Come l’intensificazione agricola minaccia gli impollinatori nei ceraseti in Puglia e Veneto

13 giu 2025
1010

L'intensificazione agricola sia a livello locale che territoriale influisce sulla produzione cerasicola poiché altera i servizi di impollinazione.

Questo è stato confermato dai ricercatori dell'Università di Bari e dell'Università di Padova, che hanno studiato gli effetti di questo fenomeno sulla produzione di ciliegie nell'area mediterranea.

I ricercatori hanno caratterizzato le comunità di impollinatori nei ceraseti in risposta al tipo di gestione (biologica vs. convenzionale), alla presenza di alveari di api mellifere nelle vicinanze del frutteto e alla semplificazione del paesaggio (ovvero copertura del frutteto e distanza dagli habitat semi-naturali).

Poi, hanno esplorato come i cambiamenti nelle comunità di impollinatori (abbondanza di impollinatori selvatici e api mellifere, e biodiversità complessiva) abbiano ulteriormente influenzato i servizi di impollinazione (cioè il tasso di visita dei fiori sia da parte degli impollinatori selvatici che delle api mellifere), e la qualità delle ciliegie (in termini di peso, calibro e contenuto zuccherino).

Gestione agricola e biodiversità

Il risultato principale è che la gestione convenzionale e la semplificazione del paesaggio hanno influenzato negativamente le comunità di impollinatori selvatici, che di solito contribuiscono all’impollinazione dei frutti in questa coltura.

Il tipo di gestione del frutteto (convenzionale o biologica) è stato il parametro che ha influenzato in maniera più forte sia l'abbondanza che la diversità degli impollinatori e il suo impatto non è variato con la composizione del paesaggio o la distanza dalle aree seminaturali, suggerendo che la produzione convenzionale di ciliegie dolci nella zona sia particolarmente intensiva.

La gestione biologica potrebbe quindi servire come una strategia efficace per migliorare le comunità di impollinatori e i loro servizi ecosistemici associati, particolarmente in paesaggi semplificati dove tale supporto è più critico.

Infine, come previsto, né il management colturale né le caratteristiche del territorio hanno influenzato l'abbondanza delle api da miele, essendo impollinatori gestiti.

Competizione tra impollinatori

Questi risultati potrebbero indicare una potenziale competizione tra impollinatori gestiti e selvatici.

Infatti, una maggiore abbondanza di impollinatori selvatici è stata riscontrata quando non erano presenti alveari nei dintorni.

Tuttavia, questo effetto non era evidente nei frutteti in convenzionale, probabilmente a causa del numero già basso di impollinatori selvatici.

Il numero di api mellifere non è stato influenzato dalla presenza di alveari nelle aree circostanti, probabilmente a causa della loro capacità di muoversi anche a lungo raggio per la ricerca di cibo.

Risorse e salute degli impollinatori

I frutteti spesso rappresentano una fonte abbondante di nettare e polline per gli impollinatori, ma solo per un periodo di tempo molto limitato.

Inoltre, le strategie intensive di gestione dei parassiti e del suolo spesso adottate in questi sistemi di coltivazione rappresentano una minaccia significativa per la salute degli impollinatori selvatici.

In paesaggi con un’alta presenza di frutteti (quindi caratterizzati da scarse risorse di nidificazione) e alta esposizione ai pesticidi, gli impollinatori probabilmente faticano a prosperare.

Al contrario, la presenza di habitat seminaturali vicino ai frutteti è essenziale per sostenere le comunità di impollinatori selvatici, offrendo cibo alternativo durante tutta la stagione e opportunità di nidificazione.

Qualità dei frutti e impatti produttivi

La qualità dei frutti si è dimostrata comparabile per calibro e peso, ma dove il tasso di allegagione era stato più alto i frutti presentavano un contenuto zuccherino più basso.

Questo può essere spiegato dal fatto che una maggiore allegagione comporta un numero maggiore di frutti e quindi meno risorse da allocare a ogni frutto per la sua maturazione.

I nostri risultati indicano un potenziale compromesso tra la conservazione degli impollinatori, il supporto dei servizi di impollinazione in agricoltura e la produzione di ciliegie di alta qualità.

Fonte:  Ilaria Laterza, Gianvito Ragone, Gabriele Grossi, Andree Cappellari, Maria Francesca Agostinacchio, Giorgia Angela Seclì, Giuseppe Bari, Rosa Porro, Rocco Addante, Daniele Cornara, Enrico de Lillo, Giovanni Tamburini, Agricultural intensification at local and landscape scales impacts sweet cherry production through altered pollination services,Agriculture, Ecosystems & Environment,  Volume 386, 2025, 109586, ISSN 0167-8809, https://doi.org/10.1016/j.agee.2025.109586 

Fonte immagine: SL Fruit Service

Melissa Venturi
Università di Bologna


Cherry Times - Tutti i diritti riservati

Potrebbe interessarti anche

Ciliegie 2025: innovazioni e ricerca CTIFL a Balandran per produttori in Francia

Eventi

11 ago 2025

Il CTIFL di Balandran ha presentato ai produttori di ciliegie 2025 in Francia le ultime innovazioni su varietà, irrigazione e gestione del frutteto. Dati, progetti di ricerca e tecnologie per ottimizzare qualità, sostenibilità e redditività delle coltivazioni di ciliegio.

Incontro su biosolutions a Macfrut 2024 per ciliegie di qualità

Eventi

18 ago 2023

Il Congresso Internazionale dal titolo “QUALI BIOSOLUTIONS PER CILIEGIE DI QUALITA’?“ darà risposta ad alcune delle problematiche più prominenti nella moderna cerasicoltura il giorno giovedì 9 maggio nell’ambito di Macfrut 2024, Rimini - Italia.

In evidenza

Il Proexadione-Ca riduce il vigore e migliora la qualità delle ciliegie cv Tip Top

Gestione

24 nov 2025

Uno studio in Piemonte dimostra che il Proexadione-Ca riduce il vigore delle piante di ciliegie Tip Top e migliora resa, allegagione, colore dell’epidermide e contenuto antiossidante, ottimizzando la gestione dei ceraseti ad alta densità con portinnesto Gisela 6.

La rinascita della ciliegia italiana: Vignola guida, la Puglia può ripartire

Tipicità

24 nov 2025

La ciliegia è simbolo identitario a Vignola, leader della cerasicoltura italiana. Mentre la Puglia arranca tra varietà e innovazione, i consorzi emiliani mostrano la via. Un confronto che svela limiti e potenzialità di una filiera da rilanciare a livello nazionale ed europeo.

Tag Popolari