Biostimolanti da alghe per il ciliegio: più frutti, qualità e resistenza allo stress

15 dic 2025
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Le evidenze ottenute in entrambe le colture confermano che i biostimolanti a base di estratti di alghe si sono affermati come uno strumento moderno e sostenibile nella gestione agronomica, in grado di rafforzare la fisiologia vegetale e conferire resilienza allo stress climatico.

Biostimolanti in ciliegio e kiwi

Le evidenze ottenute in entrambe le colture confermano che i biostimolanti a base di estratti di alghe si sono affermati come uno strumento moderno e sostenibile nella gestione agronomica, in grado di rafforzare la fisiologia vegetale e conferire resilienza allo stress climatico.

La frutticoltura cilena sta attraversando una delle trasformazioni più profonde della sua storia. Inverni più brevi, primavere irregolari ed estati caratterizzate da temperature estreme, unite al deficit idrico, stanno costringendo i produttori a ripensare la gestione dei frutteti e a integrare strategie in grado di rafforzare la resilienza delle colture di fronte al cambiamento climatico.

In questo contesto, i biostimolanti si sono affermati come uno strumento chiave per migliorare l’efficienza fisiologica delle piante e la loro capacità di adattamento a condizioni di stress abiotico.

A differenza dei fertilizzanti o dei fitofarmaci, i biostimolanti non agiscono direttamente sulla nutrizione né sul controllo di parassiti e malattie, ma ottimizzano i processi metabolici interni delle piante, consentendo un utilizzo più efficiente dei nutrienti e una risposta fisiologica più equilibrata ai fattori avversi.

Immagine 1. Raimundo Cuevas, Direttore tecnico Abud & Cía.

Estratti di alghe e gestione frutticola

Tra i composti più studiati e utilizzati in frutticoltura spiccano gli estratti di alghe marine, come Ascophyllum nodosum, originaria dell’Atlantico settentrionale, ed Ecklonia maxima, nota come “bambù marino”, diffusa lungo la costa atlantica meridionale dell’Africa, dall’estremo sud del Sudafrica fino al nord della Namibia.

Nel caso di Ascophyllum, questa alga presenta un’elevata concentrazione di molecole bioattive legate alla gestione dello stress, come laminarina, alginati e fucoidani, oltre a polisaccaridi, amminoacidi, vitamine e antiossidanti.

La sua composizione unica influisce direttamente sulla divisione cellulare, sull’equilibrio ormonale e sull’attività antiossidante dei tessuti vegetali, consentendo alle piante da frutto di mantenere un metabolismo attivo e stabile anche in condizioni di stress.

Immagine 2. Luis Ahumada, Responsabile Innovazione e Sostenibilità di Abud & Cía.

Gli estratti di Ecklonia maxima si sono invece affermati come biostimolanti agricoli di alto valore grazie al loro contenuto esclusivo di composti bioattivi.

Tra questi si distinguono citochinine, auxine, gibberelline e polisaccaridi, che favoriscono la crescita e lo sviluppo delle piante potenziando processi fisiologici e metabolici chiave, migliorandone il vigore e la risposta alle condizioni di stress.

Applicazioni su ciliegio e kiwi

Nel caso del ciliegio, una delle specie più rilevanti per la frutticoltura cilena, le prove condotte dal Centro de Innovación Montefrutal (CIM) hanno permesso di individuare momenti fisiologici chiave in cui la biostimolazione risulta più efficace. Durante la fioritura, ad esempio, l’impiego di Ecklonia contribuisce a una migliore fecondazione, allegagione e ritenzione dei frutti, oltre a migliorare la germinazione e l’allungamento del tubo pollinico.

Figura 1. Germinazione dei granuli di polline

Successivamente, durante la fase di crescita del frutto, la biostimolazione con Ascophyllum favorisce l’espansione cellulare, traducendosi in un calibro maggiore e in una migliore qualità del frutto, oltre a una maggiore tolleranza alle condizioni di stress abiotico.

In post-raccolta, i biostimolanti contribuiscono alla rigenerazione dei tessuti, rafforzano l’apparato radicale e promuovono l’accumulo di riserve carboniose e minerali, aspetti fondamentali per una ripresa vegetativa vigorosa ed equilibrata nella stagione successiva.

Nel caso del kiwi, le applicazioni di estratto di Ecklonia favoriscono una migliore fecondazione e, di conseguenza, un maggiore potenziale produttivo, poiché esiste una stretta relazione tra il numero di semi e il calibro del frutto. Inoltre, il CIM ha valutato l’effetto delle applicazioni di Ecklonia sul polline, osservando un aumento significativo della germinazione (figura 1) e dell’allungamento del tubo pollinico (figura 2).

Figura 2. Lunghezza del tubo pollinico

Nuove modalità di applicazione

Il kiwi, in particolare la varietà Hayward, è caratterizzato da una marcata sensibilità allo stress abiotico, soprattutto nei mesi estivi, quando coincidono alte temperature, elevata radiazione e deficit idrico. Queste condizioni influenzano direttamente la crescita, la fisiologia e la qualità del frutto, rendendo prioritario l’inserimento di strumenti capaci di migliorare l’efficienza fisiologica e ridurre l’impatto dello stress.

Sebbene l’estratto di Ascophyllum nodosum sia stato ampiamente utilizzato in diverse colture frutticole tramite applicazioni fogliari, le caratteristiche del kiwi – elevata densità fogliare e limitazioni operative del tendone durante l’estate – rendono questo tipo di applicazione complesso.

Di fronte a questa criticità, diventa necessario esplorare nuove modalità di applicazione degli estratti di alghe, come l’impiego tramite drone o attraverso il sistema di irrigazione, che risultano le alternative più adeguate nel periodo estivo. In particolare, l’applicazione via irrigazione migliora l’assorbimento radicale, e il team tecnico di Abud & Cía. ha riportato risultati positivi nei frutteti in cui questa strategia è stata adottata.

Tuttavia, è ancora necessario valutare e validare ulteriori risultati prima di una diffusione su larga scala. In questa direzione, il Centro de Innovación Montefrutal (CIM) sta validando l’applicazione di Ascophyllum via irrigazione e, come risultato preliminare, ha osservato un aumento della conduttanza stomatica, che consente alle piante di evitare condizioni di stress.

In termini generali, si suggerisce che gli estratti di alghe rafforzino i meccanismi di fecondazione e di tolleranza allo stress, permettendo di mantenere produttività e qualità della coltura. Inoltre, l’applicazione via irrigazione nel kiwi emerge come un’alternativa efficiente nei mesi caratterizzati da maggiore stress abiotico, quando le condizioni del tendone limitano le applicazioni fogliari.

Le evidenze ottenute in entrambe le colture confermano che i biostimolanti a base di estratti di alghe si sono consolidati come uno strumento moderno e sostenibile nella gestione agronomica, capace di rafforzare la fisiologia vegetale e conferire resilienza allo stress climatico.

Studi recenti suggeriscono inoltre che i loro composti potrebbero stimolare l’attività dei microrganismi benefici del suolo e migliorare alcune delle sue proprietà fisico-chimiche, creando un ambiente più sano per lo sviluppo radicale.

Sebbene questi effetti siano ancora oggetto di ricerca, aprono nuove opportunità per il futuro dei biostimolanti naturali e per il loro contributo a una frutticoltura più efficiente e sostenibile.

Fonte testo e immagini interne: redagricola.com

Fonte immagine apertura: Michael Rosenstein, iNaturalist

Rimundo Cuevas
Responsabile tecnico di Abud & Cía

Luis Ahumada
Responsabile innovazione e sostenibilità di Abud & Cía


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