fino al 100% di perdite. Uno studio ucraino analizza fattori genetici e morfologici, mostrando il legame tra varietà, maturazione e tipologia di spaccatura. Identificate cultivar tolleranti come Mliivska žovta, Mirazh e Amazonka.

Dinamica della disidratazione delle ciliegie nelle celle frigorifere ed effetto dell'umidificazione ad alta pressione dopo hydrocooling

Post-raccolta​

19 dic 2025

Uno studio approfondito rivela come l’umidificazione ad alta pressione nelle celle frigorifere riduca drasticamente la disidratazione delle ciliegie dopo l’idrorraffreddamento, mantenendo intatta la qualità del frutto durante lo stoccaggio e la fase pre-confezionamento.

Tag Popolari