La capacità invasiva di Prunus cerasus (ciliegio acido) nel Parco Nazionale Los Alerces in Argentina è strettamente legata alla sua doppia modalità riproduttiva: sessuale e asessuale.
Un recente studio ha messo in luce come entrambe le strategie contribuiscano in modo complementare alla sua espansione, influenzando la disponibilità di frutti, elemento chiave per attrarre i frugivori e garantire una dispersione a lunga distanza.
In particolare, la riproduzione sessuale, grazie alla variabilità fenologica tra gli individui originati da seme, consente una produzione di frutti prolungata nel tempo.
Riproduzione e variabilità
Al contrario, la riproduzione asessuale, tramite stoloni, produce dei cloni che fruttificano in modo sincrono, generando “patches” o nuclei, dove l’oHerta è molto densa e concentrata nello spazio.
Lo studio ha confrontato due aree con diversa densità di Prunus cerasus: una di bassa e una di alta abbondanza.
Nella seconda, i cloni hanno incrementato l’area fruttifera fino a 32 volte rispetto alla sola chioma dell’albero madre, sebbene ciascun clone producesse molti meno frutti.
Densità e attrattività
Inoltre, la loro alta densità (fino a 2,47 individui/m2) moltiplica l’attrattività del patch, rendendolo un potente polo d’attrazione per mammiferi e uccelli frugivori.
A livello temporale, dove la specie è presente da più tempo e la riproduzione sessuale ha avuto modo di generare una maggiore variabilità genetica, la disponibilità di frutti si è estesa fino a cinque mesi.
Nelle aree di recente colonizzazione, invece, il periodo di fruttificazione è rimasto limitato a due mesi.
Espansione e gestione
Ciò evidenzia come l’incremento del numero di individui generati da seme, con fenologia diHerente, sia essenziale per prolungare l’oHerta di frutti nel tempo.
Un altro interessante risultato è la plasticità del sistema clonale: nonostante vi fosse una relazione tra dimensione della chioma dell’albero madre e sviluppo del patch clonale, sono emerse diHerenze tra individui con lo stesso diametro del tronco ma estensioni di patch diverse, suggerendo che l’età in cui la clonazione ha inizio e le condizioni ambientali locali (come la luminosità) influenzano fortemente lo sviluppo, anche con il sistema asessuato.
La compresenza di entrambe le modalità riproduttive garantisce una copertura ampia sia spaziale che temporale dell’oHerta di frutti, aumentando le probabilità di dispersione.
Implicazioni ecologiche
Questa caratteristica, già evidenziata in altre specie invasive, appare particolarmente importante nel contesto del bosco patagonico, dove i disturbi (es. incendi, valanghe) generano vaste aree di rigenerazione che rappresentano un’opportunità ideale per specie pioniere come Prunus cerasus.
L’interazione tra plasticità fenologica, abbondanza spaziale di frutti e attrazione dei frugivori può portare, come già osservato in Europa con Prunus avium (ciliegio dolce), ad una dominanza crescente di specie invasive a discapito delle specie native.
Lo scenario che gli autori propongono è che la dinamica invasiva di Prunus cerasus potrebbe intensificarsi ulteriormente con il tempo, soprattutto se favorita dai cambiamenti climatici, estendendo ancor di più la stagione fruttifera.
Conclusioni dello studio
Lo studio oHre non solo una nuova chiave di lettura sulla dinamica della dispersione delle piante, in particolare di Prunus cerasus, ma anche uno strumento utile per la gestione forestale e la conservazione, sottolineando l’urgenza di monitorare e contenere l’espansione di specie dotate di strategie riproduttive così eHicaci e integrate.
Fonte: Berrondo, M. O., & Bravo, S. P. (2025). El papel de la reproducción sexual y asexual de Prunus cerasus (Rosaceae) en la fructificación. Ecología Austral, 35(1), 029-042. https://doi.org/10.25260/EA.25.35.1.0.2338
Fonte immagine: Victoriana Nursery
Andrea Giovannini
Università di Bologna
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