La campagna delle ciliegie spagnole 2025 si è rivelata insolita sotto diversi aspetti, ma nel complesso positiva sul piano economico. Le condizioni meteorologiche avverse all’inizio della stagione – tra gelate, grandinate e piogge – hanno ridotto sensibilmente i volumi nella fase precoce, in particolare tra fine aprile e i primi giorni di maggio.
Tuttavia, questa scarsità ha avuto un effetto collaterale favorevole: ha mantenuto i prezzi elevati per tutta la stagione.
A raccontarlo è Javier de Pablo Camarasa, responsabile della Finca Albalate, che sottolinea come il mercato interno abbia assorbito gran parte della produzione, rendendo poco appetibile l'export nelle prime fasi. «In quei giorni – spiega – i prezzi erano alti e non aveva senso esportare: il mercato spagnolo funzionava bene».
Mercati europei affamati di ciliegie
Un altro fattore chiave è stato il crollo dell’offerta in altri Paesi produttori come Bulgaria, Grecia e Turchia, anch’essi colpiti da gelate significative. Questo ha lasciato un vuoto sul mercato europeo, che la Spagna ha saputo riempire, mantenendo prezzi competitivi per tutta la durata della campagna.
In media, il ritorno al produttore si è attestato intorno ai 3 dollari (circa 2,80 €) nella fase centrale e finale della stagione, dopo aver toccato i 5-6 dollari (circa 4,70-5,60 €) nella fase precoce.
Qualità altalenante, ma risultati soddisfacenti
La qualità del prodotto, soprattutto nella prima fase, ha risentito del maltempo. «All'inizio è stato difficile ottenere frutti di alta qualità – racconta de Pablo – e anche durante la stagione è mancata quella durezza elevata che normalmente garantisce la migliore conservazione».
Nonostante ciò, i parametri relativi a calibro, gradi Brix e produttività sono stati buoni.
Sul fronte varietale, nessuna novità significativa rispetto al 2024, anche se si segnala un leggero incremento della produzione extra-precoce, utile a coprire le prime finestre commerciali tra fine aprile e inizio maggio.
Sfide climatiche e nuove strategie
L’ondata di caldo torrido, con picchi di temperatura tra i 41 e i 45 gradi Celsius in aree mai colpite prima, ha rappresentato una delle principali criticità della stagione.
Secondo de Pablo, sarà fondamentale adottare soluzioni di ombreggiamento e nuove tecniche post-raccolta per preservare gli alberi e garantire la continuità produttiva.
Cina sì, ma non ancora
Nonostante l’apertura ufficiale del mercato cinese alla ciliegia spagnola, le esportazioni verso Pechino e dintorni restano marginali. Il motivo? Le complessità logistiche e i costi elevati del trattamento a freddo, obbligatorio per 15 giorni prima della spedizione, frenano gli entusiasmi.
«Con prezzi buoni in Europa e vendite rapide – spiega de Pablo – pochi sono disposti ad attendere oltre due settimane per un mercato ancora incerto».
Guardando avanti
Nel medio-lungo termine, però, la Cina potrebbe rappresentare un'opportunità concreta per i produttori di varietà extra-tardive. Diverse aziende stanno investendo in nuove cultivar e in aree con raccolte più dilazionate, mirando a spazi di mercato meno affollati.
Parallelamente, anche il segmento extra-precoce sta crescendo, consolidando il posizionamento della Spagna come player chiave nella finestra primaverile europea.
Fonte: portalfruticola.com
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