Nectria dematiosa: nuova minaccia per la cerasicoltura cilena

13 nov 2025
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Un recente studio condotto dal Fruit Pathology Lab dell’Istituto di Investigaciones Agropecuarias di Chillán (Cile) ha segnalato per la prima volta il fungo Nectria dematiosa come agente di cancri su ciliegio dolce (Prunus avium L.) in Cile e, più in generale, nell’emisfero australe.

Il lavoro, pubblicato nel 2025, fornisce un contributo importante sulle patologie del legno nel ciliegio, settore di rilevanza strategica per l’economia agricola cilena.

Con oltre 444.000 tonnellate esportate nel 2024, il Cile è oggi il principale esportatore mondiale di ciliegie, ma la crescente incidenza di malattie fungine del legno minaccia la sostenibilità produttiva delle coltivazioni.

Nuovi sintomi osservati

Durante l’inverno 2023 sono stati osservati, in un ceraseto commerciale nei pressi di Río Bueno (regione di Los Ríos), sintomi nuovi su diverse cultivar, tra cui “Sylvia”, “Kordia”, “Regina” e “Schneider”.

Le piante presentavano cancri su tronco e branche principali, caratterizzati da tessuti necrotici, picnidi rossastri e sporodochi giallastri.

Un’indagine successiva, condotta tra il 2023 e il 2024 su otto ceraseti distribuiti dalle regioni del Maule a quella di Los Lagos, ha confermato la presenza ricorrente di tali sintomi su 63 campioni sintomatici.

Le analisi morfologiche hanno evidenziato strutture fungine coerenti con la descrizione di N. dematiosa: sporodochi pulvinate di colore giallo-arancio, conidi ialini cilindrici non settati, e periteci globosi di tonalità rossastra contenenti aschi e ascospore ellissoidali e monosettate.

Identificazione molecolare e conferme

L’isolamento in coltura pura su PDA ha prodotto colonie biancastre con micelio cotonoso, tipiche del genere Nectria.

Inoltre, le analisi molecolari condotte su sei isolati rappresentativi hanno confermato l’identità del patogeno: le sequenze ITS, LSU, tef1-α e tub2 si sono raggruppate in un clade omologo ai ceppi di riferimento di N. dematiosa.

Per verificare la patogenicità, il fungo è stato inoculato su talee di sei cultivar (“Lapins”, “Sweetheart”, “Regina”, “Kordia”, “Bing” e “Skeena”) e su piante in vivaio di tre anni.

Dopo 60 giorni di incubazione per le talee e 230 per le piante in vaso, tutte le cultivar hanno manifestato necrosi interne di varia entità, con differenze date dalla suscettibilità varietale: la cultivar “Sweetheart” è risultata la più sensibile (lesioni fino a 25,9 cm), mentre “Bing” la meno suscettibile (13,3 cm).

Ruolo patogeno confermato

In entrambe le prove, il fungo è stato re-isolato con successo dai tessuti inoculati, soddisfacendo così i postulati di Koch e confermandone il ruolo patogeno.

Lo studio dimostra che Nectria dematiosa, finora non segnalata su ciliegio dolce in Cile, è in grado di infettare diverse cultivar commerciali, causando sintomi tipici dei cancri del legno, e potenzialmente contribuendo al declino produttivo delle piante adulte.

Le osservazioni indicano che il patogeno può essere introdotto già nelle prime fasi della filiera vivaistica, con rischi di disseminazione attraverso il materiale di propagazione infetto.

Dal punto di vista fitosanitario, questa scoperta amplia lo spettro dei patogeni del legno nel ciliegio e impone nuove misure di sorveglianza e profilassi nei frutteti cileni.

Strategie e prospettive future

L’identificazione precoce, l’utilizzo di materiale certificato e la gestione oculata delle ferite di potatura rappresentano strategie chiave per limitare la diffusione del fungo.

Infine, i ricercatori suggeriscono ulteriori studi per approfondire l’epidemiologia e la biologia del patogeno, nonché la risposta varietale in condizioni di campo, al fine di sviluppare protocolli di gestione integrata più efficaci contro questa nuova minaccia emergente per il ciliegio dolce.

Fonte: Grinbergs, D., Chilian, J., Isla, M., Alfaro, J. F., France, R. A., & Carrasco, J. (2025). Occurrence of Nectria dematiosa causing cankers in sweet cherry in Chile. Plant Disease, ja). https://doi.org/10.1094/PDIS-06-24-1274-PDN 

Fonte immagine: Museo dell'Università di Tromso

Andrea Giovannini
Università di Bologna


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