In una regione arida della Russia meridionale, precisamente nella zona del Volgograd, un team di ricercatori ha studiato come l’umidità nel suolo influenzi la crescita e lo sviluppo dei giovani semenzali di ciliegio dolce.
Le giovani piante infatti hanno bisogno di un buon approvvigionamento di acqua ed elementi nutritivi al fine di sviluppare sia l’apparato radicale che quello aereo.
L’obiettivo della ricerca è stato quello di trovare un regime di irrigazione efficace per ottenere piantine sane, vigorose e commercialmente valide, ottimizzando al tempo stesso l’uso delle risorse idriche in un ambiente agricolo con disponibilità limitata di acqua.
Lo studio è stato condotto nell’arco di cinque anni, dal 2017 al 2021, presso un laboratorio specializzato nella selezione varietale e vivaistica.
Varietà e metodi irrigui
La varietà scelta per la sperimentazione è “Vasilisa”, innestata su un portainnesto chiamato “Magalebskaya” (noto anche come “Antipka”), comunemente utilizzato per la sua adattabilità ai climi difficili.
Il cuore della ricerca ha riguardato l’irrigazione localizzata (a goccia), eseguita in tre modalità differenti.
Nella prima modalità, considerata come riferimento, l’umidità del suolo veniva mantenuta all’80% della sua capacità idrica nella parte superiore del terreno, fino a una profondità di 40 cm.
Nella seconda modalità, l’umidità veniva inizialmente mantenuta solo nei primi 20 cm e successivamente estesa fino a 40 cm, sempre all’80%.
Approccio dinamico e fertilizzazione
Nella terza variante, invece, si è applicato un approccio dinamico: in una prima fase come la seconda, ma nella fase finale di crescita si è abbassata l’umidità al 70% nei 40 cm di profondità.
A queste strategie irrigue è stata combinata anche una fertilizzazione mirata.
All’inizio, è stato utilizzato un fertilizzante minerale semplice (contenente azoto e fosforo), mentre successivamente si è integrato un prodotto chelato chiamato “Master”, pensato per stimolare ulteriormente la crescita.
I risultati sono stati molto interessanti.
Risultati e osservazioni
Le piantine trattate secondo il secondo e il terzo metodo hanno mostrato una crescita più vigorosa rispetto a quelle irrigate in modo tradizionale.
In particolare, la crescita settimanale del fusto centrale tra giugno e agosto è risultata superiore, con differenze che hanno raggiunto anche i 10 cm.
Inoltre, si è notato che tutte le piantine, indipendentemente dal trattamento, mostravano un’unica fase di crescita intensa, un segnale positivo che indicava l’assenza di stress idrico.
Non solo l’altezza, ma anche lo sviluppo del sistema radicale e della chioma è risultato più abbondante nei trattamenti differenziati.
Classificazione e conclusioni
Le piantine avevano radici più lunghe e robuste, e la chioma appariva più equilibrata e densa.
Questo ha avuto un impatto diretto anche sulla classificazione commerciale delle piante: nel trattamento più efficace, fino al 96% delle piantine rientravano nella categoria di “prima qualità”.
Alla luce di questi risultati, i ricercatori concludono che l’uso di una strategia irrigua adattata alla fase di crescita della pianta, combinata con un’adeguata nutrizione, permette di ottenere piantine di ciliegio dolce più forti, uniformi e pronte per essere trapiantate o vendute.
Inoltre, questo approccio consente anche un uso più razionale dell’acqua, una risorsa sempre più scarsa in molte aree agricole.
Lo studio suggerisce quindi un modello pratico e sostenibile per i vivai che operano in ambienti aridi, dove la gestione oculata delle risorse è fondamentale per il successo agronomico ed economico.
Fonte: Nikolskaya O.A., Seminchenko E.V. (2025). The Effect of the Depth of Soil Moisture on the Growth and Development of Cherry Seedlings. Indian Journal of Agricultural Research. 59(3): 454-457. doi: 10.18805/IJARe.AF-821.
Fonte immagine: SL Fruit Service
Melissa Venturi
Università di Bologna
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