Dalla tecnologia degli imballaggi attivi arriva una risposta concreta alle perdite nella catena del freddo: meno sprechi, più qualità e sostenibilità per l’export di ciliegie e altri frutti freschi cileni.
Lo spreco alimentare rappresenta una delle principali sfide del nostro tempo. Secondo la FAO, ogni anno vengono perse circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo nel mondo, pari a un terzo della produzione destinata al consumo umano.
A essere maggiormente colpite sono proprio frutta e verdura, con tassi di perdita che oscillano tra il 35% e il 55%.
Anche in Cile il fenomeno è preoccupante: ogni anno si buttano via oltre 3,7 miliardi di chili di alimenti, un equivalente di più di 200.000 pesos (circa 240 Euro) di cibo per abitante.
Una parte considerevole di questi sprechi riguarda le esportazioni di frutta fresca, comparto strategico per l’economia agricola cilena, ma anche fortemente vulnerabile ai lunghi trasporti e alla deperibilità.

La sfida dell’export
Il Cile è riconosciuto tra i principali player del settore frutticolo dell’emisfero sud, fornendo mercati esigenti come Asia, Nord America ed Europa.
Ciliegie, uva da tavola, mirtilli e kiwi sono tra i prodotti più richiesti, ma anche tra i più delicati.
Un container di ciliegie diretto in Cina, ad esempio, può impiegare fino a 35 giorni via nave, cui si aggiungono i tempi di distribuzione nel mercato di arrivo.
Durante il tragitto, la frutta è sottoposta a oscillazioni di temperatura, umidità e all’azione dell’etilene, un ormone vegetale che accelera la maturazione e rischia di compromettere la qualità del prodotto.
Imballaggi passivi e perdite
I tradizionali imballaggi passivi, pensati solo per proteggere fisicamente la merce, si rivelano quindi insufficienti a garantire la freschezza alla consegna.
Le percentuali di frutta rifiutata all’arrivo risultano elevate, generando perdite economiche e danni reputazionali.
Envases attivi: la tecnologia
Gli envases attivi introducono un cambio di paradigma. A differenza dei packaging convenzionali, questi sistemi interagiscono attivamente con il contenuto, regolando i livelli di ossigeno, anidride carbonica e umidità all’interno dell’imballaggio.
Dotati di membrane intelligenti, capaci di adattarsi alle variazioni termiche, questi contenitori riducono l’effetto dell’etilene e rallentano la maturazione del frutto, mantenendone consistenza, colore e qualità organolettiche anche dopo lunghi viaggi intercontinentali.
I benefici sono tangibili
Ciliegie: il tasso di rifiuto si abbassa drasticamente rispetto agli imballaggi classici, anche dopo oltre 30 giorni di viaggio, mantenendo fermezza e brillantezza.
Uva da tavola: si preserva la turgidità del grappolo e si riduce la formazione di muffe, con perdite inferiori fino al 40%.
Mirtilli: miglior conservazione del calibro e della croccantezza, riducendo le contestazioni dai buyer internazionali.
Kiwi (varietà Hayward e Jintao): anche dopo 100 giorni di stoccaggio, gli envases attivi garantiscono un equilibrio ottimale dei gas interni e freschezza superiore.
Vantaggi economici e ambientali
Le ricadute non sono solo qualitative: ogni riduzione del 5% nei tassi di rifiuto si traduce in milioni di dollari (milioni di Euro) recuperati per gli esportatori cileni.
Ma c’è di più: il miglioramento della shelf life consente di preferire la spedizione via mare rispetto all’aereo, riducendo sensibilmente l’impronta di carbonio dell’intera filiera.
Questa soluzione tecnologica è perfettamente in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, in particolare con quello che punta a dimezzare lo spreco alimentare globale entro il 2030.
Verso un’ortofrutta sostenibile
Al di là delle cifre, il valore degli envases attivi è anche etico e ambientale.
Come sottolinea Cristian Parra, responsabile commerciale dell’azienda cilena Paclife:
“Utilizzare envases attivi non è solo una scelta strategica per ridurre scarti e reclami, ma un vero e proprio impegno verso la sostenibilità. Ogni frutto che arriva in buone condizioni rappresenta un risparmio di risorse e un vantaggio per ogni anello della filiera, dal produttore al consumatore.”
Grazie a questa innovazione, l’industria frutticola cilena può contare su strumenti più efficaci per affrontare i mercati internazionali con una proposta di valore che unisce qualità, efficienza e responsabilità ambientale.
Fonte: paclife.tech
Fonte immagine: Pacflife
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